Una cosa di cui si sente la mancanza nella concitazione della quotidianità, ancor di più in questi tempi critici, è il silenzio.
Non il silenzio della fine giornata, quando spegni le ultime luci di casa e intorno a te il buio, pur stemperato dall'inquinamento luminoso, si impossessa dello spazio della mente.
Nemmeno è il silenzio delle chiese, nelle quali entri per cercare Dio o una parola di bellezza. Lì il tuo silenzio è rotto dal flusso delle preoccupazioni, delle suppliche, dell'intercalare ipnotico del rosario, a volte così fitto che la Parola cercata non trova spazio.
Non il silenzio della fine giornata, quando spegni le ultime luci di casa e intorno a te il buio, pur stemperato dall'inquinamento luminoso, si impossessa dello spazio della mente.
Nemmeno è il silenzio delle chiese, nelle quali entri per cercare Dio o una parola di bellezza. Lì il tuo silenzio è rotto dal flusso delle preoccupazioni, delle suppliche, dell'intercalare ipnotico del rosario, a volte così fitto che la Parola cercata non trova spazio.
Il silenzio di cui parlo è quello che si prova sulla vetta di una montagna, quando il battito del cuore dopo la fatica della salita si calma e ti siedi ad ammirare il paesaggio intorno a te, di azzurro rocce e ghiaccio.
Non si è portati a parlare dopo questo genere di esperienze, poche parole pratiche, la narrazione si conserva per il fondovalle.
Lì, solo il vibrare del vento, e la tua anima nuda, a tu per tu con l'infinito.
E' un silenzio pieno. E' l'Universo, la Natura, Dio che irrompe nei tuoi sensi, ti assorbe, ti plasma.
Così diventi vetta, roccia, neve. Non vi è nulla al di là dell'immensità.
Non si è portati a parlare dopo questo genere di esperienze, poche parole pratiche, la narrazione si conserva per il fondovalle.
Lì, solo il vibrare del vento, e la tua anima nuda, a tu per tu con l'infinito.
E' un silenzio pieno. E' l'Universo, la Natura, Dio che irrompe nei tuoi sensi, ti assorbe, ti plasma.
Così diventi vetta, roccia, neve. Non vi è nulla al di là dell'immensità.
La stessa sensazione la percepisci anche di fronte alla distesa profonda del mare, o nel frastagliato profilo delle campagne intorno alle città quando, camminando o correndo, ti fermi colto da un particolare, e da esso lo sguardo si allarga all'orizzonte tessuto dei colori del tramonto.
Perchè quel silenzio svuota la mente, ti riporta all'essenziale, stempera il quotidiano che si fa piccolo e insignificante di fronte all'universo, di cui sei parte e spettatore.
Di questo silenzio vi è molto bisogno, in questi giorni.
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