lunedì 31 gennaio 2011

Ancora sulla scrittura: le motivazioni profonde

Proseguendo con il discorso fatto qui, un altro livello di interpretazione della parola scritta (e che propongo di aggiungere come codice ultimo oltre ai quattro elencati nel post precedente)  e` quello che scandaglia le motivazioni ultime che spingono l'uno a scrivere e l'altro a leggere. Perche` entrambe sono azioni che esprimono un bisogno che nasce dal profondo della nostra essenza. Il bisogno di condividere esperienze, impressioni, pensieri. Di essere in sintonia con altri appartenenti della nostra specie,di stabilire con essi un rapporto empatico.  L'uomo non puo` fare a meno dei propri simili e tutte le esistenze ( a meno di patologie) trovano senso in funzione degli altri, siano essi amici o nemici. Scrivere ( e leggere di conseguenza) e` un modo per stabilire un legame "a distanza" , legame molto piu` solido della comunicazione che sta prepotentemente prendendo il sopravvento grazie alle nuove tecnologie.
Si e` spinti a comunicare dalla voglia di condividere. E il tema ultimo di cui l'umanita`  cerca risposte e` sul perche` della vita e della morte, sul ruolo che abbiamo in questo universo ( o che l'universo ha in funzione nostra). E siccome la risposta: 42  non e` sufficiente, ecco che la ricerca si muove verso risposte piu` accessibili, o orizzonti piu` limitati. Allora qualsiasi cosa puo` aiutarci nella comprensione: migliorare una tecnica, comprendere un enigma, risolvere parole crociate, oltre che liberare in noi endorfine positive, ci avvicinano sempre piu` ad un livello di comprensione piu` alto ( "Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo a faccia a faccia" -1Cor 13,12 ).  Spesso inconsapevolmente.
Dunque tramite le storie che si raccontano, dalle pagine che dispiegandosi  narrano di avventure o di vite gettate, di trionfi e di sconfitte, di disillusioni e di speranze, ognuno di noi spera di trarre un po' di luce che rischiari la nostra avventura qui sulla terra.
In conclusione, la semantica di questo codice ultimo e` quella di indicare di quanto attraverso la scrittura, ci avviciniamo alla verita`.

giovedì 27 gennaio 2011

Per non dimenticare

E` stato il momento piu` abietto, piu` degradante della evoluzione recente del genere umano. Il sommarsi di odio, opportunismo, deviazione  ha portato a teorizzare la negazione dell'altro, la negazione della stessa essenza umana, annichilendo le anime delle vittime per le sofferenze patite e quelle dei carnefici per il rifiuto ad appartenere ad una unica fratellanza.
Non dobbiamo dimenticare.

lunedì 17 gennaio 2011

I codici della scrittura

La scrittura  e` una esperienza di comunicazione.

Come comunicazione e` sottoposta alle leggi per essa teorizzate: esiste un emittente, l'autore ed esiste un ricevente, il lettore. La comunicazione avviene attraverso un codice, in questo caso la lingua italiana, grazie ad un canale ( il mezzo e` il libro o il giornale o il PC, il canale e` quello distributivo o il web, tanto per semplificare ).
Il contesto e` quello genericamente sociale, e l'oggetto della comunicazione ( l'argomento trattato) e` il referente.
Fin qui si obbedisce alle definizioni date da Shannon e altri nei suoi lavori, base teorica necessaria allo sviluppo delle odierne telecomunicazioni.
Tuttavia nelle relazioni umane quanto descritto sopra fa da supporto ad un piu` ricco paradigma di interazioni,  che presuppongono l'instaurarsi di una relazione tra le persone, al di la` del messaggio effettivamente emesso.
La scrittura, soprattutto narrativa, in questo contesto si trova con una duplice difficolta`: la prima e` quella di stabilire una relazione scrivente-lettore che sia stabile e di fiducia reciproca ( se non sono convinto che chi mi legge sara` in grado di apprezzarmi, non mi metto nemmeno a scrivere, viceversa se quello scrittore non mi convince, non lo reputo interessante, il suo libro neanche lo apro ), usando mezzi che non permettono l'interattivita` perche` dotati di un  solo canale trasmissivo, in uscita per lo scrivente ( quindi in ingresso per il lettore).
La seconda difficolta` e` quella di veicolare un messaggio che esprima compiutamente e a tutti i livelli i pensieri dell'autore. Cosi` come in Contact, dentro il primo livello di messaggio ( la successione di numeri primi sino al 261) ne contiene un altro, una trasmissione televisiva, e ricorsivamente questo contiene le istruzioni per costruire una astronave, ma in definitiva quel che vogliono dire gli extra terrestri e`: sappiamo che siete li`, veniteci a trovare" , allo stesso modo un brano di narrazione esprime differenti livelli, e sta al lettore il compito, che e` proprio cio` che rende la lettura piacevole, di scoprirli e interpretarli.
Senza nessuna pretesa, ma con l'arroganza datami dall'estesa ignoranza ( su cui sara` interessante fare una riflessione)  accostandomi agli studiosi di letteratura e di comunicazione, vorrei anch'io proporre la mia categorizzazione dei livelli interpretativi della narrazione, che esprimo in quattro codici:

1) Codice sintattico:  la lingua che usiamo, espressa nella corretta forma grammaticale,  e` il veicolo utilizzato per trasportare il messaggio ( la narrazione) al fruitore che, forte di un linguaggio comune - reso tale da comunanza non solo di vocabolario, ma anche di contesti e conoscenze. Tale codice potrebbe essere accomunato al mezzo se non fosse per la ricchezza di ambiguita` che  una lingua dispone.

