martedì 24 settembre 2019

Ispirazioni


1)
Molte sono le componenti che concorrono alla creazione di un lavoro, sia essa una storia, un saggio, un’opera d’arte o dell'ingegno. Il percorso che mi ha portato alla scrittura di Madreselva inizia da lontano,
Ci sono alcuni elementi, alcune storie e narrazioni che nel corso del tempo hanno acceso in me l’interesse per un periodo della storia, il medioevo e per la letteratura fantastica, temi che spesso sono legati tra loro a filo doppio. Infatti spesso il genere fantasy si appropria degli elementi caratteristici del vivere medievale, e d’altra parte quello fu un periodo in cui la dimensione soprannaturale era ben radicata nell’esperienza quotidiana.
Di sicura suggestione, grazie anche all’età, fu per me la visione di due lavori TV, che allora ebbero un grande impatto mediatico.
Il primo di questi, e certamente il più famoso, fu “La Freccia Nera” adattamento televisivo del romanzo di Robert Louis Stevenson, fu forse la prima occasione per me di visualizzare un periodo storico di cui non sapevo nulla ( all’epoca della prima messa in onda avevo cinque anni, ma poi vi furono le repliche).
Tormentone delle nostre generazioni fu la sigla finale, quella freccia nera scagliata contro la sporca canaglia che “un saluto ti dà”.
Altro sceneggiato fu il “Marco Visconti”, anche esso adattato da un romanzo di Tommaso Grossi, e anche in questo caso fu la sigla finale a sopravvivere allo sbiadirsi dei ricordi. Era “Cavalli ricamati” romantica ballata in stile medievale cantata dal compianto Herbert Pagani.

2)
Avevo 15 anni circa; divoravo libri ad altissima velocità, passando lunghe ore in Biblioteca ( che allora era in villa Greppi). Avevo già letto alcuni fantasy, ma non bastavano mai.
Mi imbattei in quel volume di più di mille pagine e pensai: "Bene! per un po' ne ho da leggere." Quella volta presi solo quello in prestito, invece dei tre che usualmente sceglievo.
Iniziai a leggerlo, e non ho ancora smesso, dopo più di quarant'anni. Fu la mia prima volta del Signore degli Anelli.

3) 
L'influenza del Professore non è stata solo nelle suggestioni delle immagini che è riuscito a far scaturire nella mia mente, popolandola di elfi, hobbit e draghi. Quello è il livello primario e, a mio parere, quello meno importante. Il nucleo pulsante del messaggio è che un autore è un sub-creatore, e che è chiamato non semplicemente a raccontare storie, ma generare miti. Qui semplifico molto, ma il tema della mitpoiesi è quanto di più affascinante (sempre a mio parere) vi è nell'avventura letteraria di Tolkien. E a questo, con umiltà, cerco di riprendere e fare mio. Egli usava i linguaggi del mondo reinterpretandoli per la sua sub-creazione. Io, più semplicemente, mi limito a sfruttare luoghi e episodi storici. Il risultato non è che lontanamente accettabile ( potete già vedere dei risultati parziali nella raccolta di racconti "Alla ricerca dei Draghi", e prossimamente mi auguro con il progetto #madreselva ) ma è per me una gran fonte di soddisfazione .

martedì 17 settembre 2019

Le penne dorate del fagiano

Qualche giorno fa, correndo nella nostra campagna, ho visto un bel fagiano maschio dalle ali dorate. Da tempo non ne vedevo uno.
Questo episodio mi ha fatto tornare alla mente una persona che ha contribuito a formare il mio interesse per la natura e per il suo aspetto più emotivo.
Foto tratta da un volume di pochi centimetri per lato, facile da portare in giro se fai birdwatching:
 UCCELLI , R. Perry, Vallardi

