L'aggregazione dei singoli in comunità è speculare alla evoluzione di sistemi complessi, per cui il tutto è maggiore della somma delle parti.
In altre parole, una comunità numerosa (e in qualche modo motivata) dispone delle risorse che le permettono di realizzare opere (dalle Piramidi alla conquista dello Spazio, alla codifica di leggi sempre più democratiche) che uno singolo o pochi individui non potrebbero nemmeno concepire.
Il nostro substrato genetico è portatore dell'imprinting sociale: apparteniamo a una sottofamiglia di primati ( che condividiamo con Gorilla, Scimpanzè, Bonobo), che ha tra le spiccate caratteristiche etologiche quella di vivere in comunità ( tribù) di decine di individui.
Incisioni rupestri in Val Camonica: testimonianza di comunità antiche |
Abbiamo imparato a espandere il cerchio oltre l'ambito familiare e delle conoscenze dirette, creando villaggi, città, nazioni; ci siamo aggregati secondo credenze, culture, passioni; a diversi livelli, abbiamo provato un senso di appartenenza, così forte che ancora adesso prevalgono campanilismi e separatismi, oggi che non è più necessario prevalere sull'altro per sopravvivere.
Per contro, esiste forte nell'uomo anche il senso di individualità, il bisogno di prevalere ( che equivale ad avere maggiori possibilità di sopravvivere e di perpetuare il proprio corredo genetico).
Recentemente, in occasione del confronto elettorale, abbiamo assisistito alla apoteosi dell'individualità: molti candidati, o sostenitori si sono attivati spinti più dal bisogno di prevalere e di imporre la propria visione che da quello spirito di servizio così necessario affichè la politica non si corrompa in interessi particolari.
E' facile considerare che, ove prevalgano gli interessi di pochi, non si presterà attenzione ai bisogni di tutti, minando così le basi della comunità, che è tale proprio perchè "mette in comune" risorse, impegno, interessi, aspettative.
Quarto Stato di Pellizza da Volpedo - Una comunità che si muove |
Fondamento della costruzione delle comunità più ampie, quelle civili e professionali, quelle nazionali o internazionali, è l'esperienza che ognuno di noi fa nelle primarie comunità di riferimento, in primis la comunità familiare, poi quelle scolastiche, sportive, sociali.
Il ruolo di organizzazioni quali gli oratori o i Centri di Aggregazione Giovanili, o i gruppi Scout, che più di altri hanno una mission educativa nei confronti dei minori e dei giovani, per la loro stessa natura sono strumento fondamentale per generare quel senso di appartenenza, di condivisione, di partecipazione che sono i fondamenti per la vita sociale.
Come quindi non tenere in considerazione gli sforzi e i risultati ottenuti da un nutrito gruppo di giovani e adolescenti, che hanno partecipato, collaborato, lavorato spesso sacrificando il proprio ego a favore del gruppo, nella realizzazione di un evento che ha anche lo scopo intrinseco di servire (in senso culturale) una comunità?
Una trentina di giovani e adolescenti, accompagnati da un manipolo di adulti, hanno messo in scena una versione del musical "Madre Teresa" di Michele Paulicelli, offrendolo in due serata "sold out" in Agorà. Avendo due figli parte attiva di questo gruppo, ho potuto percepire la crescita del senso di appartenenza, dell'afflato verso un obiettivo comune, dello spirito di servizio che è via via cresciuto in loro,
Sono certo che in ogni organizzazione educativa, in occasione di un evento particolare, si può percepire questo.
Come non confidare che domani questi giovani saranno in grado di costruire comunità?