L'ingenuita` e` una caratteristica umana, nemmeno del tutto negativa, credo derivante dalla naturale empatia necessaria a vivere un vita di comunita` come la nostra.
Essa però diventa pericolosa quando si incontra chi di questa ingenuita` si approfitta.
Crescendo, un bimbo spontaneamente ingenuo acquisisce quelle conoscenze ed esperienze che lo portano a diffidare di chi afferma che gli asini volano ( perche` non ne ha mai visto uno e non dispongono di ali ) o che seminando monete nel campo dei miracoli se ne potranno avere cento volte tanto.
Nell'eta` della maturita` si puo` cascare nella rete dei truffatori o semplicemente dei contaballe solo se questi sono veramente bravi, se argomentano con competenze che a noi mancano, se usano tecniche seduttive che abbassano le nostre difese sociali e ci portano a fidarci di loro. Ma e` una operazione molto dispendiosa per chi la attua e il cittadino medio non si lascia incantare troppo facilmente ( diverso sono i casi come quelli delle truffe agli anziani , dove scattano altre leve quali l'innalzamento del livello di preoccupazione per le proprie condizioni di vita ).
Ci si potrebbe aspettare che lo stesso scetticismo possa essere applicato alle frequentazioni in rete... invece si cade come pere mature nella rete degli ingannatori, complice forse l'immediatezza dell'interfaccia utente delle applicazioni web, che portano ad agire senza pensare molto alle conseguenze, che si presume siano semplicemente virtuali, mentre purtroppo alcune volte sono pesanti anche nella vita reale.
Non è nemmeno necessario che chi inganna lo faccia per secondi fini: a volte basta che una diceria, una falsa notizia piaccia e venga fatta circolare per poi diffondersi a macchia d'olio nella rete.
E' il caso delle bufale, notizie spacciate per reali e che invece sono costruite ad arte o sono il frutto di un sovraccarico di informazioni nono verificate che come un meme si diffonde quasi in maniera autonoma, sfruttando proprio l'ingenuità di alcuni degli abitanti della rete. ( Peraltro il galateo della rete, la netiquette, vieta le catene di sant'Antonio,
Di per se questi fenomeni non sono deleteri; posto che non si creda più alla mail della signora vedova dell'ambasciatore del Ghana che ti chiede aiuto per depositare una ingente somma , quello che al massimo può capitare è di trovarsi la mail piena di messaggi inutili ... ma è proprio solo questo il rischio?
Non si corre piuttosto il rischio di perdere di vista le infinite possibilità che lo strumento internet offre e ridurlo ad un semplice amplificatore di gossip e disinformazione?
Tutti concordano nel ritenere dirompente l'innovazione tecnologica che permette di creare piazze virtuali nelle quali condividere pensieri, immagini, scoperte. Ma la base per la costruzione di un modo efficace di comunicare, che si districhi anche dal pantano dell'information overload è data dalla certezza della verità, dal pensare che esista una onestà di fondo, e che esistano gli strumenti per garantire che la verità sia sempre al primo posto.
Perchè questi strumenti esistono. Il primo è la propria capacità di analisi critica, quel senso di fastidio quando si legge di uno scoop troppo appetibile per essere vero o se arriva da canali sospetti.
Un altro, fondamentale, è l'aiuto che ci viene da siti come quelli di Paolo Attivissimo per la lingua italiana tenace esploratore della rete e del mondo della comunicazione alla ricerca delle verità alle quali troppo spesso viene preferita la notizia ad effetto o la diffusione di paure irrazionali. In caso di dubbio, consultatelo.
L'evoluzione della razza umana verso un mondo migliore passa anche dalla capacità di scegliere e di cogliere la verità nelle cose che ci circondano. La rete è una grande opportunità per questo, cerchiamo di sfruttarla bene.
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