Si chiamava Dino Beretta, era mio zio, ed era titolare  di un negozio di articoli sportivi e per caccia e pesca, posizionato in viale Assunta.
Ogni volta che lo incontravo mi offriva pillole di erudizione, osservazioni sulla natura umana, informazioni scientifiche. Per me, bambino di una decina di anni, era quanto più vicino a uno scienziato postessi ambire di incontrare.
Nel suo negozio circolavano riviste di caccia con splendide illustrazioni di animali vivi ( e morti).
Credo mi sia anche capitato di ammirare qualche preda portata da qualche cacciatore, o impagliata, visto che egli faceva anche da tramite per la pratica tassidermica ( per molti anni in casa dei miei fece mostra di sè un barbagianni morto  per cause accidentali, che si trovò prolungata l'esistenza grazie alla paglia al posto degli organi interni).
Mio zio non cacciava, forse lo aveva fatto in passato, e anche le uscite a pesca  si diradarono con l'andar degli anni. Era invece appassionato e esperto di funghi, spesso suppliva ai micologi dell' ASL, molti raccoglitori si recavano da lui per consulenze su esemplari difficili da catalogare.
Egli consultava i suoi cinque o più volumi de "I funghi dal vero" di cui ero invidioso, e dava il suo verdetto, sempre con cognizione di causa.
Più tardi comprai anch'io il primo volume di quella collana, le cinquecento specie di fungo riportate in quel solo volume erano già troppe per me.

La sua narrazione della natura, così simile a quella di Lino Penati, di cui era coetaneo e, credo, amico, contribuì in me a formare quella commistione di scienza e fantasia, quel sentimento di sorpresa per le cose del mondo, sovente fonte di ispirazione per i miei scritti.

martedì 10 settembre 2019

Fantasia, scienza, metodo

Per fantasia si intende quel processo mentale che porta a concepire idee non rispondenti a situazioni, cose, processi reali di cui abbiamo immediata esperienza.

La capacità di immaginare “oltre il reale” porta alle visioni fantastiche, protagoniste della maggior parte delle narrazioni.

Attraverso la scienza, invece, si cerca di descrivere la realtà che osserviamo, anche attraverso un manufatto di qualsiasi tipo, in modo esatto, non ambiguo e oggettivo, attraverso lo studio e la ricerca condotti con metodo e rigore.


Creatività e matematica: Lewis Carroll



Fantasia e scienza,  non sono in contrasto. Non sono antitetici.

Ci vuole fantasia a concepire le equazioni della relatività, o visualizzare matrici a  molte dimensioni.

Ci vuole fantasia nel dedurre la forma e le dimensioni di un animale vissuto milioni di anni fa da un frammento di osso, o descrivere il collasso di un buco nero  da impercettibili variazioni del campo gravitazionale.

Ho sperimentato personalmente questa considerazione, quando mi sono trovato a dover trovare soluzioni a problemi tecnici. Scartati gli interventi "da manuale" spesso la strada  più efficace si era dimostrata  quella che  prevedeva un approccio non convenzionale, da un "pensiero laterale", sovente stimolato da intuizioni che apparentemente non erano pertinenti.

Intuizioni che devono però essere supportate da studi e approfondimenti, condotti con approccio scientifico, fatto di sperimentazione e metodo.

Sperimentare l'equilibrio


 Creatività e metodo non sono in disaccordo.

Ci vuole metodo per ogni prodotto della fantasia, perché esca dal limbo dell’idea e approdi alla terra della concretezza.



La fantasia è la scintilla che accende fuochi nella mente.

Ma questi fuochi devono essere regolati, governati, per evitare che diventino fonte di distruzione.
Questi fuochi devono essere portati nella camera a combustione interna del metodo.  Solo in questo modo potranno concretizzarsi in pensieri, parole azioni in grado di generare significato.

Le informazioni che  si intende trasmettere, e con esse le emozioni, devono essere convogliate e controllate, devono essere organizzate in modo che chi ne usufruisce riesca a cogliere nel modo più immediato il messaggio che vogliamo veicolare.


Musica: creatività e metodo




Anche nella scrittura, che narri le avventure dell'eroe o che proponga una riflessione sui misteri del mondo il metodo, la struttura è tanto importante quanto l'abilità nell'inventare  storie o nello studio dei testi.

Struttura, metodo, rigore, fatica. La creatività è fatta anche di questo.

Appunti
Commento sul mio taccuino ( cartaceo e in web) gli argomenti che di volta in volta mi sembrano più interessanti, con un obiettivo semplice: cercare di migliorare e rendere più chiara la mia visione del mondo. E se questo può aiutare anche voi, ne sono felice.