mercoledì 14 settembre 2011

Raggio di luce

E` un breve racconto su uno dei piu` importanti successi di innovazione degli ultimi anni, e a come si e` giunti alla sua realizzazione. E` tuttavia completamente inventato,  anche se ispirato a fatti e persone reali, ed ha la sola finalita` di sottolineare alcuni concetti legati all’innovazione: l’osservazione della realta`, la serendipity, l’elaborazione creativa ( brainstorm ), il pensiero laterale.



Raggio di luce.

La pareti grigio-azzurre dell’ufficio non erano certo fonte di ispirazione,  men che meno i divisori denim chiaro, nonostante il preteso effetto riposante. Si concentro` sulla parete  di fronte a lui, ricolma di biglietti, post-it, un calendario aggiornato al mese precedente, una serie di disegni dei figli. Nulla che lo aiutasse.
Poso` l’ennesima copia di Quantum Electronics con un sospiro.
Aveva sfogliato una cinquantina di riviste, ora ne aveva abbastanza. Tanti gli spunti interessanti,  ma o erano idee gia` sviluppate o non pertinenti con le competenze del suo gruppo:  la soluzione la doveva trovare altrove.
Si alzo` spostandosi verso la finestra. Il verde reso brillante dalla pioggia recente  toccava dalle cime dei filari di pioppi la gonfia evoluzione delle ultime nubi, che si affastellavano verso l’orizzonte.  Parevano spinte da una forza caotica, che ora le spingeva le une accanto alle altre, ora le organizzava in greggi ordinati.   Profili in continuo, lento movimento segnavano il confine tra il temporale e il sereno.  Un confine tra caos e ordine.
Forse i paradigmi della teoria del caos lo avrebbero aiutato. Eventi catastrofici che stimolano l’evoluzione di un sistema.  All’orizzonte una fila di nuvole scure disegnava un motivo quasi regolare. Un lampo superstite sbianco` una nuvola.  Forse l’energia....
C’era poco da fantasticare: dovevano trovare una nuova idea, ne andava del futuro del gruppo, forse dell’intera azienda.  E doveva essere una idea dirompente, non un semplice aggiustamento, un miglioramento di qualcosa che gia` esisteva. Per questo c’erano gia` i cinesi.
Ma al momento,  i pensieri si muovevano nella sua mente come le  nuvole mutaforma all’orizzonte.
Decise che si sarebbe schiarito le idee facendo una passeggiata.
I colleghi, arrabattati in un progetto tampone tanto astruso quanto inutile, lo osservarono distratti attraversare gli open-space a testa bassa. Non ne erano stupiti, anzi quasi sollevati. Conoscevano l’uomo per i suoi lampi di genio, per le idee che improvvisamente scaturivano come dal nulla, per la tenacia con cui inseguiva un sogno sino al successo o all’evidente impossibilita` di realizzarlo.
Attraverso` il corridoio cercando di non pensare a nulla di quello che aveva letto o su cui aveva lavorato negli ultimi anni. Sapeva che sgombrare la mente  era il primo passo per far scaturire nuove idee.
Scese le scale velocemente, come era solito fare. Ma forse per una piega nella moquette che le rivestiva, forse per lo sguardo distratto a ricercare  punti di interesse o di ispirazione, all’improvviso, sul finire della seconda rampa, il suo piede non incontro` il gradino.
In un lampo, i sensi ripresero il controllo del corpo, una scarica di adrenalina risveglio`  la mente ,  il braccio si appoggio` al corrimano e piedi ripresero il controllo della terra. Stette un secondo in una posizione innaturale, si guardo` intorno per verificare di non essere stato involontario protagonista di una scenetta comica, poi riprese lentamente a scendere.
Mentre scendeva misurava i passi, tastando i gradini, e nello stesso momento meditava sull’accaduto.
Aveva perso per un attimo il coordinamento del corpo, che pero` aveva  subito recuperato, grazie al suo senso dell’equilibrio.
Ma come funzionava, nel corpo, il senso dell’equilibrio?  Riando` alle nozioni imparate a scuola. C’e` l’orecchio interno, e li` dentro i canali semicircolari, con  i recettori di movimento … insomma un sistema in grado di dare al cervello indicazioni sulla  posizione del corpo nello spazio, rispetto al sistema gravitazionale della Terra.
Mentre lentamente camminava  intorno all’edificio, illuminato dal sole radente, lascio` che la sua mente vagasse intorno al concetto  di ’equilibrio.
Si blocco`, quasi accecato da un raggio di sole.
E perche` non replicare il sensore di equilibrio, o di movimento, basandolo su semiconduttori?
Avere un dispositivo che potesse indicare la posizione rispetto al suolo, o il suo movimento, avrebbe potuto  migliorare l’utilizzo di molti strumenti, e magari rendere piu` facile la vita delle persone.  E avrebbe dato senso al lavoro del suo gruppo.
Torno` di corsa in ufficio. Chiamo` un paio di suoi collaboratori ed espose le sue idee.
Ne scaturi` un brainstorming  che lo galvanizzo`. Si sviscerarono concetti di meccanica, fisica dei materiali, autovettori e momenti angolari, tecniche di deposizione e di lamatura. Si intravidero possibili applicazioni e si rallento` l’entusiasmo all’affacciarsi dei problemi tecnici.
Erano tanti da risolvere, e avrebbe dovuto convincere i suoi capi, pure.
Non era sicuro di quello che avrebbe fatto in seguito. Ma avrebbe escogitato qualcosa.

