domenica 23 dicembre 2007

Xmas

Xmas e' una abbreviazione molto usata nel mondo anglosassone per indicare il Natale.
wikipedia(http://it.wikipedia.org/) ne propone molte interpretazioni. Tra le tante mi piace pensare che il termine sia correlato alla croce di Cristo. In questo modo nello stesso nome si racchiude tutta l'essenza della presenza di Gesu` sulla terra, la nascita, ovvero il Natale, e la morte ovvero la croce. Perche` non e` che a Natale si diventa piu` buoni per magia. Ma per il sangue di un uomo, del quale si ricorda piu` volentieri la nascita che la sua morte e Risurrezione.

martedì 18 dicembre 2007

Limite

Posso immaginare un Dio che entra nella storia, si fa uomo, fa miracoli, muore e risorge per il riscatto dell'umanità.
Quello che non riesco a immaginare è un Dio infinito.

lunedì 3 dicembre 2007

Qualcuno ha chiesto il testo di un mio (vecchio) lavoro sul Natale. Questo mi lusinga e colgo l'occasione per metterlo a vostra disposizione. E' in dialetto milanese ( più propriamente cernuschese, altrimenti i puristi mi spellano vivo ): chi avesse difficoltà a comprenderlo trova in calce la traduzione italiana.
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Stella

Orante:
“ Nel terzo mistero gaudioso si contempla la nascita di Gesù nella capanna di Betlemme
Ave maria gratia plena Dominus tecum ....”

I basej de questa gesa hinn semper pussè difficil de faa. Una volta entravi chi denter drissa 'me un fus. Adess invece són tuta storta, fò fadiga a vegnì fin chì da cà mia.
Fa fregg incö. Al senti in di oss.
Gh’è poca gent, in gesa a quest'ura. Dumè on quaivunn che'l se cunfessa. Gia`, duman l'è Natal. Anca quest'ann te nasset, Signur. Hinn tutt in festa. Tutt che se fann dì regaj.
Che regal te me fet, Signur? Te me purtaa via tuscos. Te duvarisset famm un regal.

“Avemaria graziaplena dominustecum”

Fa fregg in gesa, stasera. Sperem che stanott se stia mej. Vuraria no ciapam un fregiüu al dì da Natal. Se dopu stu mal, chi l'è che'l vegn a truvam i dì di fest. Menu mal che g'ho un quai neüd. E pö’, duman sun no de per mi.
Duman la me invida la mia neüda, la tusa de mia surela. L'e brava, la me vor ben. Me par de vess in famiglia. Pö’ al so fiulet el me par al mè. L'era piscinin inscì.
Te me le purtaa via tropp prest, al me nanin.

“benedictatu in mulieribus,”

Te se ricordet, cum a serumm felis, 'pena spusaa. L'era subit nassu un fiulet. L'avevum ciamaa Giusepp, cume al to papà. Emm faa appena in temp a videl diventà un bel bambin. Pöo, in trii dì, el s'è malaa e l'è mort. Al gh'aveva nanca quatr'ann. Perchè? Perchè?

“ et beneditus fructusventre tuoiiesus”

Oh, madunina, ti tal seet cosa'l se prova a perd un fioeu. Te l'è perdu anca ti. Perd un bagaj l'è la roba pusse bruta del mund. Ma el to bagaj l'ha vuruu lù murì per nunc. Lu el saveva quel che'l doveva faa. Al me Giusepin vureva dumme' viv, vureva curr, saltà, giugà cume gli alter fiulet! L'è minga giusta, 'sta roba. No che l'è minga giusta.

“Santamaria materdei, orapronobis pecatoribus”

Em faa fadiga a vegni fora da quel dispiasè. Han voja a dì, gli alter. I piang ch'emm faa gli a savemm dumè nunc. Ma dopo on po’ de ann, al dispiasè ‘l diventa nustalgia.
Però, quand urmai se serumm rassegnà a viv sensa fioeu, s'è incumincià a malà el me omm. L'è durata pussè de quatr’ ann, la sua malattia.
A l'è staa quasi semper in lecc, per quatr’ ann. E dal lecc el me ciamava,
“Stela, te me poded purtà un bicier d'acqua? Stela, te me cumpraa el giurnal?”
Mi disevi nient, se pò no dà cuntra ad un malat. Ma ‘l me pesava stagh adree.
Quand el stava per murì, el m'ha dì: “Stela, Stelina mia, sunt adree anda` a truva` al nost fiulet, chissa se l'è cuntent de vedemm.”
Mi g'ho respunduu: “Segur che'l sara` cuntent. Ma tì, aspetta! Lassum chi no de per mi.”
Invece lu l’ha fa un surìs e l'è partì .

“Nunc et in hora mortis nostrae”

Te me purta via al fioeu, poo l'omm. Me piasaria tant savè perchè. Hinn pasà vint’ann de alura, Vint’ann de per mi. Dumè i ricord m’hann fa cumpagnia per ‘sti vint’ann.
Te set no sta` bun cun mi. Forsi te vurevet mettum alla prova?

“Amen”

Voo a cà adess, turni stanott. Scüsa Signur se t'ho stufàa coi me' lament. Sunt vegia, parli mai cun nissun. Almen ti te me ascultet.
Scusa anca a ti, Madunina. Ti te me capisset mej de chiunque alter.
Fa fregg stasera. Mej cuprìs ben. Varda ‘ma l’è seren.
Che bela stela quela. La sbarluscia pussè di alter. Signur, le quest al to` regal? Una stela tuta per mi? Grazie, Signur, grazie.

“Ave Maria, gratia plena, Dominus tecum. Benedicta tu in mulieribus, et benedictus fructus ventris tui Jesus.
Sancta Maria Mater Dei, ora pro nobis peccatoribus, nunc et in hora mortis nostrae. Amen”


Loris G. Navoni

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Trad. italiana

I gradini di questa chiesa sono sempre più difficili da fare. Una volta entravo “dritta come un fuso” ( eretta e a passo svelto). Adesso sono tutta storta, faccio fatica a venir qui da casa mia.
Fa freddo oggi, lo sento nelle ossa.
C’è poca gente in chiesa a quest’ora. Solo qualcuno che si confessa. Già, domani è Natale. Anche quest’anno nasci, Signore. Sono tutti in festa. Tutti si fanno regali. Che regalo mi fai , Signore. Mi hai portato via tutto. Dovresti farmi un regalo.

Fa freddo in chiesa stasera. Speriamo che stanotte si stia meglio. Non vorrei prendermi un raffreddore la notte di Natale. Se poi sto male, chi viene a trovarmi nei giorni di festa? Meno male ho qualche nipote. Poi domani non sono da sola.
Domani mi invita la mia nipote, la figlia di mia sorella. È brava, mi vuole bene. Mi pare di essere in famiglia. Poi il suo bambino sembra il mio. Era piccolo così. L’hai portato via troppo presto, il mio bambino.


Ti ricordi come eravamo felici, appena sposati? Era subito nato un bimbo. Lo avevamo chiamato Giuseppe, come il tuo papà. Abbiamo fatto appena in tempo a vederlo crescere. Poi in tre giorni, si è ammalato ed è morto. Non aveva nemmeno quattro anni. Perché? Perché?

O Madonnina, sai cosa si prova a perdere un figlio. Lo hai perso anche tu. Perdere un figlio è la cosa più brutta del mondo. Ma tuo figlio ha voluto morire per noi. Lui sapeva cosa doveva fare. Il mio Giuseppe voleva solamente vivere, voleva correre, giocare, saltare come gli altri bambini. Non è giusto. Non è giusto.

Abbiamo fatto fatica a superare quel dispiacere. Han voglia a dire, gli altri. I pianti che abbiamo fatto li sappiamo solo noi. Ma dopo un po’ di anni, il dolore diventa nostalgia. Però, quando oramai ci eravamo rassegnati a vivere senza figli, si è ammalato mio marito. E’ durata più di quattro anni, la sua malattia.
È stato quasi sempre a letto, per quattro anni. E
dal letto mi chiamava.
“Stella, mi puoi portare un bicchiere d’acqua? Stella, mi hai comprato il giornale?”
Non dicevo niente, non si può contraddire un malato. Ma mi pesava curarlo.
Quando stava per morire, mi ha detto:
“Stella, Stellina mia, sto per andare a trovare nostro figlio. Chissà se sarà contento di vedermi.”
Gli ho risposto: “ Certo che sarà contento. Ma tu aspetta! Non lasciarmi da sola.”
Invece lui ha sorriso ed è partito.

