Non che sia un anniversario fondamentale. Per di più sono solo poche centinaia le persone che hanno letto quella raccolta di racconti. Però è stato il mio primo tentativo serio di mettermi in gioco e proporre al pubblico quanto avevo nel famoso "cassetto".
Racconti brevi ( qualcuno dice "troppo"), scrittura un po' acerba, raccolti nel 2005 ma nati molto prima, a partire da quella avventura dell'estate del 1985 che ci ha visto scarpinare e arrampicare tra le pendici del Badile e del Cengalo sino a fin sotto il Disgrazia.
Mi chiedevo dunque ieri mattina, mentre mi affacciavo su una val di Mello ancora ostaggio dell'ombra, se le tensioni, le aspirazioni, le speranze e le incertezze dei giovani di oggi fossero le stesse dei giovani di trent'anni fa, quello che eravamo noi.
Forse no.
Forse tutto è cambiato.
Il contesto sociale è profondamente differente, gli orizzonti si allargano, ma nel contempo si diluiscono i contrasti. La generazione degli "sdraiati" altrimenti detti "sbatti zero" sembra prevalere.
Li ho visti, quei giovani sempre connessi. Disposti a dimenticarlo, lo smartphone, in cambio di un momento intenso di amicizia, di una avventura o di un impegno.
Se cresce in loro l'entusiasmo, ci sono. Se comprendono il senso delle cose, lavorano per renderle possibili.
E dunque forse Alta Via vale anche per loro, rispecchia il loro affacciarsi sul mondo, macchiato di luci e ombre, ma definitivamente bellissimo.
La foto di copertina della edizione cartacea di Alta Via. Ora disponibile in ebook |
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