venerdì 30 ottobre 2009

Il tamburo tribale della nostra citta`

Un radio piccola, con poche risorse, dalla scarsa ricezione oltre le mura della citta`, che peso ha in relazione all’offerta mediatica della citta`? Come far fronte alle sfide che le nuove tecnologie ci pongono?
Ci siamo interrogati di questo durante una trasmissione autoreferenziale lo scorso mercoledi`, a Persona e Citta`. A me il compito di condurre la discussione, riempita pero` di contenuti da Palma Agati e Andrea Frabetti, colonne portanti di RCS 939, con un intervento di Paola Gallo, responsabile artistico del network di radio In Blu, di cui anche la nostra fa parte.
Le caratteristiche tecniche stesse della radio ne fanno uno strumento potente (ben interpretato da Marshall Mac Luhan in epoca pre-internet, e che ha coniato la definizione della radio come tamburo tribale – da qui il titolo ) che ha resistito all’attacco televisivo anche se nella maggior parte delle grandi emittenti lo spirito di liberta` e di volonta di fare informazione senza filtri e` andato via via dissolvendosi. Solo poche voci, non particolarmente legate a logiche di promozione commerciale, sono rimaste fedeli ad un concetto di radio pervasivo, ma non invasivo, che desse voce “dal basso” e che cercasse di accrescere il livello di attenzione ai temi sociali, politici, culturali.
Le piccole radio, come la nostra, si sono trovate ad un bivio: soccombere alla logica commerciale o proporsi come voce fuori dal coro, magari voce flebile, ma immerse nel tessuto cittadino e della zona. La seconda opzione e` stata possibile grazie anche al sostegno parrocchiale che, prima artifice della nascita della radio, si trova periodicamente a caldeggiarne la “rinascita”. Il contributo di don Luigi a meta` degli anni novanta e` stato determinante in questo senso.
Rimasta sola tra le radio della zona, RCS si trova oggi con una sfida duplice: mettere al passo coi tempi il linguaggio, per essere tanto incisive quanto lo sono le nuove tecnologie ( e in questo senso nasce il canale sulla rete rappresentato dal sito , oggi completamente rinnovato, www.rcs939.it ), e nello stesso tempo mantenere uno standard di servizio facilmente fruibile da chi fatica ad adattarsi al ritmo imposto da Internet.
Il carattere volontario dell’impegno in radio rende il tutto ancora piu` impegnativo, e ogni contributo e` sempre bene accetto. Si ha in ogni caso la consapevolezza che lo strumento della radio puo` ancora contribuire in maniera decisiva alla crescita della nostra comunita`.

martedì 27 ottobre 2009

Tecnologia low




E` intrigante studiare la tecnologia low-tech, quella che ha dominato il mondo sino a poche decine di anni fa. L'occasione mi e` stata data da un arcolaio costruito da mio nonno per mia madre quando era piccola, era stato trasformato in base per lampada da salotto. Ora e` tornato alla sua funzione originaria. Magari non e` in grado di produrre filati di qualita`, ma illustra bene il concetto, soprattutto per le nuove generazioni.

Torna Persona e citta` su RCS 939

A Persona e citta`:
mercoledi 28 ottobre ore 19.00
La sfida della Radio
con Andrea Frabetti e Palma Agati
conduce Loris Navoni
su RCS 939

lunedì 26 ottobre 2009

Citazione

"Volevo raccontare come l'essere umano soccombe a una ideologia. In realta` la storia ci insegna che si ritrova sempre lo stesso terreno fatto di disagio, di oppressione, umiliazione, disperazione... Di fronte a tante sofferenze l'uomo cerca un'ancora di salvezza. Di solito e` un'ideologia, ossia una idea seducente, che diventa pericolosa quando e` innalzata a principio assoluto."

"Il cristianesimo e` una cosa bellissima. Il pericolo, ancora una volta, viene dal passaggio dall'idea all'ideologia, quando si tende a considerare nemici quelli che non condividono la propria visione del mondo"

M.Haneke, regista intervistato sul suo film "Il nastro bianco"
( da Avvenire del 25 ottobre 2009 )
.
Posso solo aggiungere che questo pericolo lo si corre molto piu` spesso di quanto si immagini, anche, anzi proprio, negli ambienti a noi piu` cari, parrocchia e oratorio.

giovedì 15 ottobre 2009

Madrugada


E` un gesto quotidiano quello di prendere la bicicletta e andare ad acquistare pane e giornali.

Prima che i ragazzi vadano a scuola, prima che tutto si muova freneticamente si accavallino auto, moto, biciclette e passeggini, piedibus e autobus di linea, prima di tutto, assaporo il giorno che si apre.

Spesso, in giornate d'autunno come questa, con la luce che si svela piano nel cielo sgombro da nubi, percepisco la natura nascosta dal quotidiano: il vento che costringe a stringersi nella giacca, la cornacchia che allarga le ali lenta, quasi a stirarsi intirizzita, il richiamo del pettirosso, arrivato da poco dalle sue residenze estive.

Penso a Sandro e alle sue madrugade, vissute quando per noi e` notte, quando il bisogno del chiarore del giorno si coltiva con la speranza. Le confronto con le mie, poca cosa, guizzo di pensiero.

