Questo episodio mi ha fatto tornare alla mente una persona che ha contribuito a formare il mio interesse per la natura e per il suo aspetto più emotivo.
Foto tratta da un volume di pochi centimetri per lato, facile da portare in giro se fai birdwatching: UCCELLI , R. Perry, Vallardi |
Si chiamava Dino Beretta, era mio zio, ed era titolare di un negozio di articoli sportivi e per caccia e pesca, posizionato in viale Assunta.
Ogni volta che lo incontravo mi offriva pillole di erudizione, osservazioni sulla natura umana, informazioni scientifiche. Per me, bambino di una decina di anni, era quanto più vicino a uno scienziato postessi ambire di incontrare.
Nel suo negozio circolavano riviste di caccia con splendide illustrazioni di animali vivi ( e morti).
Credo mi sia anche capitato di ammirare qualche preda portata da qualche cacciatore, o impagliata, visto che egli faceva anche da tramite per la pratica tassidermica ( per molti anni in casa dei miei fece mostra di sè un barbagianni morto per cause accidentali, che si trovò prolungata l'esistenza grazie alla paglia al posto degli organi interni).
Mio zio non cacciava, forse lo aveva fatto in passato, e anche le uscite a pesca si diradarono con l'andar degli anni. Era invece appassionato e esperto di funghi, spesso suppliva ai micologi dell' ASL, molti raccoglitori si recavano da lui per consulenze su esemplari difficili da catalogare.
Egli consultava i suoi cinque o più volumi de "I funghi dal vero" di cui ero invidioso, e dava il suo verdetto, sempre con cognizione di causa.
Più tardi comprai anch'io il primo volume di quella collana, le cinquecento specie di fungo riportate in quel solo volume erano già troppe per me.
La sua narrazione della natura, così simile a quella di Lino Penati, di cui era coetaneo e, credo, amico, contribuì in me a formare quella commistione di scienza e fantasia, quel sentimento di sorpresa per le cose del mondo, sovente fonte di ispirazione per i miei scritti.
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