Da giovane ho avuto una fortuna, quella di aver conosciuto molte persone, alcune delle quali sono quegli amici senza tempo ne spazio, che se ritrovi dopo anni e` come se fosse stati assieme sino al giorno prima, che si sono dedicate con passione alla musica, ognuno di essi con sensibilita` musicali differenti, dal jazz alla classica, attraverso il rock e il pop. Antonio ci ha introdotto alla musica, anche se ho imparato a suonare la chitarra da Angelo e Marco. Con Ernesto, Leo, Lorenzo ho conosciuto il canto corale e le partiture di musica religiosa.
Con Massimo e Giuseppe ho suonato, e molto, spaziando dalle musiche da balera agli Inti Illimani. Mi hanno folgorato le chitarre di Franco e Dario, insieme a Gipo e Sergio, sia quando cantavano con Gianni dei nativi americani sia quando portavano sul palco le menate esistenziali della loro e della nostra generazione.
Mi e` pure capitato di suonare con Claudio e Angelo, ma ancora non eravamo mammalucchi come lo siamo ora.
Dunque, senza nessuna preparazione accademica, ho sviluppato una certa sensibilita` musicale, molto da profano, ma che mi permette ancora adesso di apprezzare la musica per quella che e` , al di la` delle mode e dei successi del momento.
Una sensibilita` che mi permette di apprezzare la ricerca stilistica di un Battiato e distinguerla dalle melodie rozze ma efficaci di un Ligabue. Va detto che nella mia classifica dei preferiti vanno artisti che spaziano da Van De Sfross a Enya, ai Lingalad, da Regina Spektor a Bruce Springsteen a Giovanni Allevi.
In cima, oggi si piazza Susanna Parigi.
In lei e nella sua musica c’e` tutto l’universo culturale e artistico nel quale sono cresciuto: la melodia, trascinante e a spesso sensuale, l’armonizzazione, che invade gli spazi senza rubare la scena e che si innesta precisamente la` dove deve, l’attenzione alla parola e il suo uso sia a supporto musicale , tanto da divenire musica essa stessa, sia in senso semantico.
La lingua segreta delle donne, una lingua che rimane sconosciuta a chi si accontenta di una visione del genere femminile stereotipata e maschilista, apre uno spiraglio nell’orizzonte della comprensione non solo tra i generi, ma dell’intera esperienza umana.
Di notevole impatto Liquida , che con quel tempo (quasi) da valzer e i campanacci rimanda ad un passato che e` solo dietro l'angolo - e che sarebbe il caso di riprendere - dove le donne erano comunque protagoniste anche se il loro ruolo non era riconosciuto.
Duro e` l'ascolto di Cosi` e` se vi pare e con le parole di Petite Madone, ove pero` la nostalgia riportata a galla dalla musica e dalla lingua francese ne addolciscono le asperita`.
Anche in Volesse il cielo, unico pezzo non firmato da Susanna e da Kaballa, la splendida vocalita` supporta un carico di speranza firmato da Vinicius de Moraes che si culla nella melodia di Toquinho.
Inutile dire che questo CD di Susanna e` stato la colonna sonora delle vacanze per tutta la famiglia ( coi figli di 9, 14 e 18 anni che facevano il coro a L’uomo senza qualita` - ma ovviamente non si riferivano a me ;-)
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