lunedì 23 novembre 2015

Dieci anni di Alta Via

C'è voluto un imprevisto coinvolgimento nell'uscita periodica dei diciottenni dell'UPG Cernusco a San Martino Valmasino per ricordarmi che sono passati dieci anni dalla pubblicazione di Alta Via.
Non che sia un anniversario fondamentale. Per di più sono solo poche centinaia le persone che hanno letto quella raccolta di racconti. Però è stato il mio primo tentativo serio di mettermi in gioco e proporre al pubblico quanto avevo nel famoso "cassetto".
Racconti brevi ( qualcuno dice "troppo"), scrittura un po' acerba,  raccolti nel 2005 ma nati  molto prima, a partire da quella avventura dell'estate del 1985 che ci ha visto scarpinare e arrampicare tra le pendici del Badile e del Cengalo sino a fin sotto il Disgrazia.


Mi chiedevo dunque ieri mattina, mentre mi affacciavo su una val di Mello ancora ostaggio dell'ombra, se le tensioni, le aspirazioni, le speranze e le incertezze dei giovani di oggi fossero le stesse dei giovani di trent'anni fa,  quello che eravamo noi.
Forse no.
Forse tutto è cambiato.
Il contesto sociale è profondamente differente, gli orizzonti si allargano, ma nel contempo si diluiscono i contrasti. La generazione degli "sdraiati" altrimenti detti "sbatti zero" sembra prevalere.

Li ho visti, quei giovani sempre connessi. Disposti a dimenticarlo, lo smartphone, in cambio di un momento intenso di amicizia, di una avventura o di un impegno.
Se cresce in loro l'entusiasmo, ci sono. Se comprendono il senso delle cose, lavorano per renderle possibili.
E dunque forse Alta Via  vale anche per loro, rispecchia il loro affacciarsi sul mondo, macchiato di luci e ombre, ma definitivamente bellissimo.

La foto di copertina della edizione cartacea di Alta Via.
Ora disponibile in ebook



lunedì 16 novembre 2015

La rivoluzione NON digitale

Quando ci si riferisce alle scoperte, invenzioni e innovazioni tecnologiche che caratterizzano e che stanno modificando a velocità sempre più alte la nostra vita, si usa spesso termini quali "Rivoluzione Digitale, Innovazione Digitale,  e si pensa all'evoluzione in corso come ad un percorso lineare, definito inevitabile ( magari incerto solo nelle tempistiche) regolato esclusivamente da leggi quali la Legge di Moore che prevede un raddoppio delle capacità tecnologiche informatiche ogni diciotto mesi ( in verità la legge originale parla del raddoppio del numero di transistor in un dispositivo, ma anche essa, impropriamente, viene usata per indicare un qualsiasi miglioramento teccnologico).

Siamo in effetti nel pieno di una rivoluzione.
La pervasività dei sistemi di comunicazione sta cambiando le modalità di  interazione personale, Il ridotto costo dei dispositivi li rendono una commodity ( ovvero qualcosa di utile) perdendo almeno in parte la caratterizzazione di status symbol ( eccetto che per i prodotti di fascia alta e poche altre eccezioni). Quello che era straordinario, come la comunicazione video a distanza, la virtualizzazione  dello storage (tradotto: il salvataggio dei file su  server remoti di cui non sappiamo nulla), la possibilità di avere un computer potentissimo nel palmo di una mano,  è diventato d'uso comune.
Si sta imponendo l'internet delle cose, cioè l'interazione diretta via Rete tra dispositivi, con un controllo umano davvero ridotto
Ci si convince dell'efficacia della digitalizzazione del mondo, ovvero la riduzione delle sue evidenze - ciò che è percepito dai nostri sensi o dallo studio del mondo - a modelli matematici elaborabili , appunto, da calcolatori digitali.
Si prevede che tale digitalizazione sia il solo modo possibile per modellare il mondo e raicavarne le informazioni necessarie alla nostra vita.
Ma è davvero così? Davvero possiamo digitalizzare il mondo?
In fondo il mondo non è propriamente digitale.

Risultati immagini per mondo digitale

Quando si accende una lampadina si passa immediatamente da uno stato di buio ad uno stato di luce, è dunque un modo discreto ( binario, digitale) di interpretare il fenomeno luce buio.
Ma l'alba?  Quando si passa dalla notte al pieno giorno si attraversa un ininterrotta gradazione della luce solare, che è difficile discretizzare  in pochi valori numerici.  La misura della temperatura corporea ( già di per sè discretizzata, perchè non andiamo a misurare oltre i decimi di grado) quando si ha la febbre varia in modo continuo, non passa dai 36° ai 40° in un secondo.
E' solo per ragioni pratiche che assegnamo soglie e barriere e definiamo diversamente un fenomeno a seconda del fatto  che stia al di là o al di quà di tale soglia.
( Qui non mi addentro nella meccanica quantistica - che peraltro non conosco - dove la discretizzazione assume altri significati )
I sensori che misurano le grandezze fisiche devono essere in grado di discriminare le variazioni di tali grandezze ( analogiche) e solo successivamente, per ragioni di utilizzo, assegnare a tali variazioni valori numerici in cifre ( digit, in inglese, da qui digitale ).
In questa rivoluzione che vede dispositivi elettronici sempre più pervasivi e dedicati a supportare la nostra vita quotidiana ( domotica, automotive, smart city, etc. )  la differenza non è dunque data  dalla moltiplicazione delle capacità di calcolo, dall'aumentare la potenza dei calcolatori, ma dalla abilità nel "leggere" e interpretare il mondo.
Il modello della legge di Moore non è più sufficiente.

Già da tempo l'azienda in cui lavoro lo ha capito. Integrare in un solo sistema capacità di calcolo (digitale) e sensori o regolatori del mondo esterno ( analogico e spesso con potenze molto più alte di quelle abitualmente in gioco in un calcolatore)  è stata una sfida che sin dagli anni ottanta si è giudicata di fondamentale importanza. Grazie ad uno dei pionieri della microelettronica, Bruno Murari ( anche  inventore e promotore di un'altra classe di strumenti i MEMS, i giroscopi e gli accelerometri che popolano i nostri smartphone), una tecnologia che comprendesse tutti questi aspetti si è diffusa con crescente interesse e oggi, benchè quasi quarantenne, si dimostra fondamentale per superare gli ostacoli di interazione con il mondo esterno che sono la chiave di svolta della nuova elettronica, più vicina all'uomo.

mercoledì 4 novembre 2015

Un articolo su Enea De Marchi

Un ricercatore, professore all'Università della Martesana, ha redatto un breve scritto sulla figura di Enea De Marchi.
Vi invito alla lettura.

Visioni di Futuro
Appunti
Commento sul mio taccuino ( cartaceo e in web) gli argomenti che di volta in volta mi sembrano più interessanti, con un obiettivo semplice: cercare di migliorare e rendere più chiara la mia visione del mondo. E se questo può aiutare anche voi, ne sono felice.