Loris G. Navoni


mercoledì 7 settembre 2011

Cento nomi per la storia

Un interessante esercizio si e` diffuso nelle ultime settimane in rete tra chi il Web lo vede non solo come occasione di gossip o come possibilita` di liberare il proprio ego senza mettersi in piazza ( fisicamente), o per scaricare gratis tutto lo scaricabile, ma lo interpreta come fondamentale strumento di crescita personale e della societa`.
Daniele Rutigliano, di APROweb, ha proposto su Facebook  di stilare un elenco di cento persone che hanno fatto il Web, ovvero che con il loro lavoro, le loro intuizioni, i loro prodotti hanno permesso la diffusione della Rete cosi` come la conosciamo. Anch'io ho avuto il privilegio di contribuire con un paio di nomi
E` interessante notare che, accanto a nomi  stra-noti ( Bill Gates - Microsoft,  Steve Jobs - Apple, Mark Zuckerberg - Facebook ) e noti ( Larry Page - Google, Julian Assange - Wikileaks, Linus Torvalds -Linux) vi sono persone che, nella luce crepuscolare dei laboratori d'informatica, hanno ideato e realizzato parti fondamentali dell'infrastruttura necessaria affinche` noi avessimo questa estrema liberta` di scambiarsi idee e notizie.
Penso e ringrazio dunque chi ha concepito il computer come dispositivo di comunicazione ( Joseph Licklider ) chi ha pensato agli ipertesti, base per i "salti logici" che ognuno fa quando clicca su una parola come questa ( Ted Nelson e Doug   Engelbart ) o chi ha sviluppato l'HTML ( Dave Ragget), linguaggio base per tutto quanto e` scritto in Internet.





Questa Nota di FB che, tra l'altro ha coinvolto alcuni che , in Italia, oggi stanno a loro volta  "facendo il Web" ( tra tutti, Luca de Biase - giornalista, e Robin Good- editore on line )  potrebbe essere letta come la conferma che  la Rete non e` una operazione di marketing , come puo` essere il lancio di un tablet, e nemmeno un fenomeno di costume limitato a FB o ai filmati di YouTube. Internet, come molti hanno teorizzato e la gente "normale" si sta rendendo conto, mano a mano che la burocrazia, la comunicazione, il business , lo svago si sta trasferendo sulla rete, diventa il paradigma principale di questa societa` e di quella futura. E con esso dobbiamo, lo si voglia o no, fare i conti.

lunedì 5 settembre 2011

Il mondo (de)scritto dalle donne.

Artemisia Gentileschi,
        pittrice (1593-1653)
 
 

L’arroganza maschilista ha sempre cercato di tenere lontane le donne, oltre che dai luoghi del potere, anche dalla cultura e dall’arte. Non sempre e` riuscita nel suo intento. Dalla poetessa  Saffo  all’inventrice del mito di  Frankestein  Mary Shelley, da  Jane Austen, sagace interprete della medio borghesia inglese di metà Ottocento, a  Emily Bronte, autrice di Cime Tempestose, da Ada Negri a Sibilla Aleramo, le scrittrici hanno sempre contribuito con tratto incisivo alla crescita della letteratura , a dispetto della condizione sociale nella quale spesso venivano relegate.
Anche oggi, che il successo editoriale fa sempre più il paio con furbe operazioni di marketing, sovente il tocco femminile è felicemente prospero. Ne sanno qualcosa i lettori dei melensi romanzi della rimpianta  Liala, specchio del costume dell’ultimo secolo e capostipite del genere rosa, o i fan del fumetto Diabolik, cattivo nato dalla mente delle sorelle Giussani.
La regina del giallo, Agata Christie, arranca per tener testa alla leggendaria J.K.Rowling, con le sue più di quattrocento milioni di copie della saga di Harry Potter.
A  scorrere i temi che vengono trattati dalle autrici  vien da  notare la prevalenza di temi cupi , a volte Horror,  sempre volti tuttavia a proporre una visione delle debolezze dell’umanità, laddove invece negli autori maschi prevale una visione eroistica, mitizzatrice delle imprese umane.
Questo è dovuto in larga misura dalla diversa capacità di analisi del genere femminile, ove prevale una interpretazione olistica, ovvero del tutto,  senza tuttavia che il particolare venga tralasciato.
è il caso anche delle autrici di casa nostra, da Gina Lagorio a Dacia Maraini, per non parlare di  Susanna Tamaro, che a partire da Và dove ti porta il cuore, sino a Luisito, sonda l’animo umano tra nostalgia e speranza.
Margaret Mazzantini, è un’altra autrice che riesce a proporre riflessioni su temi forti della vita, aborto, tradimento, delusioni, con una scrittura semplice ma mai banale.
Jane Austen ( 1775-1817 )

