La mostra su Leonardo a Milano |
No, Leonardo era lì, presente, e con le sue opere ci lanciava un invito.
Guardando il volto schizzato a carboncino di Isabella, sembrava di vedere le mani del maestro muoversi sul foglio, immaginavo la modella seduta in quella stanza, percepivo quasi le parole che si dissero. Quasi potessimo osservare attraverso un tunnel spazio tempo, rappresentato da quei fogli sparsi appesi alle pareti ( peraltro semplici riproduzioni, se pur accurate).
Attraverso essi, Leonardo ci sta chiedendo di imitarlo.
Ma Lui è un genio, come ce ne sono stati pochi al mondo.
Quanti di noi sarebbero in grado di stare al suo passo?
(Peraltro c'è da chiedersi cosa sarebbe riuscito ad immaginare se non avesse dovuto ricorrere alla sola forza meccanica ma avesse avuto a disposizione l'energia elettrica.)
Pagina del codice Atlantico |
Egli ci insegna l'attitudine all'attenzione.
Prima di essere inventore, è stato acuto e curioso osservatore di tutti i fenomeni intorno a se. Ha studiato il volo degli uccelli così come la resa dei colori, l'anatomia umana come la fisica e l'astronomia. Fu in base alle sue osservazioni, ai suoi studi "sul campo" che potè sviluppare soluzioni che imitavano la natura, o che cercavano di dominarla.
Credo che da questo punto di vista dovremmo imitarlo, non solo in termini utilitaristici, valutando quanto il far proprio l'atteggiamento di curiosità verso le cose possa essere di vantaggio per la carriera o per la posizione sociale.
Dovremmo far propria la sua curiosità verso la natura e i suoi fenomeni, perchè in essi vi troviamo la bellezza.
La bellezza della complessità, perchè ogni fenomeno è un network di relazioni che si instaurano tra gli elementi in gioco, e la bellezza della semplicità perchè, come nel suo quadro più famoso, la complessità dello studio, dell'invenzione, del pensiero è celato dietro la disarmante semplicità di un sorriso.
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