lunedì 24 novembre 2014

Viva Caparezza

Vorrei essere come Caparezza. Cogliere il PUNTO di un tema e renderlo poesia.
Non ascolto musica quanto vorrei, ma mi è capitato nelle orecchie questo pezzo del tricoricciuto e gli ho prestato un po' di attenzione.  Un inno alla scrittura come pochi oggi riescono a fare. Dovrebbe essere eletto a inno per tutti gli scrittori-
Visti i numerosi riferimenti,  alcuni evidenti altri (perlomeno a me, data la vistosa ignoranza) oscuri, rimando a quest'ottimo articolo .



China Town

Non è la fede che ha cambiato la mia vita, ma l'inchiostro 
che guida le mie dita, la mia mano, il polso. 
Ancora mi scrivo addosso amore corrisposto 
scoppiato di colpo come quando corri Boston! 
Non è la droga a darmi la pelle d'oca ma 
pensare a Mozart in mano la penna d'oca là 
sullo scrittoio a disegnare quella nota Fa 
la storia senza disco nè video nè social. 
Valium e prozac non mi calmano datemi un calamo o qualche penna su cui stampano 
il nome di un farmaco. 
Solo l'inchiostro cavalca il mio stato d'animo, 
chiamalo Ippotalamo, 
lo immagino magico tipo Dynamo 
altro che Freud, un foglio bianco, 
per volare alto lo marchio come le ali di un Albatros. 
Per la città della China mi metto in viaggio, da bravo, 
pellegrinaggio ma non a Santiago, vado a China Town. 
Rit: Vado dagli Appennini alle Ande, 
nello zaino i miei pennini e le carte, 
dormo nella tenda come uno scout, 
scrivo appunti in un diario senza web lay-out.

China Town. 
Il luogo non è molto distante, 
l'inchiostro scorre al posto del sangue, 
basta una penna e rido come fa un clown, 
a volte la felicità costa meno di un pound. 

China Town, il mio Gange  la mia terra santa la mia mecca. 
Il prodigio che da voce a chi non parla a chi balbetta. 
Una landa lontana come un amico di penna 
dove torniamo bambini come in un libro di Pennac. 
Li si coltiva la pazienza degli amanuensi, 
l'inchiostro sa quante frasi nascondono i silenzi. 
D'un tratto esplode come un crepitio di mortaretti 
come i martelletti della olivetti di Montanelli. 
Le canne a punta cariche di nero fumo, il vizio, 
di chi stende il papiro come uno scriba egizio. 
Questo pezzo lo scrivo ma parla chiaro, 
nell'inchiostro mi confondo tipo caccia al calamaro. 
Sono Colombo in pena, che se la rema 
nell'attesa di un attracco nella rena 
salto la cena. Scende la sera, penna a sfera 
sulla pergamena ma, non vado per l'America 
sono diretto a China Town. 
 (Rit. )
E'con l'inchiostro che ho composto ogni mio testo. 
Ho dato un nuovo volto a questi capelli da Billy Preston. 
Il prossimo concerto spero che arrivi presto, 
entro sudato nel furgone osservo il palco spento. 
Lo lascio lì dov'è, dal finestrino il film è surreale 
da Luis Bunuelarrivo in Hotel e, 
la stanza si accende, è quasi mattino, 
c'è sempre una penna sul comodino. China Town. 
Il luogo non è molto distante, 
l'inchiostro scorre al posto del sangue, 
basta una penna e rido come fa un clown, 
avvolte la felicità costa meno di un pound.

martedì 18 novembre 2014

Samantha, Rosetta, Ambition e Interstellar

Il cortocircuito l'ho avuto quando ho visto il video dell'intervento di Samantha Cristoforetti ( era alla Maker Faire Rome ), l'astronauta italiana che a breve abiterà l'ISS per sei mesi,  Tra le descrizioni delle sue attività di preparazione, ha fatto un paio di omaggi ad altrettanto opere  fantascientifiche; Guida Galattica per gli Autostoppisti e Star Trek.  Ella ha affermato che sono state anche esse fonte di ispirazione ,oltre alla passione per la tecnologia e la scienza, alle narrazioni delle avventure spaziali e al cielo terso che da piccola osservava dalla sua casa, per la sua carriera. Ma il nesso non l'ho colto subito, anche se ruotava tra i miei pochi neuroni come  un satellite intorno ad un pianeta. Sentivo che c'era qualcosa che avrei dovuto notare, ma ancora non sapevo cosa.



Poi c'è stata l'avventura di Rosetta. La sonda che dopo dieci anni di viaggio raggiunge la cometa, il Lander che tocca la superficie, le foto,  ma soprattutto il suggestivo film che l'ESA ha commissionato per l'avvenimento: Ambition.


