Da tempo avevo sentito parlare di questo volume, Guardare, Pensare, Progettare di Riccardo Falcinelli (ed. Stampa Alternativa&Graffiti) come di uno strumento indispensabile per i designer industriali. Pensavo che forse avrebbe potuto dire qualcosa al progettista in genere, non solo a chi si occupasse di estetica, ergonomia, usabilità, ma anche a chi avesse a che fare con progettazione circuitale, meccanica, e in tutte le scienze applicate.
Avuta la possibilità di leggerlo, mi sono reso conto che gran parte dell'attenzione è dedicata a come la nostra mente interpreta ciò che vede, come il cervello attiva i suoi neuroni per interpretare la realtà e le sue rappresentazioni umane. Questo, che potrebbe apparire come un esercizio di erudizione, è invece requisito necessario a comprendere quelle regole pratiche che guidano ad esempio l'attività del visual designer (che si trovano racchiuse in libri molto pratici quali "Don't make me think" di Steve Krug, per esempio).
Sul finire della lettura, mi sono chiesto cosa avrei potuto ricordare che fosse utile a fortificare l'esperienza di progettazione. Credo almeno alcuni temi.
1) La relazione con il mondo. Falcinelli dice: "Credo che il mondo non sia fatto per essere guardato ma per essere usato, cioè per entrarci in relazione, per chiederci cosa ci possiamo fare." Ho incontrato spesso e da parti diverse il tema della relazione. E' una condizione per l'esistenza sotto diversi aspetti, da quello fisico ( qui torno a quello che dice Carlo Rovelli, ma è la teoria dei loop nell'ambito della meccanica quantistica che ce lo dice, che "questi quanti di spazio, particelle elementari, fotoni, quanti di gravità non vivono immersi nello spazio, formano essi stessi lo spazio. [...] interagiscon incessantemente gli uni con gli altri, anzi esistono solo in quanto termini di incessanti interazioni"-C.Rovelli, L'ordine del tempo), a quello sociale.
Chi è chiamato a progettare finanche un pezzo meccanico, pur dovendo confrontarsi con le tecniche, le leggi scientifiche che regolano i fenomeni che intende controllare, non può prescindere dal fatto che ogni risultato del suo lavoro è in funzione di un progresso, un miglioramento della condizione umana (vi dice niente il termine innovazione?)
2) C'è differenza tra percezione della realtà e Realtà. il nostro sistema sensoriale combinato con il cervello svolgono ogni decimo di secondo interpretazioni accurate del mondo in cui siamo immersi. A volte però cadono in errore.
I due segmenti orizzontali hanno la stessa lunghezza, ma percepiamo quello in alto più lungo. |
3) "Guardare consapevolmente è già pensare; e pensare consapevolmente è già progettare. Guardare, pensare, progettare sono così aspetti senza soluzione di continuità tra loro."
4) Il designer è un artigiano consapevole, che continuamente si fa domande sul suo operato. Questo è il punto che più di ogni altro possa davvero rappresentare l'essenza del processo mentale che è racchiuso nella parola 'progettare'. Un atto che coinvolge sensi e cervello, cultura e immaginazione e che sempre percorre quel ponte che sta tra tecnologia e umanità.