2) Codice narrativo: la storia che si racconta, ovvero il susseguirsi di vicende che compongono la narrazione. solitamente e` il primo livello interpretativo, quello piu` semplice. A questo la maggior parte della gente si ferma
3) Codice dell' immaginazione: le emozioni e le immagini che vengono evocate dalla narrazione. Nello svolgersi della storia vengono evocate immagini, situazioni, atte a mettere in empatia il lettore e far crescere in lui un livello emotivo 
4) Codice semantico: quello che la narrazione vuole veramente dire.

La profondita` di un racconto sono a mio parere dipendenti dalla capacita` dell'autore di maneggiare opportunamente questi codici,  proponendo  una buona miscela che renda la lettura intrigante e piacevole. Se non si tengono presente questi differenti livelli interpretativi ( non necessariamente cosi` come li ho codificati io, ma con questa sostanza di pensiero ) il prodotto che ne deriva sara` con buona sostanza piuttosto scadente.




 La scrittura: creativita` e metodo

Riferimenti: 
  • Watzlawick P., Beavin J.H., Jackson D.D., Pragmatica della Comunicazione Umana, 1971, Roma, Astrolabio
  • Shannon C.E., A Mathematical Theory of Communication , 1948, The Bell System Technical Journal, vol.27
  • Sagan C. Contact,  1985
  • ...

venerdì 7 gennaio 2011

Essere ingenui, per non dire gonzi, in rete e anche fuori

L'ingenuita` e` una caratteristica umana, nemmeno del tutto negativa, credo derivante dalla naturale empatia necessaria a vivere un vita di comunita` come la nostra.
Essa però diventa pericolosa quando si incontra chi di questa ingenuita` si approfitta.
Crescendo, un bimbo spontaneamente ingenuo acquisisce quelle conoscenze ed  esperienze che  lo portano a diffidare di chi afferma che gli asini volano ( perche` non ne ha mai visto uno e non dispongono di ali ) o che seminando monete nel campo dei miracoli se ne potranno avere cento volte tanto.
Nell'eta` della maturita` si puo` cascare nella rete dei truffatori o semplicemente dei contaballe solo se questi sono veramente bravi, se argomentano con competenze che a noi mancano, se usano tecniche seduttive che abbassano le nostre difese sociali e ci portano a fidarci di loro. Ma e` una operazione molto dispendiosa per chi la attua e il cittadino medio non si lascia incantare troppo facilmente ( diverso sono i casi come quelli delle truffe agli anziani ,  dove scattano altre leve quali l'innalzamento del livello di preoccupazione per le proprie condizioni di vita ).
Ci si potrebbe aspettare che lo stesso scetticismo possa essere applicato alle frequentazioni in rete... invece si cade come pere mature nella rete degli ingannatori, complice forse l'immediatezza dell'interfaccia utente delle applicazioni web, che portano ad agire senza pensare molto alle conseguenze, che si presume siano semplicemente virtuali, mentre purtroppo alcune volte sono pesanti anche nella vita reale.
Non è nemmeno necessario che chi inganna lo faccia per secondi fini: a volte basta che una diceria, una falsa notizia piaccia e venga fatta circolare per poi diffondersi a macchia d'olio nella rete.
E' il caso delle bufale, notizie spacciate per reali e che invece sono costruite ad arte o sono il frutto di un sovraccarico di informazioni nono verificate che come un meme si diffonde quasi in maniera autonoma, sfruttando proprio l'ingenuità di alcuni degli abitanti della rete. ( Peraltro il galateo della rete, la netiquette, vieta le catene di sant'Antonio,

Di per se questi fenomeni non sono deleteri; posto che non si creda più alla mail della signora vedova dell'ambasciatore del Ghana che ti chiede aiuto per depositare una ingente somma , quello che al massimo può capitare è di trovarsi la mail piena di messaggi inutili ... ma è proprio solo questo il rischio?
Non si corre piuttosto il rischio di perdere di vista le infinite possibilità che lo strumento internet offre e ridurlo ad un semplice amplificatore di gossip e disinformazione?
Tutti concordano nel ritenere dirompente l'innovazione tecnologica che permette di creare piazze virtuali nelle quali condividere pensieri, immagini, scoperte. Ma la base per la costruzione di un modo efficace di comunicare, che si districhi anche dal pantano dell'information overload  è data dalla certezza della verità, dal pensare che esista una onestà di fondo, e che esistano gli strumenti per garantire  che la verità sia sempre al primo posto.
 Perchè questi strumenti esistono. Il primo è la propria capacità di analisi critica, quel senso di fastidio quando si legge di uno scoop troppo appetibile per essere vero o se arriva da canali sospetti.
Un altro, fondamentale, è l'aiuto che ci viene da siti come quelli di  Paolo Attivissimo per la lingua italiana tenace esploratore della rete e del mondo della comunicazione alla ricerca delle verità  alle quali troppo spesso viene preferita la notizia ad effetto o la diffusione di paure irrazionali. In caso di dubbio, consultatelo.

L'evoluzione della razza umana verso un mondo migliore passa anche dalla capacità di scegliere  e di cogliere la verità nelle cose che ci circondano. La rete è una grande opportunità per questo, cerchiamo di sfruttarla bene.

lunedì 3 gennaio 2011

Nuovo anno, emozioni eterne

 Alle porte del nuovo anno, una sporta di luci, immagini, sensazioni, emozioni.
Pronti per diventare storie...



Appunti
Commento sul mio taccuino ( cartaceo e in web) gli argomenti che di volta in volta mi sembrano più interessanti, con un obiettivo semplice: cercare di migliorare e rendere più chiara la mia visione del mondo. E se questo può aiutare anche voi, ne sono felice.