lunedì 22 giugno 2015

Da puzzle dell'informazione a quadro della conoscenza.

In altre occasioni ho citato il diagramma DIKW che traccia il processo mentale che dai dati porta alle informazioni e alla conoscenza. (qui anche  un breve trattato)
Nell'estrema semplicità del modello non viene evidenziato come si passa dalle dall'uno all'altro livello concettuale. Quando i dati cessano di essere tali e diventano informazioni? Quando le informazioni vengono metabolizzate e si può parlare di conoscenza?
Dati, informazioni, conoscenza e saggezza... sembra facile...


Per il passaggio dalle informazioni alla conoscenza, un parallelo illuminante può essere dato dal famoso gioco del puzzle. All'acquisto del puzzle si ha l'intero contenuto informativo in una scatola, ma esso non è organizzato, tanto che osservandolo non si ha la percezione che esso permetta la realizzazione dell'immagine target ( quella che solitamente c'è sulla confezione).
E non è nemmeno sufficiente porre i pezzi l'uno accanto all'altro in modo ordinato. Fossimo anche in grado di posizionare i pezzi al posto giusto, non avremmo comunque un immagine completa.
Il solo modo per ottenere il risultato sperato è trovare il giusto incastro per ogni pezzo, cioè considerare  il contenuto informativo di ogni tassello in funzione delle relazioni che esso può avere verso gli altri.
Le relazioni tra i tasselli sono evidenziate dalla forma stessa del tassello, che rappresenta la capacità di collegarsi in modo (quasi) univoco con i tasselli adiacenti. Capire la relazione possibile e metterla in atto ( incastrando un tassello in un altro) è l'operazione mentale necessaria per la riuscita del puzzle.

Risultati immagini per puzzle wiki
Un esempio di puzzle inerente al tema di questo post: il logo di Wikipedia.
La conoscenza come interconnessione universale
Non è forse questo il processo che porta alla conoscenza? Non è forse mettendo insieme singoli elementi, singolari punti di vista che si arriva ad ottenere il quadro completo?
Spesso il processo non è semplice, il numero dei pezzi da mettere in relazione è molto alto, gli indizi dell'immagine non sono chiari. Entra allora in gioco la conoscenza pregressa,  i puzzle già realizzati con successo. Grazie a loro il processo mentale per stabilire le relazioni è semplificato, e si raggiunge l'obiettivo più velocemente.

Perchè dedicarsi a queste riflessioni che potrebbero sembrare peregrine?
Mi sembra che approfondire i meccanismi che sottendono alla trasmissione delle informazioni, così come gli aspetti della comunicazione, aiutino a comprenderne il valore.
Sommersi come siamo da contenuti  di qualsiasi tipo, spesso più indirizzati a  sottrarci qualcosa (il più delle volte denaro) che a costituire vantaggio per la nostra vita,  comprendere le strutture fondamentali della catena informative ci aiuta ad essere un po' più robusti, un poco più preparati da affrontare la grande babele dell'informazione.

lunedì 15 giugno 2015

Contravvenzione

"Fiiiihhhhhh!"
Il trillo del fischietto rompe la soporifera calma del quartiere, molto di più dell'occasionale rombo di un aereo che da Linate decolla con una rotta inusuale, o delle agghiaccianti sirene che  sovente segnalano il passaggio salvifico di una ambulanza.
"Si fermi, lei è in contravvenzione!"
"Oh, la miseria, cos'ho fatto mai?"
"Non vede? Questo è senso unico, e lei lo sta percorrendo contromano."
"Ma sono in bicicletta!"
"Appunto! Fosse stato a piedi.. ma lo sa che il codice della strada si applica anche ai velocipedi?"
L'uomo in bici si mette a ridere.
"Velocipede? ma questa è una bici!"
Il vigile si spazientisce.
"Mmm! Per velocipede si intendono tutti quei veicoli a propulsione muscolare, pertanto include la bicicletta."
"Ok, okay!  Però credevo che in ambito urbano fosse concesso ai 'velocipedi' di percorrere i sensi unici contromano."
"Eh, troppo facile così! Ci dovrebbero essere indicazioni in tal senso. ad esempio dovrebbe essere indicato chiaramente che il senso unico non vale per le bici. E comunque la legislazione non è chiara. Quindi lei è in contravvenzione."
"Si ma..."
"Oltretutto, se le dovesse capitare qualcosa, sa che le assicurazioni potrebbero rivalersi sul  fatto che lei ha violato il codice della strada per rifiutarle un eventuale rimborso?"
"Sì, va beh. Però io come faccio? Lo sa che se dovessi seguire pedissquamente, anzi se dovessimo seguire, perchè qui siamo in centinaia, forse migliaia in tutta la città che percorrono strade contromano. Se dovessimo seguire, dicevo, tutte i sensi unici e le regole del codice della strada, a quanti rischi di incidente andremmo incontro?"
"Oh, che esagerato!"
"Eh, provi lei a immaginare che tutti i ragazzi delle medie di  ritorno da scuola, invece di percorrere via Torriani contromano si immettessero in via Adua, notoriamente stretta e trafficata. A che rischio andrebbero incontro?  E per chi proviene dalle zone di via Cadore, come potrebbero fare per raggiungere il centro?"
"Beh... aspetti... mi pare... ma da via Piave, no?"
"No! No, mio caro vigile. Se dovessero seguire tutte le indicazioni dovrebbero percorrere via Dalla Chiesa sino alla rotonda con via Adua, percorrere la rotonda, dico!  la rotonda! e poi tornare indietro un tratto per immettersi in via Piave."
"Ma... non c'è un passaggio all'altezza della via?"
"C'era, ma ora hanno ridisegnato la segnaletica orizzontale e la linea centrale da tratteggiata è diventata continua, Quindi a regola non potremmo attraversare lì. Chiaramente tutti lo fanno, come tutti gli automobilisti girano a sinistra."
"Uh, sono confuso."
"Pensi un po' noi! Allora, me la fa la contravvenzione?"
"Vada, vada! Ma stia attento!"