Mi hai portato via il figlio, poi il marito. Mi piacerebbe tanto sapere perché. Sono passati vent’anni, da allora. Vent’anni da sola. Solo i ricordi mi hanno fatto compagni, in ‘sti vent’anni. Non sei stato buono con me. Forse volevi mettermi alla prova?

Vado a casa, adesso. Torno stanotte. Scusa Signore se ti ho stancato con i miei lamenti. Sono vecchia, non parlo mai con nessuno. Almeno tu mi ascolti.
Scusa anche a te, Madonnina . tu mi capisci meglio di chiunque altra.
Fa freddo stasera. Meglio coprirsi bene.
Guarda com’è sereno.. Che bella stella quella. Risplende più delle altre. Signore è questo il tuo regalo? Una stella tutta per me? Grazie Signore, Grazie.

venerdì 30 novembre 2007

La bellezza frattale

La bellezza è frattale.
Frattale è la replica dello stesso disegno ( in senso lato, non in senso figurativo) a diversi livelli dimensionali. Il mondo intorno a noi è frattale. Le piante hanno un modello frattale nel loro codice genetico e questo viene usato per crescere e svilupparsi.
Frattale è moltiplicare se stessi nello spazio.
Ma è anche divisione:
dividere un corpo per replicare copie.
E' il dividersi affinchè parti di se possano esistere.
La croce di Cristo è frattale: dall'asse principale si ramifica nei due bracci e nella parte superiore.
Il legno si divide per sostenere il corpo dell'uomo.
E chi più di Cristo si è diviso per replicare se stesso in un modello frattale che noi siamo chiamati a replicare?

martedì 27 novembre 2007

Per me, il Natale.

Il Natale non è niente.
È solo un povero bimbo sfigato, nato da una famiglia di sfigati, con il padre artigiano che paga tutte le tasse , fino all’ultimo euro, e che fatica dodici ore al giorno per mantenere la famiglia, con il mutuo-capestro, la madre disoccupata.
È un bambino che nasce in una roulotte, un container, una casa okkupata, una tenda da profughi, una casa del comune ad affitto agevolato.
È figlio di quelli che comprano Prada e Logan e Armani per non sembrare sfigati, che acquistano il plasma 32 pollici con comode rate a partire da agosto 2008, che forse non riusciranno a pagare.
Il Natale non è niente.
È il cumulo di regali che sei costretto ad acquistare, perche sennò che Natale è, e i bambini sono sempre lì che li aspettano, i regali.
È l’abbagliarsi con le luci, i Babbi Natale tutti deficienti a salire sui balconi e sulle finestre con scale di lucine, quando è così comodo passare dal camino.
È l’ipocrisia degli auguri a tutti, per un buon natale, un buon anno, che sia meglio di quest’ultimo, e che nevichi un po’ ma non troppo sennò si deve bestemmiare a capodanno per mettere le catene.
Sono io che in questo natale mi arrabbio e me ne andrei lontano, in un paese dove non lo festeggiano il natale, così eviterei tutto questo.
Non si diventa più buoni a Natale. È un palla che ci raccontiamo per giustificare gli altri trecentosessantaquattro giorni.

Ma poi lo vedi , Gesù, negli occhi nel corpo dell’ultimo nato.
Vedi la sua debolezza di piccolo essere che comunica con segnali ancestrali.
Vedi quello che potrà diventare: scienziato, medico, poliziotto, sacerdote, artista.
Vedi la vita che sta scoppiando in lui.
Capisci che questo Gesù, quello che stai vedendo nel corpo di tuo figlio che sta crescendo, di tua nipote appena nata, del figlio deboluccio del tuo amico, di quel giovane scapestrato che passa davanti a casa tua, ti salva dal peccato originale.
Ti salva dal perdere la speranza.
Allora capisci che non si festeggia il natale. Si festeggia la Vita.
E allora tutto acquista un senso.
E accendi anche tu le luci del presepe.

lunedì 26 novembre 2007

Il curioso in libreria - Dicembre 2007

Rubrica letteraria sulle pagine di Voce Amica di Cernusco s/N


Natale, la rivoluzione del pensiero

Nella consuetudine della pratica religiosa, ci troviamo spesso a fare i conti con una condizione di assuefazione ai concetti rivoluzionari che il messaggio di Cristo sottende.
Lo scandalo della Croce, il comandamento dell’amore, ci risultano così familiari da non suscitare in noi una riflessione che ponga la nostra vita a confronto con essi. Le sfide della sopravvivenza quotidiana, gli innumerevoli stimoli nella direzione della assuefazione sociale e etica ( mentre la “direzione ostinata e contraria” è quella del Vangelo) ci fanno dimenticare il senso di essere cristiani.
Fa dunque bene ritrovare questo modo di rendere concreti i temi della proposta cristiana in persone e situazioni apparentemente non vicine al mondo cattolico . E se le motivazioni profonde che spingono in questa direzione non coincidono proprio con le nostre probabilmente è solo questione di punti di vista. Purche’ il risultato non sia poi usato come strumento ideologico.
Sorprende ma consola dunque un po’ leggere, ad esempio, la proposta di John Thackara, (il suo libro “In the bubble: designing for a complex world” purtroppo è solo in inglese, per ora) esperto di progettazione e innovazione sostenibile, che collabora con amministrazioni, progettisti, aziende per togliere il primato alla tecnologia e sostituirla con l’attenzione alle persone.
Egli afferma che il modello collaborativo , l’organizzazione del quotidiano impostato sull’usare senza possedere e il progettare sistemi sempre più efficienti e vicini alle esigenze delle persone (ad esempio permettere il monitoraggio di pazienti cronici a casa anziché costringerli a quotidiani spostamenti verso l’ospedale, o edificare minimizzando lo spreco energetico e con grande attenzione all’ergonomicità) è il solo modo che l’umanità ha per migliorare la propria esistenza.
Rincuora anche vedere girare in rete quel proclama di Natale Babbo, diffuso da una “rivista energica per la scuola esaurita” www.laricarica.net , che solleva dall’obbligo di fare regali ( tra adulti, ai bambini lasciamo la poesia, ma anche lì… ), proponendo invece di regalare qualcosa di proprio, frutto di tempo e di lavoro personali, non acquistati.
Quel sito riporta inoltre un severo editoriale che vi invito a leggere.

Difficile?

Visto però che la strada dell’inferno è costellata di buoni propositi, se proprio non ce la facciamo a cambiare il mondo o, più prosaicamente, non possiamo fare a meno di fare regali, cerchiamo almeno di contenere i danni, e regaliamo libri. Il perche` ve lo sto scrivendo da mesi.
Allora non fa male dare un’occhiata alle proposte editoriali di questi mesi, magari con un occhio speciale, forti di quanto abbiamo commentato qui sopra.
Tralasciando dunque i best sellers, che comunque a profusione trovate sugli scaffali della Libreria del Naviglio, partirei dall’analisi di un primo concetto, quello della fede: La fede dei cristiani: Spiegata ai non cristiani di Grün Anselm, edizioni San Paolo, non serve solo ai non cristiani: “ In questo libro – scrive l’autore nella Introduzione - vorrei soprattutto sostenere tutti coloro che sono alla ricerca della propria identità aiutandoli a superare la “nebbia dell’incertezza capire le affinità tra le religioni del mondo”.
Sulla stessa lunghezza d’onda, ma con una visione che si allarga a tutte le religioni del mondo è Il demiurgo, di René Guénon, edizioni Adelphi, una raccolta di articoli, di non difficile lettura, sul tema di quello che l’autore, studioso di religioni della prima metà del Novecento, definisce come il Grande Mistero. È la descrizione di un cammino verso Dio, verso la totale immersione in Lui, lo stesso percorso dai mistici di tutte le religioni.
Chiude il cerchio il lavoro di Armando Torno su alcune delle più famose storie della Bibbia: Il gioco di Dio, ed. Mondatori , nel quale analizzando le vicende di personaggi mitizzati o fraintesi, vi legge la relazione tra l’uomo e Dio come puro atto d’amore.

