venerdì 15 giugno 2018

Ago e filo

Anna Maria
25 luglio 1934

21 maggio 2018





La mia anima è stanca, sfilacciata
Neppure con ago e filo la si può rammendare
Costretta da questa malattia a isolarsi
Nel più remoto angolo del mio corpo.
Questo universo che si restringe ogni giorno
Che ogni giorno addormenta brandelli di coscienza .
Vorrebbe fuggire, la mia anima. Liberarsi.
Tessere trame con l’infinito.
Cucirsi una veste bianca per poter stare al cospetto di Dio.
Ma ancora sono qui, legata alla Terra
Perché è la terra che ci ha nutrito
La terra di cui sono intrisi i giorni più belli della mia famiglia, della mia gente.
Sono legata a quelli che mi hanno voluto bene,
a cui ho voluto bene
Se l’oggi lo viviamo con l’affanno delle cose da fare,
il domani forse sarà il rimpianto delle cose perdute,
sarà soprattutto la nostalgia e la dolcezza de gli incontri che abbiamo avuto.
Sono felice, sì, sono felice.
Lo dico con gli occhi, perché la parola l’ho dimenticata
Come tante altre cose di questo mondo.
La mia anima è pronta, ora.
Pronta a confezionare un nuovo vestito,
non di carne e limiti, ma di pensiero e libertà
pronta a incontrare Luigi, Dino, Stella, Linda e Giuseppe, Giuseppina e Enrico,
e tutti gli altri che mi hanno preceduto.
E infine prima di presentarsi al cospetto dell’Altissimo,
incontrare lui, il mio Antonio,
perché l’amore, quello, non muore mai.


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