L'undici agosto del 1954 Enrico Fermi, l'illustre scienziato italiano che aveva gettato le basi per l'utilizzo dell'energia atomica, sia in senso militare che civile, ebbe un'idea.
L'Universita` di Pisa aveva ricevuto un finanziamento dalle provincie e dai comuni di Pisa, Lucca e Livorno.
Di questi tempi sembra impossibile. Non avevano finanziato l'ennesimo tratto di strada, o un ospedale o qualche altra infrastruttura utile come ritorno mediatico e quindi elettorale. Avevano finanziato una universita`, che quei soldi li avrebbe usati per ricerche la cui importanza ancora oggi suscita perplessita` nella gente comune. Intendevano infatti realizzare un sincrotrone, ovvero uno di quegli acceleratori di particelle che vengono alla ribalta solo se permettono di trovare "la particella di Dio" o se qualche sventurato ministro lo usa per regalarci una gaffe planetaria.
Evidentemente gli amministratori di quel tempo non avevano l'orizzonte limitato al proprio bacino di voti, guardavano oltre.
Ma Roma li aveva preceduti. Un sincrotrone sarebbe stato realizzato in quella citta`. Dunque si trattava di trovare qualcosa di alto interesse scientifico che permettesse al mondo accademico di progredire in qualche ambito di ricerca, e alla comunita` intera di dotarsi di un volano per innovazione, industria e cultura.
Qui entro` in gioco Fermi. Negli States aveva avuto modo di comprendere l'importanza dei calcolatori elettronici. Fu facile per lui suggerire di realizzare interamente in Italia un calcolatore elettronico. Questo, oltre a dotare l'universita` di un potente strumento di calcolo, avrebbe permesso di formare un pool di esperti in questa branca dell'elettronica, che avrebbero contribuito allo sviluppo tecnologico dell'intera Italia.
Nacque cosi` la Calcolatrice Elettronica Pisana.
(segue)
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