lunedì 18 giugno 2018

La ricerca della bellezza

Una cosa che sto imparando dalla mia famiglia ( si impara sempre da  chi è in relazione con noi, ma non sempre si è consapevoli di questo) in questi giorni di chiusura delle attività con saggi e esibizioni ma più in generale in questi mesi, anni, è di provare a capire la natura della bellezza.

Si percepisce che nelle attività che hanno scelto, nel preferire la musica, la danza, la letteratura, in tutto quello fanno, che tutti noi facciamo, mossi da pulsioni non sempre e non del tutto esprimibili , vi è la ricerca della bellezza.

Ma di cosa si tratta, veramente?
Non è puramente senso estetico,  a volte frivolo, a volte romantico, quasi sempre avulso dalla realtà.
Non è pura emozione, irresponsabile e libera.
E' compenetrazione del proprio essere nella dimensione dell'esistenza, capacità di cogliere in questo il valore assoluto della esperienza di vita.

 Danza

Musica

Grafica
 Letteratura














L'uomo ricerca in esse una digressione dalla banalità, un pattern modificato nella trama rassicurante ma noiosa, una informazione che rompa la simmetria multilaterale della quotidianità.


è più bello un fiore reale, con  le sue imperfezioni,
o la sua rappresentazione grafica, perfetta ma astratta?

Forse lì abita la bellezza?
Nel trovare sequenze familiari di segni, suoni, movimenti, che avvolgono la mente come un nido, una culla dove trovare rifugio. Ma se ci si limitasse a questo, tuttavia, l'intera arte sarebbe un continuo plagiare se stessa. Sempre uguale, protettrice, bozzolo entro il quale autoriferirsi.
In questo momento di intimità, di annullamento delle percezioni si insinua invece  uno spillo, una digressione, un  elemento nuovo che risveglia la mente, la costringe a essere presente a se stessa, a riformulare l'interpretazione di quello che vede, sente, comprende.

dal Web, free of use

Anche nella pratica dello yoga non è l'estetica del gesto a prevalere, non la sua perfezione, ma il suo equilibrio; l'armonia del corpo rispetto alla mente e all'anima.
Non è forse questa la felicità: essere in uno stato di armonia con le cose e le persone  che ci circondando e con cui interagiamo?
La ricerca della bellezza dunque altro non è che la ricerca della felicità.

venerdì 15 giugno 2018

Ago e filo

Anna Maria
25 luglio 1934

21 maggio 2018





La mia anima è stanca, sfilacciata
Neppure con ago e filo la si può rammendare
Costretta da questa malattia a isolarsi
Nel più remoto angolo del mio corpo.
Questo universo che si restringe ogni giorno
Che ogni giorno addormenta brandelli di coscienza .
Vorrebbe fuggire, la mia anima. Liberarsi.
Tessere trame con l’infinito.
Cucirsi una veste bianca per poter stare al cospetto di Dio.
Ma ancora sono qui, legata alla Terra
Perché è la terra che ci ha nutrito
La terra di cui sono intrisi i giorni più belli della mia famiglia, della mia gente.
Sono legata a quelli che mi hanno voluto bene,
a cui ho voluto bene
Se l’oggi lo viviamo con l’affanno delle cose da fare,
il domani forse sarà il rimpianto delle cose perdute,
sarà soprattutto la nostalgia e la dolcezza de gli incontri che abbiamo avuto.
Sono felice, sì, sono felice.
Lo dico con gli occhi, perché la parola l’ho dimenticata
Come tante altre cose di questo mondo.
La mia anima è pronta, ora.
Pronta a confezionare un nuovo vestito,
non di carne e limiti, ma di pensiero e libertà
pronta a incontrare Luigi, Dino, Stella, Linda e Giuseppe, Giuseppina e Enrico,
e tutti gli altri che mi hanno preceduto.
E infine prima di presentarsi al cospetto dell’Altissimo,
incontrare lui, il mio Antonio,
perché l’amore, quello, non muore mai.


martedì 5 giugno 2018

Pedalando tra le radici






Respiriamo la brezza calda di una giornata che prepara l’estate. Rinnoviamo lo sguardo sulla campagna immobile, testimone del lavoro millenario della terra. Ci ripariamo all’ombra della storia, di mura che hanno sentito il palmo della mano, lo strascinare stanco di piedi di migliaia di nostri antenati.  Ascoltiamo con sorpreso interesse una  storia che è la nostra, degli originari cernuschesi che ce l’hanno nel sangue, ma anche di chi abita qui pur avendo radici lontane. Perché quando si abita veramente una terra, la si fa propria.

Nei giorni che aprivano giugno abbiamo pedalato tra le strade e gli sterrati che uniscono in rete le nostre cascine, grazie alla Libreria del Naviglio che ha organizzato,   Mauro Raimondi e Elisabetta Ferrario che hanno spiegato, narrato,  commentato sin quasi a perdere la voce.

Non è stato un tour nostalgico, anche se a volte un senso di perdita affiorava specie nell’assistere alle offese che il tempo e l’incuria hanno recato a molti edifici.  È stato un viaggio nel passato per capire meglio il presente e progettare con più consapevolezza il futuro.  

A testimonianza di questo, il giro si è concluso presso una delle aziende agricole attive nella nostra città, ove giovani imprenditori ripercorrono con intelligenza e determinazione i solchi scavati dai contadini che li hanno preceduti.

A guardar bene, le radici della nostra storia affondano in una buona terra.


Appunti
Commento sul mio taccuino ( cartaceo e in web) gli argomenti che di volta in volta mi sembrano più interessanti, con un obiettivo semplice: cercare di migliorare e rendere più chiara la mia visione del mondo. E se questo può aiutare anche voi, ne sono felice.