Quando ho iniziato l'avventura di questo blog, quasi cinque anni fa ( aprile 2007 il primo post) non sapevo bene cosa vi avrei scritto sopra. Non sono un appassionato politico e l'analisi delle vicende istituzionali mi riesce difficile, ne' un amante del calcio giocato ma soprattutto parlato; non ho attivita` lavorative ne' volontarie fonte di ispirazione per i miei blog ( non che non ci sia niente di interessante in quello che faccio, ma spesso non può essere di interesse comune - il dominio di interesse è piuttosto stretto ).
Del resto non volevo essere puramente autoreferenziale, scrivendo solo ed esclusivamente di me, dei miei pensieri e dei miei scazzi. Sarei apparso un po' troppo narcisista ( un po' lo si e`, ogni volta che si decide di mettere la faccia in qualche iniziativa con un minimo di pubblico) e, alla lunga, noioso.
Ma non ho pianificato a tavolino quale sarebbe stato il mio tratto caratterizzante, non ho pensato quali argomenti trattare, con che stile, con quanta vis polemica. No, semplicemente mi sono messo a scrivere, perche' avevo qualcosa da dire. Col tempo ho meglio delineato le caratteristiche di questo blog, che e` quella di cercare chiavi per capire quello che ci circonda, soprattutto nell'ambito della comunicazione tra le persone (senza tralasciare altri temi a me cari, la letteratura, ad esempio).
Non so se sto riuscendo nel mio intento, ma ci provo.
L'esplosione di FB ha rivelato invece un aspetto interessante. La scarsita` di temi che la gente vuole condividere in una discussione. Se si tratta di riprendere temi proposti da altri, o meglio ancora, ripubblicare senza quasi commenti idee - soprattutto sceme - provenienti dalla Rete, concetti o memi (unità auto-propagantesi) che sostengono un pensiero debole, il piu` delle volte istintuale, qualunquista, che solleciti la parte di noi che privilegia il massacro dei cristiani al colosseo piuttosto che la tragedia a teatro, allora tutti li` a postare.
Quando pero` e` necessario contribuire con un pensiero proprio, sostenere una tesi che si fa propria non solo dal display del PC/iPhone/iPAD, ma nache nella vita fisica, quella di carne e sangue, allora il numero di attori si riduce ad uno sparuto gruppo, di solito quelli che gia` sono attivi anche off-line in associazioni, istituzioni, etc.
Perche` questo? Mancanza di idee? Pigrizia?
Credo un po' tutte le cose, la paura di uscire dalla tribù con idee anticonformiste, il timore di perdere il proprio ruolo all'interno del sistema tribale, la fatica di esprimere con pensieri compiuti concetti che pure potrebbero essere ben radicati nella propria esperienza. O peggio, il vuoto nella vita di espressioni sociali più estese di quelle puramente legate alla parentela. Alla morte delle relazioni sociali nel mondo fisico, quello telematico può supplire solo in parte.
Ma se non ci sono conversazioni, che socialità si può realizzare?