Una conversazione immaginaria ma non troppo sulla diatriba dei sensi unici della zona via Torriani, via Piave.
Il punto di tutta questa faccenda è se si voglia fare veramente gli interessi di una comunità di persone che vive il territorio in modo sostenibile ( ad esempio spostandosi in bicicletta, e facendo proprio il territorio ) o ci si abbandoni a logiche burocratiche  e tecnocratiche ( l'importante è fare lavori nell'ambito della normativa, ma come questi lavori sono stati pensati, non importa). Una differenza importante, forse vitale.


giovedì 11 giugno 2015

Lavori a metà

Dalla vicenda urbanistica che  ha visto, obtorto collo,  coinvolto il nostro quartiere e della quale ho  raccontato qui e sui social network  si potrebbero trarre alcune considerazioni  sulla comunicazione e sulla percezione, che potrebbero interessare  anche a chi cernuschese non è.
Nelle attività che richiedono un alto livello di automatismo (quali la guida di un qualsiasi mezzo), la percezione è falsata dall'abitudine. Capita a tutti di imboccare una strada che precedentemente aveva un senso di marcia a noi favorevole, mentre ora è in senso vietato.
E' dunque opportuno un periodo di preavviso che segnali le modifiche in corso in modo evidente, così che venga  percepito  correttamente dall'utente e tale percezione prevalga sull'automatismo dell'abitudine.
Questo è stato fatto correttamente nella prima fase, quando a cambiare verso fu via Torriani.
(ci si può peraltro chiedere quanto possano essere utili testi con font che costringono l'autista a concentrarsi sulla lettura anzichè sulla strada.).
Poi più nulla.
Ci siamo trovati riduzioni di strade da doppio a unico senso, con relativi indicazioni di divieto di accesso, e persino in alcuni casi inutili divieti di sosta da un giorno all'altro, senza preavviso ne notifica. Ma il punto più emblematico è l'immissione in via Piave da via Dalla Chiesa.

Nell'intenzione dei progettisti, in via Piave con direttrice da nord a sud, ci si può immetttere solo provenendo da ovest ( quindi girando a destra) mentre  chi arriva da est dovrebbe proseguire sino alla prima rotonda e tornare indietro per un tratto di una cinquantina di metri. Cosa  che nelle intenzioni del progettista forzerebbe un minore flusso passante sulla via stessa.
Peccato che hanno trascurato di

  1. segnalare efficacemente la modifica ( non ci sono stati in questo caso cartelli ad uso deigli automobilisti e dei cittadini);
  2. modificare la segnaletica orizzontale (sino a ieri);
  3. usare una efficace segnaletica verticale ( vi è un obbligo a proseguire diritto, ma persino io, avendo saputo dell'installazione, l'ho notato, confuso com'è con i numerosi segnali blu che già popolano il tratto. Sarebbe forse stato più opportuno ( sempre se a norma) installare un divieto di svolta a sinistra, il cui colore rosso sarebbe stato notato con più facilità.
Un po' troppi cartelli blu.... 


L'inefficacia delle misure adottate mi è stata testimoniata dalle risposte di automobilisti che interpellati da alcuni vicini hanno risposto di non aver notato nessuna segnalazione e anche dal fatto che tale errore è stato fatto da rappresentanti della polizia locale, con auto di servizio.

...tanto che nessuno nota l'obbligo di proseguire diritto 


Risulta chiaro da questi fatti che

  1.  la struttura responsabile ha probabilmente una certa difficoltà organizzativa al suo interno, non essendo in grado di pianificare un intervento organico;
  2. non è stata fatta nessuna riflessione sulla percezione e sull'attenzione richiesta agli automobilisti e ai cittadini;
  3. non è stata fatta nessuna riflessione sulla sicurezza, tenendo conto del flusso pedonale e ciclistico della zona e che comunque la velocità media di chi percorre le strade a senso unico è sensibilmente più alta  ( la prova è che la seconda parte di interventi si è attuata dopo l'incidente che ha coinvolto, senza conseguenze, uno scuolabus. Se non fosse accaduto, saremmo ancora qui in attesa? )
  4. non è stata fatta nessuna riflessione sulla comunicazione. Forse chi si occupa di comunicazione istituzionale ha il focus sulle segnalazioni di eventi, meno sulla vita quotidiana.

L'incongruità di questa operazione è aggravata dalle informazioni, da fonte autorevole. di una nuova stesure del Piano Urbano del Traffico, che sarebbe stato disponibile a fine anno, e che potrebbe modificare ancora la situazione viabilistica della zona. 
C'è da chiedersi a chi spetti il coordinamento di  queste operazioni.
Questo è quanto percepiscono i cittadini; come in altre occasioni, mi piacerebbe essere se non in errore, quantomeno con una visione parziale. 
Sino ad ora, però nessuno ha replicato alle mie opposizioni 
Resto in attesa.


P.S. ad aggravare la cosa, ieri hanno rifatto la segnaletica orizzontale di via Adua, che attende da mesi il rifacimento del manto. Aspettare no, eh?



Appunti
Commento sul mio taccuino ( cartaceo e in web) gli argomenti che di volta in volta mi sembrano più interessanti, con un obiettivo semplice: cercare di migliorare e rendere più chiara la mia visione del mondo. E se questo può aiutare anche voi, ne sono felice.