Questo commento, non completo  ( mancano ancora autrici quali  Silvia Avallone e Michela Murgia ) destinato al bollettino parrocchiale di Cernusco,  oltre ad essere il complemento con il precedente articolo su Susanna Parigi trova il corollario con due episodi di questi giorni:
Il primo e` la pubblicazione sul Corriere della Sera di un articolo di Pietro Citati dedicato a Jane Austen,  dove indica quest’autrice come scardinatrice dell’egemonia letteraria maschile di quei tempi.
Il secondo e` l’iniziativa Immagin@Donna promossa dall’Assessorato ai Servizi Sociali del comune di Cernusco s/N per cercare di ridare alla donna una immagine consona con il suo ruolo e non succube delle logiche di marketing o degli stereotipi maschilisti purtroppo ancora largamente diffusi. Sul sito del comune tutte le informazioni. Il solo dubbio in merito a questa pregevole iniziativa e` sulla formale assenza ( spero non sostanziale) dell’Assessorato alla Cultura. Mancanza che rischia di avallare l’idea che la cultura sia una forma di sublimazione del mondo reale, quando invece. come Jane Austen insegna, ne e` lo specchio.

venerdì 2 settembre 2011

Quello che la gente dice

Tra i siti di rete sociale, ve n'e` uno che promuove i rapporti professionali, spesso utile per  migliorare la propria posizione ( piu` vero all'estero che in Italia, ma anche qui le cose stanno rapidamente evolvendosi ), ma anche per scambiare idee su temi tecnici o che coinvolgono il mondo del lavoro.
Il pregio di un social network come quello e` che, a differenza di Facebook, le stronzate restano quasi tutte fuori dalla porta (  pero` chi vuole costruirsi un personal brand credibile dovrebbe stare attento a quello che posta anche su FB ), e restano argomenti che hanno almeno qualche possibilita` di essere presi in considerazione.

All'interno di questo social network professionale, vi e` la possibilita` come dicevo di discutere di metodologie,  esperienze, tecnologie, associandosi a gruppi di persone che mostrano interessi comuni. Ho aderito al gruppo di interesse che riporta il nome della mia azienda, convinto che ivi si discutesse di strategie, problemi del mercato, nuove tecnologie all'orizzonte o altro che potesse interessare una comunita` iscritta che conta un migliaio abbondante di persone. Invece vi erano pochissime discussioni in corso, per lo piu` riguardanti posizioni di lavoro in India, o conferenze gia` scadute.
 Ma come? Una tra le aziende piu` avanzate tecnologicamente, in un mercato sempre sul filo del rasoio, e nessuno che volesse discutere ( non dico risolvere, perche` per quello ci dovrebbe essere il management ) dei problemi e delle opportunita` che si presentano?

Evidentemente nelle letture che avevano infuso in me un grande ottimismo riguardo all'uso della Rete per migliorare i rapporti sociali ( sono SEMPRE un grande ottimista, in verita` ) mancava il capitolo "Quando la gente non ha niente da dire".

Ma ero convinto che non fosse cosi`.  Come in una situazione caotica esiste l'evento catastrofico che porta ad una cambiamento di stato, cosi` nei sistemi sociali e` necessario  che qualcuno scagli la pietra ( dica "Che l'inse", getti la stampella, inciti il popolo, ) perche` il sistema si autogoverni ad un livello superiore , in questo caso, di partecipazione.

Ho dunque provato a gettare l'esca proponendo alcune discussioni di interesse generale, che certo non avrebbero trovato in quella sede una possibile soluzione, ma che avevano l'appeal giusto per sviscerare opinioni. Infatti dopo qualche tempo sono arrivati i primi risultati.  Qualcuno ha risposto alle mie domande, innescandone altre. Qualcun'altro ha aggiunto altri temi di discussione.  Si sono aggiunte persone che questi temi li trattano professionalmente, quindi c'e` anche la prospettiva di poter suggerire soluzioni che vengano prese in considerazione ( a differenza dei forum su politica, economia, etc. difficilmente letti dai diretti interessati ).