Ma e` un pensiero che fa bene.

martedì 13 ottobre 2009

un altro curioso in libreria



In questo blog mi occupo anche di libri, sull'onda della rubrica che tengo sul mensile cernuschese Voce Amica. Oggi pero` cedo il posto ad una persona a me molto vicina ;-) che ha prodotto una ottima recensione di Oceano Mare, di Baricco ( con un solo difetto, manca la parte critica) . Non la pubblico per nepotismo, ma perche` si percepisce l'entusiasmo per la lettura, quel tipo di entusiasmo per le storie e per la gente che le racconta che tiene accesa, nonostante tutto, la voglia di vivere.






Oceano Mare


Oceano,

maestoso, sublime, portatore di vita e di morte, di disgrazie e fortune. Il grande Oceano. L'Oceano Mare.

Se qualcuno mi chiedesse un libro che rappresenti appieno il mare o che faccia capire che cos'e`, non esiterei a rispondergli : "Oceano Mare".

E` un racconto di un centinaio di pagine, con uno stile di scrittura rivolto ad un pubblico gia` abituato a leggere, ma comprensibile anche per i piu` restii alla lettura ( in questo ricorda Dante, con i suoi tre livelli di lettura ). Il libro e` scritto in maniera originale e sperimentativa; l'autore introduce anche elementi grafici d'effetto, come la traslitterazione a destra del testo.

Il racconto ruota intorno ad un locus preciso, che pero` non e`, come magari si puo` immaginare, il mare, ma una locanda su una non meglio precisata spiaggia.

...

Il libro mi ha particolarmente colpito per il suo voler parlare del mare senza far si` che sia presente in maniera eccessiva. Infatti non narra di marinai, pirati, ammiragli o pescatori, ma di personaggi che vivono la loro esistenza sulla terraferma. Cio` fa anche pensare che il mare non sia qualcosa di chiuso, limitato da confini, ma che faccia parte di noi. D'altra parte il mare e` senza strade, non si puo` contenere, e` senza spiegazioni, da sempre rappresenta l'ignoto. Non si puo` immaginare un mondo senza mare, sarebbe un mondo senza vita.


Nicolo` M. Navoni

martedì 6 ottobre 2009

L'arte della manutenzione della bicicletta

Beppe Severgnini, su Twitter, scrive: Tanti vendono biciclette, nessuno le ripara. L'Italia continua a preferire l'inaugurazione alla manutenzione.
Si tratta naturalmente di una metafora, ma colgo la palla al balzo, perche` e` da un po' di tempo che vado considerando le condizioni per lo stabilire una cultura della bicicletta

(Premessa: non sono particolarmente legato ad una ideologia che mitizzi la bicicletta come alternativa all’auto - per intenderci, per fare i sette chilometri e mezzo che mi separano dal posto di lavoro uso l’auto, anche se da un po’ medito sulla possibilita` di acquisto di uno scooter. Pero` per gli spostamenti locali sono convinto che la bici sia il mezzo piu` intelligente, piu` razionale, piu` economico che l’uomo abbia sinora inventato )

Alcune considerazioni:
  1. l'evoluzione della bicicletta, se comparata con l'elettronica o anche con l'auto, e` molto lenta, o quantomeno ne e` lenta la diffusione capillare e a basso costo ai consumatori. Questo sia per ragioni ergonomiche ( il nostro corpo e` fatto come e` fatto, e non e` che puoi fare, ad esempio, i pedali piu` lunghi della gamba ) sia per il fatto che non ci sono grandi interessi multinazionali che spingono per una economia basata sul trasporto a trazione umana.
  2. Nonostante tutti gli sforzi lungimiranti di pochi, anche nelle citta`, che trarrebbero giovamento da un sistema integrato pubblico- trazione umana, anche tra quelli che la bici la usano per i piccoli spostamente, la cultura prevalente e` quella dell'auto.
  3. Le critiche piu` sonore a questo sistema arrivano come sempre dalle frange estreme che, se pure nel giusto, hanno un difetto insito proprio nell'estremizzazione del problema: il modello risolutivo non puo` essere seguito dalla media della popolazione.
  4. Come sempre, l'Europa e` decine di anni piu` avanti di noi.
Che fare, dunque?
I percorsi giusti non sono quelli che prendono scorciatoie, e il diffondersi di una cultura alternativa trova ostacoli ogni secondo, per i modelli di consumo che, crisi o non crisi, primeggiano sull'orizzonte mediatico . Quello che anche i "moderati" possono fare e` chiedere alle amministrazioni di pensare alla viabilita` alternativa non solo in termini di chilometri di piste ciclabili, ma di effettiva fruizione dei percorsi e loro effettiva utilita` ( per intendersi, un esempio : per chi conosce Cernusco, vi pare mai possibile che un ciclista che da piazza Gavazzi debba raggiungere via Monza sia costretto a fare tre chicane , di cui due almeno a curva cieca, con il rischio di andare a investire un ciclista o un pedone proveniente dal senso opposto? oppure, come si pensa di risolvere l'incrocio via Marcelline, via Manzoni, con flussi contrapposti di auto e bici? ). E` quello che intendo chiedere all'amministrazione: non solo progettare sulla carta, ma sperimentare in bici i percorsi, e progettare tenendo conto che e` l'uomo, non l'auto, il soggetto a cui le opere urbanistiche devono servire. Mi auguro poi, nello specifico della nostra citta`, che il futuro Piano di Governo del Territorio possa recepire e fare propria una cultura di mobilita` sostenibile.
Appunti
Commento sul mio taccuino ( cartaceo e in web) gli argomenti che di volta in volta mi sembrano più interessanti, con un obiettivo semplice: cercare di migliorare e rendere più chiara la mia visione del mondo. E se questo può aiutare anche voi, ne sono felice.