Entrando, ci
accoglie un profumo di legno.
Legno delle
grandi travi curve a formare il tetto.
Curve. Archi
pronti a scagliare preghiere come frecce
verso il Cielo.
Legno della
panche che abbracciano l’altare.
L’ho
accarezzato, quel legno, l’ho sentito
sotto le dita. Mi sono emozionato su
quelle panche.
L’ho accarezzato
quel legno, il legno di quelle panche che ospiteranno generazioni di nostri
figli.
Li vedranno
pregare, spesso svogliati nei pomeriggi dopo essersi spesi nel gioco.
Li vedranno a
volte addormentarsi, nelle lunghe sere di adorazione. Li vedranno giocarsi la
propria vita, chiedere aiuto per capire
cosa fare da grandi.
Ricordo la vecchia Cappellina, quella in uno stanzino di villa Celada. In disparte,
minuscola. Accoglieva i dubbi e le speranze di noi ragazzi. Ma era piccola, i Vespri la riempivano , ci
si stringeva sulle panche.
Si viveva cosi’ la ricerca del Divino, e del senso della vita.
In disparte e nel raccoglimento. Forse era il solo modo.
Oggi, che tutte
le verita` sono urlate, come fare per trovare il Divino nel rumore che invade
la citta`?
La nuova
Cappellina si lascia abbracciare dall’oratorio, incastonata nel centro come la
prua di una nave che ha trovato il suo approdo. Ma oltre, oltre le vetrate che
narrano la vita dell’uomo con al centro la Madre di Dio, nella trasparenza dei
colori anche la citta` e` oggetto di quell’abbraccio.
E insieme alla
citta`, il mondo.
Possa la Madonna
di Fatima aiutare i nostri ragazzi a non essere autoreferenziali, a non bastare
a se stessi, a non smetter di cercare e di essere curiosi.
Possano essere
lanciati come frecce verso la vita.
Voi siete gli archi dai quali i vostri figli sono lanciati come frecce viventi.
L'Arciere vede il bersaglio sul sentiero
dell'infinito,
e con la Sua forza
vi tende affinché le Sue frecce vadano rapide e lontane.
Fatevi tendere con gioia dalla mano dell'Arciere;
Perché se Egli ama la freccia che vola, ama ugualmente
l'arco che sta saldo.
(Gibran Kahil Gibran)