La strada e` ancora lunga ( c'e` da risolvere l'anomalia di discutere temi aziendali al di fuori dell'azienda ) ma i segnali sono incoraggianti.  Forse non ho nessun merito,  forse una evoluzione in nel senso della partecipazione del forum ci sarebbe stata comunque, ma mi piace pensare di aver fatto da catalizzatore dell'evento scatenante.  E che le conseguenze sono migliorative per il lavoro di molte persone.



Che insegnamento trarne?

Spesso le competenze e gli strumenti per risolvere un problema, migliorare una situazione, uscire da un empasse esistono tra noi e sono facili da usare. E` necessario pero` un grado di consapevolezza che deve crescere in modo evidente, spesso dirompente, a causa di un evento catastrofico ( nel senso usato dalla teoria del caos, beninteso ).  A volte si deve avere il coraggio di causare quell'evento.

giovedì 1 settembre 2011

La lingua segreta della musica

Da giovane ho avuto una fortuna,  quella di aver conosciuto molte persone, alcune delle quali sono quegli amici senza tempo ne spazio, che se ritrovi dopo anni e` come se fosse stati assieme sino al giorno prima, che si sono dedicate con passione alla musica, ognuno di essi con sensibilita` musicali differenti, dal jazz alla classica, attraverso il rock e il pop. Antonio ci ha introdotto alla musica, anche se ho imparato a suonare la chitarra da Angelo e Marco.  Con Ernesto, Leo, Lorenzo ho conosciuto il canto corale e le partiture di musica religiosa.
Con Massimo e  Giuseppe ho suonato, e molto, spaziando dalle musiche da balera agli Inti Illimani.  Mi hanno folgorato le chitarre di Franco e Dario, insieme a Gipo e Sergio, sia quando cantavano  con Gianni dei nativi americani sia quando portavano sul palco le menate esistenziali della loro e della nostra generazione.
Mi e` pure capitato di suonare con Claudio e Angelo, ma ancora non eravamo mammalucchi come lo siamo ora.

Dunque, senza nessuna preparazione accademica, ho sviluppato  una  certa sensibilita` musicale,  molto da profano, ma  che mi permette ancora adesso di apprezzare la musica per quella che e` , al di la` delle mode e dei successi del momento.
Una sensibilita` che mi permette di apprezzare la ricerca stilistica di un Battiato e distinguerla dalle melodie rozze ma efficaci di un Ligabue. Va detto che nella mia classifica dei preferiti vanno artisti che spaziano da Van De Sfross a Enya, ai Lingalad, da Regina Spektor a Bruce Springsteen a Giovanni Allevi.

In cima, oggi si piazza Susanna Parigi. 

In lei  e nella sua musica c’e` tutto l’universo  culturale e artistico nel quale sono cresciuto: la melodia, trascinante e a spesso sensuale, l’armonizzazione, che invade gli spazi senza rubare la scena e che si innesta precisamente la` dove  deve, l’attenzione alla parola e il suo uso sia a supporto musicale , tanto da divenire musica essa stessa, sia in senso semantico.
La lingua segreta delle donne, una lingua  che rimane sconosciuta a chi si accontenta di una visione del genere femminile stereotipata e maschilista, apre uno spiraglio nell’orizzonte della comprensione non solo  tra i generi,  ma dell’intera esperienza umana.
Di notevole impatto Liquida , che con quel tempo (quasi) da valzer e i campanacci rimanda ad un passato che e` solo dietro l'angolo - e che sarebbe il caso di riprendere - dove le donne erano comunque protagoniste anche se il loro ruolo non era riconosciuto.
Duro e` l'ascolto di Cosi` e` se vi pare e con le parole di Petite Madone, ove pero` la nostalgia riportata a galla dalla musica e dalla lingua francese ne addolciscono le asperita`.
Anche in  Volesse il cielo, unico pezzo non firmato da Susanna e da Kaballa, la splendida vocalita` supporta un  carico di speranza firmato da Vinicius de Moraes  che si culla nella melodia di Toquinho.


Inutile dire che questo CD di Susanna e` stato la colonna sonora delle vacanze per tutta la famiglia ( coi figli di 9, 14  e 18 anni  che facevano il coro a  L’uomo senza qualita`  - ma ovviamente non si riferivano a me ;-)
Appunti
Commento sul mio taccuino ( cartaceo e in web) gli argomenti che di volta in volta mi sembrano più interessanti, con un obiettivo semplice: cercare di migliorare e rendere più chiara la mia visione del mondo. E se questo può aiutare anche voi, ne sono felice.