La prima volta che
vidi il trailer del film tratto dal libro omonimo fui veramente colpito. Le immagini dell'11 settembre, lo
struggimento del ragazzino protagonista che perde il padre, le musiche degli U2
, lasciavano presagire un'opera che scavava nei sentimenti e che avrebbe certamente non lasciato indifferenti gli
spettatori.
Ma non sono uno che corre al cinema ad ogni occasione, e ho
archiviato il film tra quelli "da
vedere", lista piuttosto lunga di titoli che non esauriro` mai.
La stessa faccia
angosciata del ragazzino mi ha salutato dalla fascetta allegata al libro. L'ho preso in mano e sfogliato,
non aspettandomi granche` di piu di quanto gia` provato con il trailer.
Invece mi hanno colpito le illustrazioni, le pagine bianche con una sola riga, le cerchiature in rosso sugli articoli di giornale.
L'autore usa un modo di scrivere non convenzionale. Entra nel profondo dell'anima del ragazzo protagonista, scavando con spietata delicatezza nelle ansie e paure di un bambino che ha perduto il padre e non ne comprende il motivo. Ansie e paure che si annidano anche nelle vicende dei nonni, che scorrono parallele e solo in chiusura si riannodano ( anche se per poco) per amore del nipote e del figlio perduto.
Spassosa, per contro, la corrispondenza che il ragazzino tiene con personaggi della scienza quali Stephen Hawking e Jane Goodall.
In confronto a tanta letteratura prolissa che proviene dal continente americano, un capolavoro.
Un libro che non aiuta a trovare risposte, ma almeno a porsi domande.
Molto Forte, Incredibilmente vicino, di Jonathan S. Foer, ed. Guanda
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