venerdì 2 settembre 2011

Quello che la gente dice

Tra i siti di rete sociale, ve n'e` uno che promuove i rapporti professionali, spesso utile per  migliorare la propria posizione ( piu` vero all'estero che in Italia, ma anche qui le cose stanno rapidamente evolvendosi ), ma anche per scambiare idee su temi tecnici o che coinvolgono il mondo del lavoro.
Il pregio di un social network come quello e` che, a differenza di Facebook, le stronzate restano quasi tutte fuori dalla porta (  pero` chi vuole costruirsi un personal brand credibile dovrebbe stare attento a quello che posta anche su FB ), e restano argomenti che hanno almeno qualche possibilita` di essere presi in considerazione.

All'interno di questo social network professionale, vi e` la possibilita` come dicevo di discutere di metodologie,  esperienze, tecnologie, associandosi a gruppi di persone che mostrano interessi comuni. Ho aderito al gruppo di interesse che riporta il nome della mia azienda, convinto che ivi si discutesse di strategie, problemi del mercato, nuove tecnologie all'orizzonte o altro che potesse interessare una comunita` iscritta che conta un migliaio abbondante di persone. Invece vi erano pochissime discussioni in corso, per lo piu` riguardanti posizioni di lavoro in India, o conferenze gia` scadute.
 Ma come? Una tra le aziende piu` avanzate tecnologicamente, in un mercato sempre sul filo del rasoio, e nessuno che volesse discutere ( non dico risolvere, perche` per quello ci dovrebbe essere il management ) dei problemi e delle opportunita` che si presentano?

Evidentemente nelle letture che avevano infuso in me un grande ottimismo riguardo all'uso della Rete per migliorare i rapporti sociali ( sono SEMPRE un grande ottimista, in verita` ) mancava il capitolo "Quando la gente non ha niente da dire".

Ma ero convinto che non fosse cosi`.  Come in una situazione caotica esiste l'evento catastrofico che porta ad una cambiamento di stato, cosi` nei sistemi sociali e` necessario  che qualcuno scagli la pietra ( dica "Che l'inse", getti la stampella, inciti il popolo, ) perche` il sistema si autogoverni ad un livello superiore , in questo caso, di partecipazione.

Ho dunque provato a gettare l'esca proponendo alcune discussioni di interesse generale, che certo non avrebbero trovato in quella sede una possibile soluzione, ma che avevano l'appeal giusto per sviscerare opinioni. Infatti dopo qualche tempo sono arrivati i primi risultati.  Qualcuno ha risposto alle mie domande, innescandone altre. Qualcun'altro ha aggiunto altri temi di discussione.  Si sono aggiunte persone che questi temi li trattano professionalmente, quindi c'e` anche la prospettiva di poter suggerire soluzioni che vengano prese in considerazione ( a differenza dei forum su politica, economia, etc. difficilmente letti dai diretti interessati ).

La strada e` ancora lunga ( c'e` da risolvere l'anomalia di discutere temi aziendali al di fuori dell'azienda ) ma i segnali sono incoraggianti.  Forse non ho nessun merito,  forse una evoluzione in nel senso della partecipazione del forum ci sarebbe stata comunque, ma mi piace pensare di aver fatto da catalizzatore dell'evento scatenante.  E che le conseguenze sono migliorative per il lavoro di molte persone.



Che insegnamento trarne?

Spesso le competenze e gli strumenti per risolvere un problema, migliorare una situazione, uscire da un empasse esistono tra noi e sono facili da usare. E` necessario pero` un grado di consapevolezza che deve crescere in modo evidente, spesso dirompente, a causa di un evento catastrofico ( nel senso usato dalla teoria del caos, beninteso ).  A volte si deve avere il coraggio di causare quell'evento.

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Commento sul mio taccuino ( cartaceo e in web) gli argomenti che di volta in volta mi sembrano più interessanti, con un obiettivo semplice: cercare di migliorare e rendere più chiara la mia visione del mondo. E se questo può aiutare anche voi, ne sono felice.