Non solo libri

Nella scandalosa offerta di lavori cinematografici che si sovrappongono e bruciano come una pellicola inceppata, probabilmente Centochiodi (trovate il DVD in Libreria.), come molti dei film di Ermanno Olmi, rimarrà a lungo come pietra miliare di una ricerca spirituale che va oltre allo studio e alla tradizione: “Tutti i libri del mondo non valgono un caffè con un amico” dice il protagonista. Come dargli torto?

martedì 30 ottobre 2007

Il curioso in libreria - Novembre 2007

Rubrica letteraria sulle pagine di Voce Amica di Cernusco s/N


Politica per cristiani

Non posso fare a meno di pensare al Cardinale Carlo Maria Martini senza che mi venga in mente uno dei suoi documenti per me più significativi: quella lettera pastorale “Sto alla porta” , scritta nel 1992 , che analizza l’impegno richiesto al cristiano in merito alle cose del mondo. Se qualche volta mi permetto di intervenire su temi politici è anche grazie alle esortazioni dell’allora arcivescovo di Milano, che così commentava le appena trascorse vicende di tangentopoli: Ci troveremmo oggi così amareggiati e indignati per tante situazioni incresciose che offuscano la nostra vita politica e amministrativa, se fossimo stati un pò più vigili, se avessimo alzato lo sguardo, allargando gli orizzonti oltre le comodità o l'interesse immediato?
Messaggio comunque sempre attuale.
Saluto dunque con piacere il recente libro di Giovanni Bianchi ( già deputato ed ex presidente ACLI ) , Martini “politico” e la laicità dei cristiani, edizioni San Paolo, che interpreta gli sforzi fatti dal cardinale nel formare una coscienza politica in senso cristiano in quanto “il Martini spirituale è politico perché etico, ed è etico in quanto cristiano, a partire da un’esperienza di fede che mette il sale e il sapore nella testimonianza. Martini politico si occupa cioè di antropologia laddove i politici in servizio parlano di regole e organigrammi, quando non si concedono al gossip che non riesce a nascondere un’irrefrenabile passione per il business.”
Il senso che taluni vorrebbero dare all’etica cristiana , di volta in volta bagaglio opportunistico di questo o a quel partito, non è certo quella della logica dello schieramento tout court, ma della ricerca della sintesi tra gli opposti interessi perché a prevalere sia il bene comune ( = di tutti i cittadini, non solo di pochi privilegiati) e la giustizia sociale.
Con buona pace dei polemici commenti su presunte rivoluzioni in oratorio.
In questo senso (come ho già avuto modo di commentare ) il successore di Martini alla cattedra vescovile non è stato certo da meno. Attento alle problematiche sociali, il cardinale Tettamanzi segue con la sensibilità che gli è propria la strada tracciata da Martini, e invita le forze migliori della società ad “Uscire per le strade” per costruire il bene comune.
Azione politica ben più lungimirante di quella di molti nostri amministratori.

venerdì 26 ottobre 2007

La ricerca di Te

Riporto integralmente il testo di questa canzone dei Tazenda : dimostra che si può parlare di Dio ( o parlare a Dio -pregare- come in questo caso) senza usare il linguaggio stereotipato e polveroso di molti nostri religiosi. Meglio sarebbe ascoltarla, ma per quello lascio a voi il piacere di acquistare ed ascoltare il disco ( Vida, Tazenda, 2007 )


A Tie
Babbu de su tempus
Mastru de amore
Segnore ‘e sa luche
Mere ‘e sa vida…

A Te
Che accogli il mio canto insicuro
Dolce le sere di quiete
Muto nella notte dell’inconscio
Il mio profondo essere obbedisce
A Te

Che cogli il mio frutto immaturo
Acerba è la mia ragione
Trema al primo sibilo di vento
E cade nell’oblio del non-Ricordo
Di Te

Portami oltre il pensiero
Aldilà del mistero
Aiuta la mia Essenza a andare via da ogni idea
Invitami ogni giorno alla ricerca di me
La ricerca di Te

Io e Te
Tra galassie e foreste
Uccelli alla bruma dell’alba
I pesci negli abissi degli oceani
Io penso col pensiero d’un bambino
A Te

Con quelli che sanno ascoltarTi
Con quelli che sanno vederTi
Con tutte le creature della luce
Accendo la scintilla nella notte
Con Te

Portami oltre il pensiero (Leami sos pensamentos)
Aldilà del mistero (Juchemi in sos misterios)
Aiuta la mia Essenza a andare via da ogni idea
Invitami ogni giorno alla Ricerca di me
La Ricerca di Te

Leami sos pensamentos (Portami oltre il pensiero)
Juchemi in sos misterios (Aldilà del mistero)
Lea tambene s’ispiritu
E cando mi ides chirchende a mie…
So chirchende a Tie
Chirchende a Tie
La Ricerca di Te

martedì 23 ottobre 2007

Verso il solstizio d'inverno

Sole parallelo alla terra
sempre più a lungo.
Rossi di foglie
alberi e guance di anziani,
vita parallela al tramonto.
Spruzzi di gelo
annunciano il buio.

giovedì 18 ottobre 2007

Una nuova stagione?


Se ho ben capito ieri sera, partecipando telefonicamente a Persona e Città di RCS ( http://www.rcs939.it/) il sindaco di Cernusco sul Naviglio Eugenio Comincini ha preannunciato l'intenzione di rendere la nostra città teatro di una manifestazione paragonabile per importanza ai tanti festival che numerose città italiane ospitano ( della letteratura, della scienza , della filosofia ).

Al di là dello specifico progetto, di per sè prestigioso, ma che se organizzato bene ha il pregio di far permeare il feeling che si crea un po' anche ai cittadini più refrattari, un po' come succede a Mantova quando nei giorni del festival è normale per i cittadini incrociare per strada premi Nobel o grandi maestri della letteratura.
Al di là di questo, dunque, ho percepito un nuova attenzione ai temi culturali non come strumento o demagogico ( nazional-popolare) o d'elite, ma come effettiva diffusione e condivisione della conoscenza. Sarà anche una visione parziale, ma non potrebbe essere l'inizio di una nuova stagione?

lunedì 8 ottobre 2007

La porta stretta

"Sforzatevi di entrare per la porta stretta" Luca,13-24

Ieri ho firmato per una petizione che metta al bando gli OGM. Non sono contrario in assoluto alla manipolazione genetica, se questa può migliorare la vita degli esseri umani. E mentre firmavo, mi interrogavo su questo. E due ordini di pensiero mi venivano in mente. Il primo è che se sugli OGM non abbiamo certezze scientifiche sulla loro tossicità ( ma neanche sulla non-tossicita) in qualsiasi caso questa operazione è guidata dalle multinazionali chimiche e alimentari, che non si preoccupano veramente della salute dell'umanità, ma del profitto che ne può derivare.
Il secondo pensiero è un po' più articolato:
io sono positivista rispetto alla scienza: sono convinto cioè che con adeguate risorse sia in grado di dare spiegazioni e soluzioni sostanzialmente a tutto ( citando Hofstadter - in Godel, Escher, Bach- "ci sarebbe da spiegare l'anima, e al riguardo i calcolatori non hanno niente da dirci").
Però la ricerca necessita di un'etica, se non si vuole arrivare all'eccesso degli ottimi scienziati delle SS, che mettendo in formalina la propria coscienza, non esitarono a effettuare esperimenti magari probanti dal punto di vista scientifico, ma al di fuori di qualsiasi umanità.
Per farl breve, il rischio nell'utilizzo di OGM, così come per il nucleare o per le staminali, è che a prevalere siano gli interessi delle industrie e del mondo economico, non il benessere della popolazione mondiale. E che non sia un rischio millantato ma reale lo dimostra la vicenda del virus HIV, che continua ad essere una minaccia per il continente africano a causa degli interessi delle case farmaceutiche, che dal vaccino vogliono trarre quanto più guadagno possibile.

Eppure la strada "etica" è percorribile. Se non ci fosse stata una opposizione all'utilizzo per così dire "allegro" delle staminali neonatali, pochi progressi si sarebbero fatti nella ricerca sulle staminali adulte ( è di pochi giorni la notizia dell'identificazioni di staminali nel liquido spermatico, tanto per citare un solo esempio ). O lo sviluppo del solare che, visto il trend e avendo finanziamenti adeguati, sarebbe in grado in via potenziale di rendere "neri" tutti i tetti delle città.

