Difficile che commenti un libro senza averlo letto. Ma in questo caso lo faccio, anche perchè sono gli autori stessi che suggeriscono di non leggere il libro in maniera sequenziale. Perchè, più che un libro, si tratta di un manuale. Meglio ancora, un'officina, dove si possono trovare gli strumenti adatti per il tipo di scrittura che si vuole intraprendere.
Il libro in questione è "L'Officina della Parola" di Stefano Brugnolo e Giulio Mozzi, Sironi Editore: una guida all'uso di stili e registri di scrittura.
L'ho solo sfogliato, leggiucchiando qua e là, ma già l'ho eletto come il mio libro definitivo per guidarmi nella stesura dei miei scritti, siano essi noiosamente professionali o ingenuamente dilettanteschi. Non voglio dire che sia il non-plus-ultra. Non ho la competenza per farlo.
Però se voglio scrivere per argomentare c'è un parte con sei capitoli dedicati, se voglio narrare, mi spiegano tutto in altri nove, poi spiegano la punteggiatura e tutta la grammatica e anche quali stili adottare.
Insomma tutto quello che mi serve per scrivere in modo decente. Che poi i contenuti siano all'altezza, è un altro paio di maniche.
Un bel volume da mettere accanto a On Writing di Stephen King e a Il mestiere di scrivere di Luisa Carrada. E magari anche a Come si fa una tesi di laurea di Umberto Eco. Perchè quando i miei figli dovranno imbarcarsi nell'impresa di scrivere per tesi e tesine, e chiederanno aiuto per impostare il lavoro ( sono certo che lo chiederanno, l'aiuto ), un ricorso ai ferri del mestiere contenuti in questo libro sarà tra i miei suggerimenti.
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