Nell'estrema semplicità del modello non viene evidenziato come si passa dalle dall'uno all'altro livello concettuale. Quando i dati cessano di essere tali e diventano informazioni? Quando le informazioni vengono metabolizzate e si può parlare di conoscenza?
Dati, informazioni, conoscenza e saggezza... sembra facile... |
Per il passaggio dalle informazioni alla conoscenza, un parallelo illuminante può essere dato dal famoso gioco del puzzle. All'acquisto del puzzle si ha l'intero contenuto informativo in una scatola, ma esso non è organizzato, tanto che osservandolo non si ha la percezione che esso permetta la realizzazione dell'immagine target ( quella che solitamente c'è sulla confezione).
E non è nemmeno sufficiente porre i pezzi l'uno accanto all'altro in modo ordinato. Fossimo anche in grado di posizionare i pezzi al posto giusto, non avremmo comunque un immagine completa.
Il solo modo per ottenere il risultato sperato è trovare il giusto incastro per ogni pezzo, cioè considerare il contenuto informativo di ogni tassello in funzione delle relazioni che esso può avere verso gli altri.
Le relazioni tra i tasselli sono evidenziate dalla forma stessa del tassello, che rappresenta la capacità di collegarsi in modo (quasi) univoco con i tasselli adiacenti. Capire la relazione possibile e metterla in atto ( incastrando un tassello in un altro) è l'operazione mentale necessaria per la riuscita del puzzle.
Un esempio di puzzle inerente al tema di questo post: il logo di Wikipedia. La conoscenza come interconnessione universale |
Spesso il processo non è semplice, il numero dei pezzi da mettere in relazione è molto alto, gli indizi dell'immagine non sono chiari. Entra allora in gioco la conoscenza pregressa, i puzzle già realizzati con successo. Grazie a loro il processo mentale per stabilire le relazioni è semplificato, e si raggiunge l'obiettivo più velocemente.
Perchè dedicarsi a queste riflessioni che potrebbero sembrare peregrine?
Mi sembra che approfondire i meccanismi che sottendono alla trasmissione delle informazioni, così come gli aspetti della comunicazione, aiutino a comprenderne il valore.
Sommersi come siamo da contenuti di qualsiasi tipo, spesso più indirizzati a sottrarci qualcosa (il più delle volte denaro) che a costituire vantaggio per la nostra vita, comprendere le strutture fondamentali della catena informative ci aiuta ad essere un po' più robusti, un poco più preparati da affrontare la grande babele dell'informazione.
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