Che fare dunque? Credo che il senso dell'etica, sia religiosa che laica, debba guidare le scelte della gente, in primo luogo degli amministratori. E ricordando che il modello di sviluppo mondiale fallisce il suo scopo quando prevale il business alla solidarietà .
Il ruolo di noi semplici cittadini è quello di vigilare, di consumare con consapevolezza le risorse di questa terra e di usare quegli strumenti di "convincimento" delle classi dirigenti che la democrazia, per fortuna, ci da.

giovedì 4 ottobre 2007

Punti di vista

"Non mi interessa sentirmi intelligente guardando in TV dei cretini, preferirei sentirmi un cretino di fronte a persone eccellenti"
(Franco Battiato )


Concordo, anche se a volte qualche soddisfazione dobbiamo togliercela ( e non è difficile, basta accendere la TV a qualsiasi ora).

lunedì 1 ottobre 2007

Solo un sogno ....


Solo un sogno. Non mio, per ora .... ma potrebbe diventarlo.

Il curioso in libreria - Ottobre 2007

Rubrica letteraria sulle pagine di Voce Amica di Cernusco s/N

Crescere nella fede.

I non credenti, agnostici o atei, criticano spesso i cristiani, ma anche chi professa altre religioni ( stranamente, qui in Italia, con maggiore indulgenza verso questi ultimi), perche` ritengono che la fede sia qualcosa di obsoleto, legato a credenze storiche che il positivismo della scienza ha spazzato via, o di fuorviante rispetto ai problemi umani, riportando ad un livello ultraterreno la soluzione degli stessi.
Senza cadere nell’eccesso dell’eccellente matematico dichiaratamente anticlericale Piergiorgio Odifreddi ( ma non conosco le tesi del suo libro “Perche` non possiamo essere cristiani”, pertanto astengo il giudizio ), ci viene contestata l’illogicita della fede, che un ragionamento logico potrebbe smontare facilmente.
Salvo poi gli stessi che contestano la religione oppio dei popoli vanno tranquillamente a leggersi gli oroscopi sui rotocalchi).
Ma cadono sempre nella stessa trappola: la fede non è frutto di una esperienza solo razionale.
Leggere la storia di Gesù, essere partecipi delle sue sofferenze sulla Terra, ma soprattutto condividere con una comunita` questa partecipazione, è esperienza di cuore piu` che di ragione.
Certo, a volte la Bibbia non aiuta, con quel linguaggio essenziale , che sembra non lasciare spazio alle emozioni ( ma quanta poesia nel Magnificat o nel Canti dei Cantici!).
E a volte nei libri, seminascoste, vi sono perle che accrescono la fede costruita sulla Parola, magari offrendo emozioni nuove e, a volte, non del tutto “ortodosse”.
Nella mia personale piccola storia, mi hanno aiutato libri come Siddartha, di H.Hesse o Illusioni, le avventure di un messia riluttante di R.Bach o ancora Il seme sotto la neve del perlopiù dimenticato Ignazio Silone. Ma persino in Arlecchino di Morris West, compianto narratore di spy-story (che tra l’altro previde (!) l’elezione di un papa slavo quindici anni prima dell’elezione di Karol Wojtyla ) ho trovato pagine intrise di fede, se non nel Dio dei cristiani, quantomeno nel Dio che ama gli uomini. Ricordo che fu don Angelo Viganò a guidarmi, involontariamente, alla lettura di quest’ultimo libro. Sono libri piuttosto vecchi questi, ma chiedete in Libreria del Naviglio, vi sapranno aiutare.
Se invece volete ripartire da zero nella conoscenza di Gesù, magari per avere argomenti da replicare agli emuli di Odifreddi, allora la scelta non puo` che cadere su Gesù zero: quello sotto la crosta , di Paolo Curtaz, sacerdote che con questo libro vuole “superare le mode delle dietrologie e dei complottismi e ricuperare con forza l’annuncio su Gesu` dei suoi discepoli che formano la Chiesa”.
Buona lettura.

Il vostro curioso
(lorisnavoni@gmail.com)

venerdì 21 settembre 2007

Allegoria


I libri sono tracce che segnano il cammino dell'uomo nella oscurità della foresta della storia.

Servono agli uomini per ricongiungersi col branco.

Chi non legge è destinato a perdersi.

mercoledì 19 settembre 2007

E' nata la stella, la Stella del Mattino ...

Sono confortato dal fatto che le opinioni che esprimo trovano riscontro in ambiti e ambienti ben più compententi: è il caso dell' Elogio della cultura popolare, dibattito riportato da Avvenire di domenica 16 settembre, nella rubrica Agorà. Con argomentazioni che derivano da una analisi ben più accurata della mia ( si veda il post del 31 agosto , della serie il Curioso in Libreria ) i partecipanti al dibattito cartaceo sottolineano l'importanza dell cultura popolare, a patto che non sia alibi ad uno svuotamento di contenuti del vivere quotidiano. Lo stesso si può dire della lingua italiana, che si dibatte tra slang e neologismi e l'arroccamento di certe frasi fatte dei soloni della cultura o dei politici. Ne fa un ritratto gustoso e intelligente Beppe Severgnini, con le sue Lezioni semiserie.

Stamattina mi è apparsa la Stella del Mattino, che ci accompagnerà nelle levatacce invernali. Mi ha ricordato una canzone, forse la prima composta da loro , dei Kiowa, storico gruppo cernuschese degli anni 80, arrivato alle soglie del successo e poi impossibilitato a compiere "il grande salto". Era un periodo di fermento, quello, con gruppi musicali che spuntavano come funghi e, come funghi, si scioglievano in breve tempo. Ho avuto anch'io la fortuna di esibirmi sui palchi dell'epoca per alcune volte, ma sempre con ensemble create per l'occasione. I due pilastri musicali dell'epoca erano, appunto i Kiowa e i Lokomotiv. Qualcuno di chi legge ricorda quali altri personaggi calcavano le scene a quell'epoca ( ricordo ad esempio un flautista che mi sembrava abbastanza bravo, ma non ricordo il nome .... no, non è il Cassa!).
Abbiamo rivisto alcuni componenti dei gruppi sopraccitati esibirsi alla festa per l'elezione di Eugenio a sindaco. Che sia il preludio per una nuova stagione?

martedì 11 settembre 2007

Gli occhi di Dio

Senti un rumore sopra di te. Roccette smosse che riacquistano un punto di equilibrio poco più in basso. Alzi lo sguardo, e stagliato contro il cielo vedi una sagoma scura.
Uno stambecco, ora immobile, osserva la valle. Poi volta la testa e i suoi occhi incontrano il tuo sguardo.
E scopri che non sono i suoi occhi che ti stanno a guardare.
Sono gli occhi di Dio, che attraverso l'animale vede le opere della sua Creazione.

giovedì 6 settembre 2007

Verso l’alto



Non chiederci perchè.
Non ora. Non qui. Non avremmo parole.
Da sprecare.
Nemmeno una, chè il respiro si abbrevia.

Non chiederci perchè.

Forse per il profumo della libertà
Che pervade l’aria appena superato il crinale
E scende sino alle valli
Risvegliando genti assopite nel buio.

Forse per l’odore acre della fatica
Che impregna i sentieri più erti
E che raggela la pelle
Al soffio di tramontana.

Forse per lo sferzare tremendo delle bufera
Che travolge tende, cuori e bandiere
Mentre il beffardo sospiro delle vette
Attira gli animi inquieti.

Forse per il gorgoglio sommesso
Dell’acqua che, tra le pieghe aspre e materne della roccia
Si mostra nuda, si offre
A chi si accosta bramoso di lei.

Forse per le linee convergenti delle pareti sul nulla.

Ma anche per il tortuoso ascendere
Del serpente senza fine dei sentieri
Che stringe in volute sensuali
I fianchi fecondi delle antiche terre

Non chiederci perchè.
Non ancora. Non fino a quando il cielo
Perderà i suoi colori,
E ci volteremo indietro, misurando i passi.
Allora, solo allora.
All’ultimo soffio
Troveremo.

Loris G. Navoni

venerdì 31 agosto 2007

Il curioso in libreria - Settembre 2007

Rubrica letteraria sul bollettino Voce Amica di Cernusco s/N


Cultura alta, cultura bassa.

