giovedì 2 ottobre 2014

Letture



E' da un po' di anni che ho cessato di essere un "grande lettore", ormai riesco a leggere solo pochi titoli l'anno. Da quando poi mi ostino a consultare saggistica, notoriamente meno avvincente della narrativa, le cose sono anche peggiorate. Qualche volta però riesco a concludere qualche bella storia. Ecco due di quelle, appena finite di leggere ( in contemporanea ...)

Quando ho iniziato a leggere "Fra me e te" di Marco Erba, (solo in ebook  e solo a 0,99 euro) non sapevo bene cosa aspettarmi.
Conosco Marco Erba, so che è un bravo professore ( lo deduco perlomeno dalle attestazioni di stima dei suoi alunni su FB - sempre che non siano tentativi di abbindolamento), ma temevo che potesse cadere nella trappola del drammone sentimentale, che tanto fa sospirare le ragazze,  ma di cui non se ne sentiva il bisogno.
Invece, se pur con una partenza non proprio dinamica ( il primo vero dialogo si trova  solo nel terzo capitolo),  con il profilo dei personaggi che assume sempre più sfaccettature e molte di queste somigliano terribilmente a quelle dei nostri ragazzi, la storia si fa interessante.
L'avventura dei due adolescenti, che si trovano a combattere contro la naturale tendenza al disfattismo e trovano il modo per affermare la propria dignità, apre gli occhi sul mondo dei minori con un impatto emotivo che nessun psicologo o sociologo è in grado di trasferire nei suoi lavori.
Fra me e teE se la conclusione in fondo assume valenze un po' catechistiche ( non me ne volere, Marco; qui è evidente il tuo background, ma non è una colpa!), l'accellerazione degli eventi e la simpatia dei personaggi rendono la storia bella da leggere.
E magari da discutere anche, in famiglia.




Diverso è il caso dell' "Atlante delle Nuvole", di David Mitchell, 2004 saga che si dipana attraverso i secoli poggiandosi su sei storie apparentemente slegate l'una dall'altra, se non per pochi labili legami.
L'autore sorprendentemente nidifica una nell'altra le storie ma questo accorgimento, oltre al tenere in sospeso l'attenzione del lettore, non pare avere alcun altro significato.  Molto più bravo è nel gestire differenti registri stilistici in ognuna delle storie, passando dal diario di bordo al thriller ad un lungo interrogatorio sino alla narrazione sconclusionata di un sopravvissuto post-atomico.
Peccato che, a fronte di queste intelligenti soluzioni narrative , mi sarei aspettato una conclusione più epica, un climax e una chiusura che rendesse ragione delle labili connessioni tra le storie. Invece il tutto si compie nell'ultima pagina, con una breve giustificazione sulla necessità di far prevalere  la solidarietà e l'amore al male che apparentemente governa il mondo.
Mi sembra che il film tratto  da questo libro renda un po' giustizia alle difficoltà che il lettore incontra, ma dovrei rivederlo per confermare questa mia idea.
In conclusione, un libro bello, con una intelligente struttura , ma che lascia perplessi sui messaggi che avrebbe potuto lanciare ma che non ha fatto.

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