martedì 12 aprile 2016

La difficile opinione sul referendum del 17 aprile

Quelli come me, a districarsi tra lavoro, famiglia e interessi personalissimi , poi magari non trovano il tempo di approfondire, e  a una cosa come questo referendum non è che ci abbiano proprio pensato.
Da un lato, i promotori lo presentano come la scelta assoluta, che fermerà per sempre il consumo di  idrocarburi, che salverà il mare dalle maree nere. Ma non sarà così.
Dall'altra parte, i partiti che saltano sul carro del SI', una volta appurato che nei partiti di maggioranza non c'è concordanza di orientamento, così che sperano di dare una bella spallata a Renzi e c.
E ancora, visto che c'è chi dice sì, c'è chi dice no, anzi non andiamo neppure a votare, che non serve mica: la politica energetica è chiara, abbiamo fatto tutto quello che è necessario, anche un emendamento per Tempa Rossa...
Insomma ne viene fuori una ingarbugliata rete di buone intenzioni, interessi privati, strategie di partito, Non mi pare che nessuno degli attori di questa pantomima ne esca proprio bene.


Dunque?

Ho detto che c'è una valenza simbolica in questo referendum, che va al di là del quesito posto.
Dunque facciamo valere quella. Per alcune considerazioni:

  • Il futuro energetico non è negli idrocarburi (nemmeno nel nucleare, come molti ritengono.Troppo pericoloso. Fukushima, più che Chernobyl, insegna). E spesso si è visto che il progresso si ottiene "forzando un po' la mano". Pertanto rendere più difficile l'estrazione può voler dire sostenere maggiormente la ricerca di energie alternative ( che ci sono e attendono di essere sfruttate industrialmente).
  • Nessun impianto nè macchinario è intrinsecamente sicuro o esente da guasti (il Cigno Nero è sempre in agguato). Ma se ti si guasta la bicicletta, l'impatto  sulla società è praticamente nullo.  Se si guasta un impianto estrattore, i problemi sono un po' più seri. ( non parliamo poi di un impianto nucleare)
  • Quando si parla di una alternativa, ad esempio il fotovoltaico, la prima opposizione  è sul problema dello smaltimento di quello che, a fine vita utile, è effettivamente un rifiuto ad alta tecnologia e quindi non facilmente smaltibile. A parte che se il primo punto di opposizione è quello appare evidente che non ce ne sono altri sulla realizzazione, installazione e utilizzo.  Inoltre, il problema già si presenta per tutti i rifiuti ad alta tecnologia, tutti i dispositivi elettronici. Alcune soluzioni sono già allo studio. Lo risolveremo.
    Del resto  non mi pare che lo smaltimento di combustibile nucleare sia meno difficoltoso

 Per questo, in forza delle ragioni espresse qui sopra, non mi resta che andare domenica 17 aprile alle urne per votare Sì.


(Poi, alle 10.00, venite al Bar PISPAI a sentire quanto ho da dire sullo scrivere nell'appuntamento del BookFestival Bar organizzato dall'associazione CLIO, con Loredana Limone)

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