Oggi non parlerò di libri, ma di quello che i libri portano, tra le righe, in dote al lettore: una briciola di nutrimento per la sua cultura. È un tema che meriterebbe più delle poche righe che vi posso dedicare, ma l’intenzione, come sempre, è quella di offrire spunti di riflessione.
Vi è da sempre l’uso, specialmente presso qualche presuntuosa conventicola , di distinguere la cultura diffusa presso una ristretta cerchia di persone come superiore a quella più immediatamente fruibile dalla gente, quella più popolare.
È un tema che ricorre spesso nelle discussioni tra gli attori della diffusione culturale, e spesso questa divisione ingenera nella persona di media istruzione una forma di complesso di inferiorità verso le produzioni più elitarie, temendo di non riuscire a coglierne il messaggio.
Si nota tuttavia, nelle discussioni sopraddette, un certo autoreferenziarsi, un isolarsi dalla esperienza reale per vivere un mondo virtuale nel quale solo pochi eletti hanno libertà di parola, e nel quale la porta è aperta a , poniamo, Proust, l’Eco saggista, Zigmunt Bauman ma non a Wilbur Smith, Giorgio Faletti e J.K. Rowling ( Moccia no, lasciatemelo fuori in ogni caso! ), ovvero a chi , con le proprie opere, si rivolge ad un pubblico più vasto, meno “acculturato”.
Ma è proprio vero che esistono una cultura di serie A e una di serie B?
Non è piuttosto uno stratagemma per isolarsi e giustificare una incapacità di comunicare, di parlar chiaro, di trasmettere il proprio pensiero in modo che tutti possano coglierne l’essenza.
Eppure la storia anche letteraria insegna che non è necessario essere difficili per essere grandi. Spesso la fruizione di un’opera può avvenire a diversi livelli. Autori come Omero, Shakespeare, ma anche Manzoni, Melville hanno ottenuto l’immortalità per la loro capacità di scrivere grandi opere con un linguaggio accessibile a tutti.
Del resto, basta far riferimento al Libro per eccellenza, la Bibbia, per accorgersi che il disegno di Dio vi è descritto con linguaggio adatto ad una comprensione anche superficiale ( come fanno i bambini ) eppure talmente denso di significati da far lavorare generazioni di studiosi per millenni.
Se la cultura è quel processo di sviluppo dell’umanità facilitato dall’assimilazione del lavoro di autori e artisti, questi ultimi ( e chi diffonde il loro lavoro) dovrebbero essere consapevoli della responsabilità che hanno nei confronti dell’umanità. E cercare di non arroccarsi sulla torre d’avorio della cultura “alta”, per nascondere la loro incapacità a farsi capire. Ma questa, lo sapete, è solo la mia opinione.

Il vostro Curioso ( lorisnavoni@gmail.com )

martedì 28 agosto 2007

L'altra vacanza


Faccio mia la cartolina dalle vacanze di Alessandro Zaccuri fatta sul Corriere della Sera di sabato 25 agosto. Le location sono differenti e forse un po’ più di basso profilo ( Varazze al posto di Rimini e Piazzatorre, val Brembana anziché le Dolomiti di Pinzolo ). Ma lo spirito è lo stesso: vivere il periodo di vacanze non per raggiungere mete più o meno esotiche, ma per godere del tempo trascorso insieme e dei momenti vuoti ma necessari a riacquistare le energie che i ritmi del resto dell’anno ci prosciugano. E poi in montagna , dice Zaccuri , “hai la sensazione che più sali e più i tuoi bisogni diventano essenziali, alla fine quando arrivi in un rifugio il piacere che ti dà una tazza di tè caldo è impagabile”

lunedì 30 luglio 2007

Alta Via n. 2


Un incontro fortuito, nel momento in cui la vampa del sole cala dietro le case. Sorrisi, abbracci, stupore per i figli che crescono più di quanto ci si aspetti. Scuse reciproche per il tempo nullo dedicato agli amici, ma come si fa? Lavoro famiglia impegni rubano il tempo, più di quanto vorresti, troppo. Il discorso cade sulle montagne, ma non è per le vacanze. Mi dici di aver fatto il Rosa, dopo vent'anni ancora a pestare neve e ghiaccio e roccia. Provo un po' d'invidia per la tua tenacia. Devo farne di allenamento per arrivare al tuo livello. Ma le montagne antiche sono là sull'orizzonte. Vent'anni fa erano la sfida, rappresentavano tutti i nostri sogni. Oggi sono il confine indistinto tra i sogni realizzati e quelli rimasti nel cassetto. E quando in un tramonto particolarmente limpido riusciamo a scorgere il profilo delle montagne a ovest, grigie ombre nella rossa luce, quel profilo rappresenta la nostra vita.
Mai piatta.

giovedì 12 luglio 2007

Frammenti


(suggestioni liguri)

... percorse vicolo S.Bartolomeo, le piaceva molto quel susseguirsi di archetti, e sbucò nella piazza. Il cielo era profondamente limpido.
Condivise parte della focaccia con i piccioni che zampettavano tra infradito e sandali macerati dalla sabbia.
Si avviò sul lungomare, l'aria fresca mitigava la vampa del sole. Osservava la gente .....


(un commento)

Uno studio scientifico afferma che il cervello non riposa mai: anche in caso di anestesia profonda ( nessuna attivià cosciente) il cervello è teatro di attività nervose non differenti da quelle in stato di veglia.
A vedere i comportamenti di certi nostri simili, ci si chiede se non sia vero il contrario.


(creazione)

Dio creò l'uomo,
poi creò la donna.
E vide che si amavano.
Invidioso, creò il
peccato originale.

giovedì 28 giugno 2007

Il grande fratello

Non sempre sulla prima pagina di un giornale è concentrata tanta saggezza: su Avvenire di oggi segnalo il bel Mattutino ( cercate quello del 28 giugno 2007) di Gianfranco Ravasi sulla simbologia del Grande Fratello e sul rischio che corriamo se non teniamo desta l'attenzione sulla verità e sulla libertà. Questo commento è tanto più significativo per il fatto di provenire da un uomo di Chiesa , Chiesa che è oscillata pericolosamente negli anni ( e qualche volta, almeno in parte delle sue gerarchie, anche oggi ) verso gli stessi abissi del Grande Fratello di Orwell.
Da leggere è anche l'editoriale sul cambio della guardia alla guida politica della Gran Bretagna: traccia un parallelo tra i comportamenti dei politici italiani rispetto al resto dell'Europa. Un vizio brutto, quello del reclamare a tutti i costi una poltrona. Un vizio che, lo abbiamo visto, non risparmia la nostra Cernusco

martedì 26 giugno 2007

il curioso in Libreria - Luglio-Agosto 2007

Rubrica letteraria sul bollettino Voce Amica di Cernusco s/N



C’è un trucco che può rendere più piacevole una vacanza, anche se guastata dal maltempo o da attese inaspettate in aeroporto: la lettura. Però le demenziali avventure dei VIP, o i gossip su dove vanno in vacanza le star, o gli istant book solitamente ricchi solo di storielle sceme lasciatele a chi non fa che vivere, tutto l’anno, una vita vacante, e si specchia nelle vite delle personalità pubbliche per non vedere la mediocrità della propria.
Prima di partire passate per una libreria ed acquistate uno o più volumi ( io vi consiglio la Libreria del Naviglio, nella quale trovate ciò che vi suggerisco, ma se siete già al mare fanno un po’ fatica a portarvi i libri ).
Non c’è che l’imbarazzo della scelta.
C’è il nuovo Camilleri, che pur con una ripetitività sugli stereotipi del personaggio Montalbano, ci dona ancora una volta una storia che scava con ironia nell’anima della gente di Sicilia, alle prese con vecchie e nuove mafie ne La pista di Sabbia.
L’anima ecologista de L’uomo che piantava gli alberi , di Jean Giono, ci insegna che “La felicità è una ricerca.Occorre impegnarvi l'esperienza e la propria immaginazione”. Nelle poche pagine di questo libretto si impara la saggezza di progettare la propria vita non solo in funzione di se stessi, ma soprattutto della generazioni future.
Per i ragazzi vale la pena leggersi le avventure di Tobia, un millimetro e mezzo di coraggio, in attesa dell’arrivo dell’ultimo Harry Potter (chi conosce a sufficienza la lingua può acquistare l’edizione inglese, disponibile dal 21 luglio - giusto per ostentarla sotto l’ombrellone a ferragosto, per l’edizione italiana si dovrà attendere la fine dell’anno ).
E ancora suggerisco 7 km da Gerusalemme, di Pino Farinotti un incontro con Gesù romanzato, che spinge ad interrogarsi su quanto sappiamo veramente su quell’Uomo che ha segnato la Storia.
Per chi non teme di confrontarsi con il cinismo della vita , Niccolò Ammaniti sferza il perbenismo con il suo Come Dio comanda, ritratto vivace e grottesco della società contemporanea, che conferma l’autore come uno dei più vivaci ( e capaci di far pensare) nel panorama italiano. Niente a che vedere con Moccia, insomma.
Per finire, Khaled Hosseini , dopo il grande successo de Il cacciatore di aquiloni racconta ancora il suo Afghanistan in Mille splendidi soli, storia di famiglia, amicizia e fede.
Buone Vacanze.
Il vostro curioso (lorisnavoni@gmail.com)

mercoledì 20 giugno 2007

Perchè scrivo

Si scrive perchè si intravede uno spiraglio di luce nella caverna scura della vita, e lo si racconta agli altri.
Non si è più bravi di altri, solo più fortunati. Chi scrive ha il dono di poter comunicare agli altri la scoperta di quel barlume di luce e, come il primo marinaio che avvista la terra dopo mesi di oceano, ha pure il dovere di farlo.

