giovedì 19 gennaio 2012

Le parole della Parola: Verbo

Prologo

I testi religiosi sono stati, lungo tutto l’arco della storia dell’uomo,  punto di riferimento per migliaia di persone che spesso avevano come sola opportunità di conoscenza proprio  il testo sacro.
Ma le parole sono nate prima. Dalla religione hanno ricevuto una investitura, un sigillo  carico di significati che sovente trascendono quello originario.
E ogni parola, in forza del suo significato, del suono che la evoca, del contesto in cui nasce, che cosa ispira? Quali sentimenti, che collegamenti logici e istintuali?
Spinto dalla curiosità, ho voluto esplorare in modo laico (ma non del tutto, perché nell’approccio ad un Libro Sacro non si può prescindere dalla religione) alcune delle parole ospitate nella Bibbia. ( Non ho tenuto in considerazione i testi sacri delle altre religioni per pura ignoranza, ma potrebbe essere opportuno sottolineare che anche il Corano è considerato Parola di Dio)
Non e` che avverta l’ esigenza di un ulteriore contributo esegetico  ( con che ruolo, poi, visto il carattere dilettantesco di questi miei scritti) , piuttosto vorrei comprendere quanto questi termini si siano poi radicati nella cultura e negli usi del nostro mondo occidentale.
Ho selezionato dunque alcune delle parole più evocative, e ho cercato di lavorarci su.

Verbo


Ci sono due pagine che in particolare vedono la Parola evidenziata nel suo significato primario per la Bibbia: la Creazione  e l’incipit del vangelo di Giovanni

Tutto inizio` da li`.
In principio era il Verbo
e il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio. (1)

Dio crea il mondo pronunciando parole.

Poi Dio disse: "Sia la luce!". E la luce fu.(2)

Dall’alba degli uomini la parola, trasmissione di pensieri codificati in suoni prima, in simboli grafici poi, e` stata il segno distintivo che ci distingue.
Non solo la semplice codifica di messaggi base quali “cibo”, “pericolo”, “copula”, come avviene in tutti gli animali ( dove alla carenza o mancanza di suoni suppliscono spesso  con messaggi visivi o olfattivi ).
No, qualcosa di ben piu` articolato, che supporti anche pensieri piu` astratti, sogni, aspettative per un futuro in grado di essere immaginato.
Dio usa i segni, ma più spesso la Parola per indicare il suo volere agli uomini.
Ma a ben guardare, Verbo e Parola, per la lingua italiana sono dissimili. Pur riportando ad uno stesso concetto fondamentale, l’espressione del pensiero attraverso un simbolismo riconosciuto da una comunità umana , i  due termini riportano a diverse interpretazioni.
Ove la parola è ispiratrice di un concetto, il verbo si riferisce ad una azione.
Quindi la Parola di Dio indica la strada, ma è il Verbo che questa strada prepara per l‘umanità, a cominciare  dalla Creazione.
A loro volta gli uomini hanno lasciato opere che sfidano i millenni, ma solo attraverso le loro parole tramandate comprendiamo la storia e il pensiero dei nostri padri.
Dal dominio della parola al dominio della Terra in un lampo di centocinquantamila anni, attraverso quasi settemila lingue diverse.
Così la parola si fa  elemento base della comunicazione, si incista nello sviluppo umano, plasma le menti tanto da renderla parte della fisiologia, con lo sviluppo  di gola, faringe e laringe, ma soprattutto con l’allocazione di una area specifica del cervello per la sua elaborazione.
La parola diventa elemento imprescindibile dell’evoluzione umana, essenza stessa della cultura.
La parola, che comunica anche con la sua assenza.
Avviene così che chi si sottrae ad una interazione si sottrae anche all’uso della parola: “Con te non ci voglio parlare” è sottrarre al rapporto con l’altro uno dei canali più ricchi ( ma non annulla il rapporto, che rimane, anche se negativo).
E se con la parola non siamo in grado di spiegare tutto, non è per carenza di vocaboli o incapacità di articolazione:

Non chiederci la parola che squadri da ogni lato
l’animo nostro informe, e a lettere di fuoco
lo dichiari e risplenda come un croco
perduto in mezzo a un polveroso prato.(3)

