sabato 2 gennaio 2016

le implicazioni sociali e pratiche della convivenza con un umanoide robot




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Anni fa spopolò soprattutto tra i bambini, ma attirando l'attenzione anche di un pubblico più adulto, un gioco di accudimento virtuale di un animale.Il gioco si presentava nella sua versione più conosciuta e imitata  come un piccolo dispositivo elettronico con schermo monocolore,  e simulava la vita di un piccolo animale alieno che doveva essere accudito dal proprietario, pena la morte per inedia.Si chiamava Tamagotchi, e dovette il suo successo al fatto che creava una interazione sociale "facile", senza costrizioni se non quella di ricordarsi del proprio "cucciolo" di tanto in tanto.
Era ancora un tempo in cui i cellulari svolgevano sostanzialmente la funzione per cui erano stati inventati e poco altro, Le intuizioni sull'interattività a portata di palmo erano un'esclusiva della Palm, appunto, e ancora non erano migrate sugli ancora inesistenti smartphone.
Il Tamagotchi dava l'illusione di relazionarsi con un essere reale, senza le incombenze che ogni proprietario di pet (cani, gatti o criceti che siano) ha.
Siamo poi passati alla socializzazione mediata dalle tecnologie, che avvicina persone lontane chilometri ma dall'altro lato rischia di allontanare persone tra loro vicine,
In questo caso ci sono da entrambi i lati persone reali, che la mediazione dei dispositivi solleva da alcune convenzioni, introducendone altre, meno coinvolgenti sotto il profilo emozionale.
Ci stiamo affacciando ad un'altra fase, che ancora non ha raggiunto i nostri salotti, ma sta già ponendo  domande alle quali gli psicologi cercano di rispondere.
 E' l'era dei robot.
Da tempo l'automazione industriale è una realtà, e non ci sorprende vedere per casa un disco rotante che spazza e lava i pavimenti al posto nostro.
Anche se di strada ce n'è molta da fare, le funzionalità espletate da queste macchine sono quelle noiose che vorremmo evitare, o che mettono a rischio la nostra incolumità, pertanto esse vengono percepite come


Come sarà  invece l'impatto con robot di tipo umanoide che entreranno nella nostra vita, coinvolgendo anche la nostra socialità, nell'arco dei prossimi anni ?
Avremo a che fare  con  robot per l'assistenza ad anziani e disabili, assistenti di qualsiasi tipo, colf, cuochi.  Saranno simili a noi per poter disporre dei nostri stessi utensili e per poter interagire secondo le modalità a noi familiari: emissioni verbali, movimenti del corpo, espressioni del viso.





Vi sarà un nuovo modo di interagire, si stabiliranno relazioni molto più simili ad un animale domestico che ad un usuale elettrodomestico. Daremo ordini verbali e riceveremo risposte. In parole e/o azioni. Come vivremo queste interazioni?  Cosa saranno per noi quegli esseri parzialmente simili a uomini, ma non troppo, per non rischiare di cadere nella valle perturbante ( la uncanny valley del diagramma sopra), ovvero quella zona di disagio che ci prende quando interagiamo con un robot molto simile ad un uomo, ma che riconosciamo non appartenente alla razza umana. Come li tratteremo? Come schiavi senza diritti, funzionali solo ai compiti preposti, o lik sottoporremo ad antropomorfizzazione, ossia vedremo in essi sufficienti segnali di tipo umano da paragonarli a noi, attribuendogli diritti di cui in effetti non sapranno che farsene ( ammettendo che le capacità cognitive dei nostri aiutanti androidi non raggiungano il livello di consapevolezza di se).
Un esempio di robor non umanoide: il TARS di Interstellar

Ci saranno anche implicazion più pratiche di cui tener conto.
Si pensi semplicemente alle dimensioni della media della case italiane, realizzate per una famiglia tipica di quattro membri. Dove metteremmo un robot antropomorfo delle dimensioni paragonabili a quelle di un adulto, o poco meno. In cucina, dove abitualmente si mangia anche, ci sarebbe un sovraffollamento, con il robot intento a preparare le pietanze, e magari a servirle, e l'andirivieni degli altri componenti. Si dovrebbe destinare anche uno spazio per la ricarica. Dove? in uno sgabuzzino abitualmente strapieno? E per l'energia necessaria, non sarà il caso di cambiare il contratto Enel e passare a quello da 5 KWatt, caso mai tre non fossero sufficienti? Che dire poi dei lavori domestici? Sarà possibile farglieli fare di notte, in appartamenti in cui,  per quanto silenzioso possa essere, il rumore di un aspirapolvere  o di un altro generico motore elettrico si sente negli appartamenti adiacenti come se non ci fossero muri. Anche il modello di distribuzione e di manutenzione non potrà essere lo stesso degi attuali elettrodomestici. Già ora un grosso problema nel cambio del cellulare o del tablet è la conservazione della memoria, ovvero il trasferimento dei dati dal vecchio al nuovo dispositivo. Come avverrà per una intelligenza artificiale che avrà acquisito tutte le conoscenze necessarie alla convivenza nella propria memoria? In quale formato sarà memorizzata la conoscenza?




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Si sta aprendo una nuova era che vedrà sempre più robot entrare nelle nostre case, le nostre abitudini saranno cambiate e così come gli smartphone e Internet hanno cambiato il nostro modo di interpretare la socialità, così i robot potranno cambiare il modo di intendere il lavoro. Cerchiamo di non farci cogliere impreparati, confondendoli con una versione evoluta del vecchio Tamagotchi.


Per saperne di più: Cingolani-Metta, Umani e umanoidi, Il Mulino
                               R.Oldani, Spaghetti-Robot, Il made in Italy che ci cambierà la vita, Codice Edizioni

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