lunedì 18 giugno 2007

Pensa differente

Ecco i pazzi.
I disadattati.
I ribelli.
I contestatori.
Quelli sempre al posto sbagliato.
Quelli che vedono le cose in modo diverso.
...

Puoi lodarli, disapprovarli, citarli,
Puoi non credere loro, puoi glorificarli o denigrarli.
Ma ciò che non potrai fare è ignorarli.
Perché loro sono quelli che cambiano le cose.
Inventano. Immaginano. Curano.
Esplorano. Creano. Ispirano.
Mandano avanti l'umanità.
Forse devono per forza essere pazzi.
Altrimenti come potresti guardare una tela vuota e vederci un'opera d'arte?
O sedere in silenzio e sentire una musica che non è mai stata composta?
O guardare un pianeta rosso e immaginare un laboratorio su ruote?
...

E se alcuni vedono la pazzia, noi vediamo il genio.
Perché le persone così pazze da pensare di poter cambiare il mondo
sono quelle che lo cambiano.


(Think different, campagna pubblicitaria Apple, anni '90 )

venerdì 15 giugno 2007

Sopra di noi l'universo


Abbiamo una conoscenza delle cose che è così ampia da andare al di là di ogni nostra aspettativa.

Sappiamo con relativa precisione l'età dell'universo, come è composta la materia, le caratteristiche del nostro corpo e come si comporta la nostra mente.

Ma a che serve?

Il nostro orizzonte fisico è limitato, così come le nostre capacità: Possiamo forse smuovere una stella? Possiamo attraversare una galassia in un tempo ragionevole? O vedere i movimenti degli atomi ?

Possiamo solo sperare di vivere per un tempo che è un battito di palpebre rispetto all'età dell'universo. Siamo per lo più confinati in questa sfera di roccia protetti da un velo di gas che potrebbe essere spazzato via da uno starnuto del sole.

Che vale dunque vivere con questa prospettiva?

Possiamo soltanto vivere cercando di dare il meglio di noi stessi, affinchè la nostra vita abbia un senso nel mettere a disposizione qualcosa per gli altri.

lunedì 4 giugno 2007

Quando un figlio diventa uomo

Professione di fede - adolescenti 1993


Ho notato l’altra sera, con sorpresa, che gli occhi del mio figlio maggiore che mi stava parlando erano alla stessa altezza dei miei, Dunque è alto come me, forse di più, tra breve mi guarderà dall’alto al basso.
Sarà perché è la prima volta, ma è strano.
Da quattordici anni sono abituata, per parlare con i miei figli, a chinarmi.
E ora mi accorgo che il grande mi sta di fronte, fisicamente quasi adulto;
e mi attraversa un sentimento strano, fra l’orgoglio e il disorientamento.

Non posso non ricordare che – appena ieri – si aggrappavano a me per camminare; poi sulle scale, un giorno si sono liberati dalla mia mano dicendo: “Da solo! Sono grande, ormai!”. Poi puntualmente inciampavano nei gradini troppo alti, acciuffati un attimo prima di rotolare a terra.
Riaffiorano alla mente le tappe della loro crescita.
Rivedo le facce fiere e un po’ spaventate del primo giorno di scuola.
Recite di Natale e poesie a memoria, e pomeriggi gelati ai bordi di un campetto da calcio dove un branco di ragazzini si azzuffava senza riuscire a trovare il pallone.
E sempre, per quattordici anni, loro erano piccoli, e io grande. Io che li proteggevo, loro protetti.

Sicché quello sguardo scambiato alla pari, l’altra sera, è il principio di una rivoluzione. Tuo figlio è grande, e non ti capaciti di come sia successo così in fretta; né sai davvero come sarà, d’ora in poi, lo stare di fronte a quello che non è più il tuo bambino.
Che emozione in quell’improvviso riconoscere, in tuo figlio, un uomo.

È lo stupore antico delle madri e dei padri, una generazione dopo l’altra, nel sentirsi silenziosamente superati.
E il ringraziamento sgorga per chi ha aiutato tuo figlio nel sorpasso, dagli insegnanti che in questi anni lo hanno accompagnato nella scoperta del sapere, agli educatori, che sono cresciuti insieme a lui come fratelli maggiori, e a don Andrea, tenace costruttore e guida di un cammino che trova compimento oggi, nella loro Professione di Fede.
Vai, dunque! Parti! Vorresti sapergli dire con la faccia lieta di chi sia certo di un lieto destino. Ma non ci riesci, per quanto ti sforzi, e quello sguardo sul figlio, alto ormai più di te, diventa troppo lungo e pensieroso.

“Cos’hai? Perché mi guardi così?” chiede lui stupito, lui che non sa e che ancora non potrebbe capire. Niente, rispondi , ma non è vero.
In un istante qualunque di una sera come tante è cambiata , in silenzio, una stagione – come quando ci si alza al mattino e l’aria fresca dice che, in una notte, l’estate è finita.

Libero adattamento da un articolo di Marina Corradi (Noi Genitori e Figli, del 25 marzo 2007) , elaborato da Gabriella e Loris Navoni

lunedì 28 maggio 2007

Il curioso in libreria - Giugno 2007

Rubrica letteraria sul bollettino Voce Amica di Cernusco s/N


Il tema della disabilità mentale in letteratura è quanto di più appassionante e drammatico al tempo stesso si possa avere. Appassionante per quanto l’esplorazione della mente e dei suoi meccanismi può dare all’uomo nel tentativo di comprendere se stesso. Drammatico per le implicazioni sociali ed emozionali che si hanno per le conseguenze che la condizione di disabile porta allo stesso, alla sua famiglia e alla comunità sociale di cui fa parte.
Come non partire dagli autorevoli volumi di Oliver Sacks, famoso per il suo Risvegli, da cui è stato tratto un eccellente film con De Niro e Robin Williams, ma anche per un altro libro dal titolo inequivocabilmente indicativo delle patologie che egli quotidianamente osserva: L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello. Entrambi editi da Adelphi.
Escludendo la letteratura scientifica, chi vuole scrivere di tale condizione deve riuscire a restare in equilibrio, per dare il giusto risalto alle manifestazioni della disabilità senza scadere nel sensazionalismo e senza urtare la sensibilità di chi vive quotidianamente a contatto con questa realtà.
Riesce bene in questo intento Mark Haddon con Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte edizioni Mondadori, un quasi giallo visto con gli occhi di un ragazzino affetto da una forma di autismo. Sconvolge il modo impersonale del ragazzo di narrare i drammi familiari di cui è inconsapevole causa oltre che vittima.
Un altro esempio che in una certa misura rompe gli schemi e l’omertà sul problema è quel Centro di Igiene Mentale di Simone Cristicchi (Mondadori) che in accoppiata con l’ormai famosa canzone ascoltata a Sanremo “Ti regalerò una rosa” riafferma, se pur sul piano culturale, il diritto dei cosiddetti “matti” a venire riconosciuti non solo come problema ma soprattutto come persona.
Ancora più drammatica è la vicenda narrata da Kim Edwards nel suo romanzo d’esordio, ispirato ad un episodio veramente accaduto: Figlia del Silenzio, Garzanti.
Vi contiene tutta l’angoscia e le difficoltà di avere un figlio disabile mentale e il prevalere dell’amore sulle paure e sulla stanchezza.