Ma così come la Parola di Dio genera il mondo, e si incarna nel Cristo, secondo i versetto sopra citati, anche l’uso della parola da parte dell’uomo ha una funzione generatrice. La parola, il verbo, che etimologicamente rimanda alla radice var,  con significati anche di insegnamento e annuncio,  ( da cui deriva anche Word -parola - in inglese ) nel consesso umano sono generatori di idee, storie.
Nel narrare diventiamo dunque anche noi sub-creatori, costruiamo mondi secondari ove far accadere le vicende nate dalla nostra fantasia. L’atto della sub-creazione, che si esprime primariamente  con la parola ( le  immagini, fisse o in movimento, solo  in tempi relativamente recenti si sono aggiunti allo scaffale del sub-creatore), è un moto d’orgoglio, un tentativo di mangiare la mela originaria e ripiantarne i semi un po ovunque.
L’autore, con la sub-creazione “costruisce un Mondo Secondario in cui la nostra mente puo` introdursi. In esso, cio` che egli riferisce e` vero: in quanto in accordo con le leggi di quel mondo. Quindi ci crediamo, finche`, per cosi` dire, restiamo al suo interno”(4).
“La Parola prevale su tutto, perche` creatrice e vivificatrice di immaginazione”.(5)


Riferimenti:
1) Giovanni 1, 1
2) Genesi 1, 3
3) E. Montale, Non chiederci la parola, da Ossi di seppia, 1925
4) J.R.R.Tolkien, Sulle Fiabe, 1939
5) G. De Turris, introduzione a “Il medioevo e il fantastico:, J.R.R. Tolkien, 2003



giovedì 12 gennaio 2012

Progettare una interfaccia utente

Quando  ci si trova a progettare una interfaccia utente, ovvero, per i profani, una qualsiasi forma di accesso da parte del soggetto umano ad un dispositivo in grado di automatizzare funzioni ( sia esso un orologio o un tablet, una pulsantiera di lavatrice o una console per videogiochi ), anche chi come me lo fa solo saltuariamente deve tener conto di una serie di fattori:
la predisposizione dell'utente finale alla interazione con l'interfaccia e come  riuscire ad agevolarne l'approccio;
la rappresentazione visuale dell'interfaccia,
la sua contestualizzazione
l'interazione prevista e le sue modalita` realizzative.
in tutto questo ci aiuta, oltre che un certo grado di esperienza,  il lavoro fatto da chi questi temi li tratta professionalmente ( non certo io che, pur realizzando interfacce per lavoro, mi considero in questi campi come puro dilettante). Degno di nota e` il progetto di mettere a disposizione in Creative Commons una intera enciclopedia di progettazione delle interazioni: la fondazione Interaction-Design.org ha proprio questo come scopo principale, la messa a disposizione gratuita delle risorse educative per l'interazione uomo-macchina e la sua progettazione. A questo progetto contribuiscono nomi illustri quali Don Norman che con la sua Caffettiera mi ha aperto gli occhi sull'interazione degli uomini con le cose (  Cose che piacciono a Luca Chittaro, altro esperto di riferimento).
Certo, poi si deve fare i conti con l'inerzia degli utenti, che spesso ( nonostante siano persone che lavorano in una azienda che ha tra i piu` alti  livelli di innovazione e con tecnologie tra le piu` avanzate) tendono a preferire il consolidato ( e stantio) al nuovo.
 
il primo draft di modifica della GUI dalla vecchia ( in alto) alla nuova


E` comunque un lavoro interessante, che ti porta non solo a ragionare su come trovare soluzioni piu` veloci ed efficaci delle precedenti, ma anche a cercare di pensare come farebbero gli utenti .

martedì 10 gennaio 2012

Le foto che non ho fatto

Le foto che non ho fatto:
la luna piena posata sui tetti al termine della notte,
l'airone cinerino alla luce radente del sole invernale,
il profile delle grigne velato di rosa aurora
l'aria assonnata e di sfida di mio figlio al  primo risveglio dopo settimane di vacanze
la fatica dei primi ad aprire la giornata nel freddo buio del mattino
la luce che invade la casa con lentezza e senza rumore.
Foto che non ho fatto e non faro`
Immagini che devo custodire, da non diffondere....

mercoledì 4 gennaio 2012

Il Curioso cambia

Ad un certo punto, il Curioso si e` accorto di essere stanco.

Si e` voltato indietro e si e` reso conto di aver passato cinque anni e mezzo a curiosare tra le vetrine e gli scaffali della Libreria, e a scriverne su Voce Amica.

Ora si prende una pausa. Vuole capire se alla rubrica cosi` come era impostata oggi (segnalazioni e recensioni, con qualche critica e parecchia pubblicita` per la Libreria, con lo scopo sotteso di far pensare il lettore in merito ad  un certo tema) si puo` sostitituire una strada differente di analisi, che parta ad esempio dalla parola.

Ci sta pensando. E lavorandoci su.

Intanto ha raccolto i suoi contributi in un solo documento ( non e` sicuro che ci siano tutti, potrebbe averne perso per strada qualcuno, nel caso segnalateglielo ), che trovate qui.

Come sempre, Buona lettura.


Appunti
Commento sul mio taccuino ( cartaceo e in web) gli argomenti che di volta in volta mi sembrano più interessanti, con un obiettivo semplice: cercare di migliorare e rendere più chiara la mia visione del mondo. E se questo può aiutare anche voi, ne sono felice.