Un cortometraggio che, da un futuro lontanissimo  evoca  il primo contatto con una cometa ( la missione Rosetta, appunto), come segno dell'ambizione e dell'ostinazione della  razza umana.

Ecco dunque  che il tema, la relazione tra scienza e fantascienza si  fa più chiaro.
Provo ad elaborare quello che  secondo me è il punto che accomuna il racconto di futuri ( o presenti) possibili e lo studio del mondo così com'è, secondo criteri oggettivi e misurabili
Quello che mi sento di dire è che lo scopo della fantascienza non è quello di prefigurare come potrebbe essere il mondo futuro in base a congetture o a scoperte scientifiche vere o eventuali. L'obiettivo ultimo, come sostanzialmente in tutti i generi letterari, resta quello di scovare e studiare l'animo umano, le sue sfaccettature, la sua capacità di reagire ad imprevisti e catastrofi, caratteristiche che trascendono le epoche e i contesti storici.
Se Asimov ha narrato di robot, lo ha fatto evidenziando e spesso mettendo alla berlina comportamenti tipicamente umani.
La saga di Star Wars è tutto sommato un romanzo di formazione.
2001 Odissea nello Spazio,  racconta il balbettìo dell'uomo, i suoi primi vagiti  di fronte all'infinito che lo ospita, di cui ha compreso solo pochi atomi.
Tra lo sfrecciare di astronavi, i dialoghi con robot più o meno senzienti, le profonde oscurità dello spazio, quello che conta è l'uomo e  il suo posto nell'Universo.
La narrazione fantscientifica si propone come stimolo all'approccio scientifico, che aiuta a capire il "come" delle cose, ma ambisce a ragionare sul "perchè", risposta che si trova inequivocabilmente dentro di noi, sempre che esista.


Qui si innesta allora  il colossal del momento,  Interstellar che ( a dispetto delle incongruenze  ad esempio descritte qui dall'ottimo Paolo Attivissimo - utile leggere anche i commenti -, che ringrazio per gli spunti e le informazioni che ama condividere) si dimostra un forte generatore di emozioni.
E la ricerca, tutta, sia essa scientifica che umanistica, sia etica che religiosa, non ha forse come forte motore la parte emozionale della nostra mente?
Non siamo Vulcaniani, i nostri progressi, personali e globali, sono fortemente guidati dalle emozioni che proviamo, soddisfazione quando qualcosa riesce, ansia nell'affrontare una avversità, resilienza quando qualcosa va storto ma non si vuole mollare e, appunto,  ambizione.

Non c'è dubbio che viaggiare nello spazio, sia da astronauta, che seguendo una sonda grande poco più di una scrivania, o attraverso le immagini su un grande schermo, è sempre una emozione grande.

giovedì 13 novembre 2014

Prendere al lazo la cometa con lo smartphone

Abbiamo cavalcato la cometa, come in certi fumetti degli anni 50.

Abbiamo, inteso  come umanità, perchè il lavoro "sporco" se lo sono fatto i tecnici e gli scienziati che hanno dedicato a questo progetto più di ventanni di lavoro. Nelle dichiarazioni a commento dell'avvenuto aggancio del Lander Philae alla cometa, un dirigente ha affermato che, specialmente quando si ha successo, tutto sembra così semplice.
E' una percezione che ci accompagna sempre, nei confronti di ogni oggetto tecnologico. Ci si dimentica quanta competenza, quanto studio sia necessario, per realizzare un qualsiasi manufatto, dai più complessi come i telefoni cellulari a quelli che appaiono quasi banali nella loro semplicità, come lo scatto libero nella bicicletta.
Eppure  la progettazione di un oggetto non vede solo riversate le  competenze tecnico-scientifiche di chi lo ha realizzato,  ma  anche del lavoro precedente, che ha fornito quel substrato di conoscenza dal quale ha  potuto evolvere.
I successi dell'umanità dipendono dal fatto di essere saliti sulle spalle dei giganti che ci hanno preceduto, come ebbe a dire Isaac Newton.
Siamo debitori agli scienziati di oggi e di ieri del progresso tecnologico che abbiamo letteralmente tra le mani. Quando ci dedichiamo al prossimo stupido giochino sullo smartphone, cerchiamo di ricordarcene.

Appunti
Commento sul mio taccuino ( cartaceo e in web) gli argomenti che di volta in volta mi sembrano più interessanti, con un obiettivo semplice: cercare di migliorare e rendere più chiara la mia visione del mondo. E se questo può aiutare anche voi, ne sono felice.