martedì 22 maggio 2007

Al di là degli schieramenti

Al di là degli schieramenti, al di là delle radici locali o nazionali, c’è una categorizzazione della politica che è trasversale.
Proverò ad elencare alcune di queste categorie.
Ci sono persone che hanno idee per Cernusco, e altre che, non avendone, ricorrono ai temi di interesse nazionale per ricondurre la discussione su binari più consolidati.
Ci sono persone animate da un sentimento di rivalsa, da una ansia di realizzarsi attraverso gli strumenti della politica e che per questo si gettano nella mischia elettorale, e altre che semplicemente pensano “cosa posso fare per la mia città?”
Ci sono quelli che paventano rivoluzioni copernicane nel modo di intendere la vita sociale se prevarrà questa o quella coalizione, e altre che prefigurano scenari in cui a prevalere sarà il dialogo, il confronto, la partecipazione.
Ci sono persone che concepiscono la legalità a senso unico, contravvenendo alle regole se in contrasto con i propri scopi, e altre che la concepiscono nel segno del rispetto.
Agli elettori è richiesta una opera di discernimento , ancora una volta , senza strettamente sottostare alle divisioni destra, centro, sinistra - e questo va contro gli interessi miei e dei miei amici, ma non me ne vogliano - perché in ambito locale (ma anche nazionale), la differenza la fanno le persone, per capire di cosa (di chi) effettivamente Cernusco ha bisogno.

sabato 12 maggio 2007

E le biciclette?

Passo l'incrocio di Via Manzoni, via Torriani e scorgo due cartelloni, provvidamente eretti in queste ultime settimane di campagna elettorale. Mi avvicino, illustrano il progetto del rifacimento dell'incrocio che ho appena superato. Non sono urbanista, non ho niente da dire sull'idea di predisporre l'ennesima rotonda e sistemare l'area prospiciente la scuola. Noto però una cosa, comune a praticamente tutti gli interventi sulla viabilità fatti negli ultimi anni. Le biciclette sono sostanzialmente ignorate: niente corsie preferenziali, nessuna soluzione urbanistica che le agevoli. Tenendo conto dei problemi che affliggono una città come la nostra, assediata dai flussi automobilistici che la stringono in una morsa micidiale, non facilitare per quanto possibile l'uso del mezzo che è secondo solo ai piedi quanto a praticità e facilità di movimento in ambiente urbano è quantomeno sintomo di miopia politica. L'evoluzione di una città non si misura dall'altezza dei propri grattacieli, ne dalla qualità dell'aredo urbano, ma da quanto una città è attenta ai suoi abitanti, alle proprie esigenze, alla loro qualità della vita.

lunedì 30 aprile 2007

Essere razionali

Essere razionali aiuta ad organizzare meglio la propria giornata.
Ma il mondo è reso bello dalla parte irrazionale della nostra vita

venerdì 20 aprile 2007

Transition towns



Cernusco sul Naviglio una transition town?


Usare solo le biciclette, installare pannelli solari, costruire in modo ecologico, non sprecare materie prime. Impossibile? Eppure alcune città ci stanno provando (http://www.transitiontowns.org/).

"You never change things by fighting the existing reality. To change something, build a new model that makes the existing model obsolete."

"Non cambierai mai le cose combattendo la realtà esistente. Per cambiare qualcosa, realizza un nuovo modello che renda quello esistente obsoleto"

Buckminster Fuller (USA, 1895-1983 )

Paradigma della condivisione

Vi propongo un modello che spiega la solidarietà tra le persone seguendo la progressione di una semplice operazione matematica. Può essere utile meditarci sopra , specie in questi tempi di "calda dialettica".
Lo scopo è quello di spiegare la solidarietà attraverso formule:
  • 1 x 1 = 1 se uno pensa solo a sè, non otterrà altro che quanto da solo riesce a creare, sarà una monade che basta solo a se stessa.
  • 1 x 2 = 2 se in una coppia, l'interesse non va al di là della coppia stessa, il risultato sarà ancora autoreferente, e niente al di là di essa verrà prodotto
  • 2 x 2 = 4 solo se ognuno non pensa solo a sè, ma anche all'altro, avviene la moltiplicazione dell'accoglienza. E il seme produrrà molto frutto.

Un concetto da approfondire....

giovedì 19 aprile 2007

Manuale di sopravvivenza dell’elettore cernuschese

di Guido Brovelli

(pubblicato su Voce Amica - aprile 2007 )


E’ stato un inverno decisamente mite, quasi caldo.
A Cernusco, oltre alle note cause ambientali, potrebbe contribuire ad un ulteriore surriscaldamento del clima, l’ormai imminente campagna elettorale.
Le ragioni sono molteplici ma non intendo affrontarle, qui e ora.
Certamente le elezioni amministrative a Cernusco, nonostante la crescente disaffezione dei cittadini verso la Politica in senso più ampio, continuano ad essere un evento davvero sentito, come conferma la consolidata e alta affluenza alle urne.
Anche per questo motivo, vista l’importanza e la delicatezza della prossima tornata elettorale, vorrei stilare per me e per chi ne avvertisse il bisogno, una sorta di “manuale di sopravvivenza dell’elettore cernuschese”.
Niente valutazioni in “politichese” ma semplici considerazioni ed annotazioni, che ci aiutino ad orientarci in una scelta che potrà contribuire al nostro bene e a quello della città.
  • per cominciare bene, non possiamo prescindere da un minimo di conoscenza dei programmi dei singoli candidati-sindaco. E ribadisco, programmi, non il libro dei sogni o un elenco di promesse acchiappavoti. I contenuti devono essere chiari, comprensibili. Se è un’accozzaglia di idee, magari in contrasto una con l’altra (avremo più case ma meno traffico...), dobbiamo diffidare o quantomeno approfondire.
  • cerchiamo poi, nel mare delle proposte-promesse, i “punti-cardine”, quelli che garantiscono davvero una migliore qualità della vita. Quelli fondamentali sono facilmente individuabili: Sociale-Ambiente (Viabilità)-Scuola (Cultura). Ma cosa ci viene offerto ? Non confondiamo la cornice con il quadro. Cernusco non può essere solo una vetrina dorata, una “bella senz’anima”.
  • Non meno importante è conoscere chi sono le persone che chiedono il nostro voto. Da dove vengono ? Quale sono le loro esperienze professionali, sociali ? Sono coerenti/compatibili con il programma che propongono ? Sono realmente portatori dei valori a cui dicono di ispirarsi ?
  • anche un pizzico di memoria storica non guasta. Dove era collocato politicamente questo candidato nella scorsa campagna elettorale ? cosa ci ha promesso ? cosa ha fatto in questi cinque anni ? e oggi, come si ripresenta ? con chi ? anche se la politica è volubile, la coerenza e l’onestà restano valori indiscutibili. E’ giusto esigere che “il senso”, il mandato che discende dal nostro voto, non venga mai tradito.
  • non lasciamoci incantare da quelle manifestazioni di affetto improvvise (e a volte imbarazzanti) di chi ci chiama per nome in paese, di chi ci stringe la mano come fossimo vecchi amici dopo essersi dimenticato di noi per anni: questa è la stagione in cui fioccheranno “pacche sulle spalle” a non finire.
  • valutiamo anche gli eccessi di spesa della campagna ellettorale. Grandi manifestazioni, volantini e pubblicazioni, battage pubblicitario impressionante: da dove arrivano tanti soldi ? è solo per passione politica e amore per la città che si investe tanto ? diffidiamo da chi non garantisce un bilancio trasparente dei propri conti in campagna elettorale.


E fin qui sono suggerimenti che valgono per tutti. Ma vi sono avvertenze “speciali” per noi cattolici. Cari “fratelli”, nei prossimi mesi saremo corteggiati da più parti (la “corte” è già iniziata da tempo) e incontreremo paladini del cristianesimo ad ogni angolo perciò.....

