(leggere, ascoltare, incontrare )
LETTERALMENTE FUORI DAL CORO ( DI SOLITO MI SIEDO A FIANCO)
Quando mi accingo ad intonare il Santo insieme al coro degli adolescenti, alla messa domenicale delle undici, mi viene spesso da sorridere: la musica e` tratta da un brano della famosa opera rock degli anni 70 Jesus Christ Superstar, che tanta polemica creo` per aver presentato un Gesu` troppo “umano”. Altro polverone ci fu per un musicista nostrano, tale Guccini, che oso` intitolare una sua canzone Dio è morto, prontamente censurata da zelanti e un po’ bigotti funzionari RAI ( ma trasmessa tranquillamente da Radio Vaticana, che ne aveva colto il messaggio di speranza, posto solo nella terza strofa). Cosa è rimasto di quello spirito rivoluzionario, anche nel mondo cattolico, che porto` addirittura alle messe beat ( che contribuirono alla mia –e non solo mia - formazione musicale e in parte anche spirituale) ? Era un linguaggio forse un po’ crudo, forse figlio di una stagione , il sessantotto, di confusione ma anche di grandi speranze, e di sperimentazione di nuovi linguaggi. Allora la chiesa aveva raccolto la sfida, mentre oggi, comunque proiettata nella missione di far comprendere il messaggio evangelico a tutti coloro che vogliano ascoltare, sembra un po’ in difficoltà nell’usare i linguaggi piu` comprensibili dalla gente. Non solo per i mezzi, che le nuove tecnologie sono gia` nelle mani e nei piani di lavoro dei sacerdoti, ma per i temi e alle riflessioni con i quali affrontare il messaggio cristiano alla luce dei nostri tempi, temi spesso attinti da una visione del mondo e della società purtroppo non sempre aggiornata.
Questo, naturalmente, nella mia personalissima opinione.
IL CORAGGIO
Non si deve essere eroi per avere coraggio, si puo` agire anche nelle piccole cose:
si puo` avere il coraggio di spegnere il televisore, quando c’è solo TV spazzatura.
Il coraggio di crescere dei figli, avendo un progetto serio in mente, per loro, non per noi.
Il coraggio di allargare veramente le braccia nell’abbraccio del Padre Nostro.
Il coraggio di rivelare la propria debolezza e la propria sofferenza , come Giovanni Paolo II negli ultimi anni della sua vita.
Il coraggio di essere coraggiosi , ovvero imparare ad avere fiducia nei propri mezzi. È un viaggio alla fonte del coraggio inteso come forza nel tollerare l’insuccesso, entusiasmo nel riprovare, capacità di chiedere aiuto e di offrirlo, quello raccontato ai bambini dai 6 anni nel libro dello psicoterapeuta Domenico Barilla`, edito da Carthusia, dal titolo omonimo.
Il coraggio di parlare della propria sconvolgente malattia, come ha fatto Randy Pausch, docente della Carnegie Mellon a cui restano solo pochi mesi di vita, nella sua ultima lezione(la trovate, in inglese – anche se non lo capite, vale la pena guardarla- su You Tube , www.youtube.com e comunque in rete ne parlano in molti ) recentemente pubblicata da Rizzoli con il titolo “L’ultima lezione. La vita spiegata da un uomo che muore”.
Ha parlato con ironia e coraggio, facendo spesso sbellicare dalle risate la platea, dei sogni della sua infanzia e della fatica che si fa per riuscire a realizzarli, e del fatto che la vita vale la pena di essere vissuta.
Perche` cio` che è importante è avere il coraggio di coltivare dei sogni.
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