  • dobbiamo stare attenti ai proclami e alle prese di posizione nate in tempi sospetti, alle presenze ossessive in prima fila ad ogni cerimonia religiosa o in ogni foto con il parroco. E’ necessario invece verificare, senza giudicare, se azioni e/o parole corrispondono ad un Credo, ad uno stile di vita vero e convinto oppure se sono solo esposizioni e dichiarazioni elettorali: non facciamoci usare !
  • verifichiamo il comportamento dei singoli candidati o dei gruppi coinvolti nella campagna elettorale. La scorsa, da parte di alcuni, fu condotta in modo indecente. Tale comportamento, al di là delle parole, identifica chi abbiamo di fronte. I colpi bassi, la mistificazione della verità, l’ambiguità, la violenza verbale significano mancanza di rispetto per la persona, incapacità di confrontarsi civilmente sui temi significativi attinenti il bene pubblico. Questo non è un atteggiamento cristiano.

Concludo. Va bene, siamo le “pecorelle del Signore” ma ricordiamoci che Gesù ci invita a essere “semplici come colombe e prudenti come serpenti”. Quindi, buona campagna elettorale e buone elezioni. Sperando in bene. Per noi, per Cernusco.

Guido Brovelli


sabato 14 aprile 2007

Mente e comportamenti

  1. Non ci si deve stupire dei comportamenti umani. Dopo tutto la corteccia cerebrale, dove vengono elaborati i pensieri coscienti, tipici della razza umana, è solo una piccola parte del totale del cervello.
    Tutto il resto è animale.
  2. Il valore di un uomo non si misura dalla cilindrata della propria auto, ma da quella del suo cervello.

giovedì 12 aprile 2007

Il curioso in libreria - Aprile 2007

rubrica letteraria sul bollettino Voce Amica

Il pensiero è una freccia. Il sentimento un cerchio.

Prendo in prestito una citazione fatta da monsignor Gianfranco Ravasi nel Mattutino di Avvenire di qualche domenica fa ( rubrica che da sola vale tutto il prezzo del quotidiano, ma si può anche leggere in rete: http://www.avvenire.it/). È di una poetessa russa, M.Cvetaeva, che dava dimensione geometrica ai sentimenti, propendendo per l’essenzialità del pensiero che, a detta di Ravasi “ amputa le cose secondarie e va alla sostanza”.
Facendo mia questa affermazione trovo difficoltà a dare un giudizio positivo all’ultima opera di Vittorino Andreoli, Principia, compendio ragionato dei principi che guidano o dovrebbero guidare l’umanità oggi. La difficoltà deriva dalla vastità dell’opera, che nel suo intento di voler dare una chiave di lettura su tutto, rischia di diluire l’incidenza del pensiero, altrimenti lucido ancorché sospettosamente prolifico, dell’autore.
Meglio allora restringere il campo e focalizzare su un evento, e un prodotto, che merita molta più attenzione di quanta abbia già avuto.

Dalla mattina alla sera.

È molto più di un documentario su Cernusco, è un catalizzatore di attenzione sui problemi e sulle difficoltà che il vivere a Cernusco comporta.
Proiettato nell’ambito della kermesse 2000eVenti, organizzata dal Forum della solidarietà, traccia nell’arco delle ore di veglia, un ritratto a tratti intenso a tratti tenero della nostra città, punteggiato dai commenti dei protagonisti, commenti che, pur con sfumature e sensibilità diverse, potrebbero essere i nostri. Bello sarebbe se questo documento raggiungesse tutti i cittadini di Cernusco, ma soprattutto i giovani e i ragazzi. ( Insegnanti, per contattare il regista l’indirizzo è http://www.dallamattinaallasera.com/ )
Nell’ambito della stessa manifestazione, a parlare di città è stato ospite don Giuseppe Grampa, direttore de “Il Segno”. Di lui segnalo il suo lavoro La schiena di Dio, ed. Centro Ambrosiano. Sette percorsi contro il fanatismo, che si nasconde spesso dietro la difesa della religione, ma va a braccetto dei luoghi comuni, dell’ignoranza e della chiusura in se stessi.
Per finire, un altro libro “politico” nel senso più profondo del termine, nel senso descritto da don Grampa nella sua argomentazione, è quello del cardinale Dionigi Tettamanzi, Uscire per le strade, ed. Mondatori. Vi sono raccolti interventi rivolti a chi opera nei diversi ambiti della vita sociale e civile. La puntualizzazione più rilevante che emerge da queste pagine è il continuo porre l’uomo come punto di riferimento per l’agire, in quanto oggetto dell’amore di Dio.
Piccola nota polemica: è un libro che tutti i politici che si ergono a difensori dei valori cristiani dovrebbero acquistare e leggere. Darebbe loro motivi di riflessione.

Il vostro curioso ( lorisnavoni@gmail.com )

martedì 10 aprile 2007

Dediche

Per alleggerire un po' la campagna elettorale, vorrei fare delle dediche letterarie a quattro dei sei ( o sette ? ) candidati sindaco di Cernusco.
Non me ne vogliano i protagonisti.
regalo ( metaforicamente) a :
Daniele Cassamagnaghi il libro di Isabel Allende La casa degli spiriti per l'imminente ( e augurata dai più ) scomparsa dal panorama politico cernuschese;
Claudio Cogliati il libro di Susanna Tamaro Và dove ti porta il cuore perchè presente nella dialettica politica di queste settimane soprattutto al suo alter-ego Paolo
Eugenio Comincini verrebbe omaggiato del capolavoro di Ignazio Silone L'avventura di un povero cristiano, per le sue radici culturali che gli sono costate qualche sfilacciamento a sinistra
Giuliano Mossini per finire merita una rielaborazione di un famoso titolo di Joseph Roth: La leggenda del santo imprenditore, per le sue meritorie azioni di mecenatismo nel mondo.
( meglio essere impersonficati da Rutger Hauer ( nel film omonimo) o da Piero Mazzarella, recentemente a teatro? )

Guardare oltre

La storia dell'umanità è stata caratterizzata dalla capacità di prevedere il futuro rispetto alle azioni intraprese precedentemente.
I processi innovativi sono quelli che permettono di guardare oltre al quotidiano approccio con un metodo o una tecnologia.
Inventare, proporre soluzioni, governare il cambiamento è possibile solo se ci si allena a cercare, se si è disposti a cambiare velocemente i propri schemi mentali, se si ha l'umiltà di non considerarsi arrivati.
Nella mia esperienza professionale ho avuto la fortuna di sviluppare idee innovative, alcune di esse hanno avuto buona accoglienza, altre meno. Potrebbe essere stata una forma di serendipity ma questa si manifesta se vi è "apertura mentale" sufficiente a riconoscere il nuovo tra le cose vecchie.
Dovrebbe essere applicato a tutti i campi, anche a quello politico.
Aprire la mente. Guardare oltre.

giovedì 5 aprile 2007

Mi impegno con Vivere Cernusco

Una città non cresce insieme ai palazzi e alle grandi opere. Una città cresce se ha radici profonde, se cresce nei suoi abitanti il senso del bene comune, il gusto per la bellezza, la voglia di partecipazione. Mi impegno perché tutto questo sia possibile.

Alpinisti e astronauti

Ci sono circa 450 astronauti nel mondo, ovvero persone che superano tra gli 80 e i 100 km di altezza, ovvero superata la mesosfera.
Il numero di alpinisti saliti al K2 (8611 mt) è di circa 200, mentre 49 persone sono morte, soprattutto in fase di discesa.
Si può dedurre, con un passaggio magari un po' ardito ( ed è il caso visto l'argomento ) ma significativo, che è necessaria una preparazione più completa e intensa per salire il K2 rispetto ad andare nello spazio!
Gli alpinisti che invece hanno raggiunto l'Everest (8848 mt.) sono circa 1500; sembrerebbe una passeggiata al confronto, se non si contano i 172 morti.
Io ho appena superato i 4000 metri sul Castore ( 4228 mt. nel gruppo del Rosa ) e l'anno scorso è stata una impresa raggiungere i 2035 mt. del monte Cavallo ( val Brembana ).

Incipit

Eccomi,
apro oggi questo blog per collezionare gli appunti sparsi che raccolgo nei miei taccuini. Siccome sono cartacei e me li porto sempre appresso, difficilmente qualcuno diverso dal sottoscritto riesce a sbirciare il contenuto. Epperò ci sono cose interessanti. Alcune di queste finiscono nei mei racconti ( alcuni li troverete in questo blog ). Piano piano li sottoporrò alla vostra attenzione.
Appunti
Commento sul mio taccuino ( cartaceo e in web) gli argomenti che di volta in volta mi sembrano più interessanti, con un obiettivo semplice: cercare di migliorare e rendere più chiara la mia visione del mondo. E se questo può aiutare anche voi, ne sono felice.