Nel mio lento percorso di apprendimento sui temi della complessità ( credo che riuscirò ad avere un quadro completo della faccenda in tempo per la pensione), uno dei temi più intriganti in cui mi sono imbattuto è quello degli attrattori strani presenti nella teoria del caos ( legata a quella della complessità con filo doppio).
Un attrattore è, in parole semplici, la rappresentazione dinamica di un sistema che esegue determinate azioni che in buona sostanza si ripetono nel tempo.
Ad esempio il movimento di un pendolo è rappresentabile da un attrattore (graficamente sul piano cartesiano può essere rappresentato da velocità e posizione ) e se si attuano piccole perturbazioni al movimento del pendolo ci si aspetta ragionevolmente che questo, dopo breve tempo, riacquisti la stabilità iniziale.
Gli attrattori strani hanno la particolarità di rappresentare dinamiche caotiche, che apparentemente non hanno comportamenti coerenti, ma che rivelano proprio attraverso la rappresentazione grafica caratteristiche interessanti.
( Io l’ho fatta breve, e mi sono state d’aiuto queste pagine di wikipedia –per le definizioni - e il libro Caos, di J.Gleick )
Proviamo ora a riportare questi concetti nella vita reale, e analizziamo, tanto per fare un esempio, uno dei comportamenti più comuni dell’uomo medio occidentale: la fruizione dei programmi televisivi.
Apparentemente disponiamo della più ampia libertà di azione, in ambito televisivo, oggi poi che le offerte si moltiplicano in modo esponenziale.
Sin da quando sono apparsi i televisori multicanali ( ricordate? Sino a novantanove canali – per non usare un diplay a sette segmenti in più, necessario per arrivare a cento ), ci si è illusi di poter disporre di una libertà di scelta pressoché infinita.
Ora poi che l’offerta non vede solo la tv generalista, ma i programmi satellitare, il digitale terrestre, lo streaming su web, ci si sente come dio in terra, in grado di padroneggiare il nostro tempo libero come si vuole.
Ma, a ben vedere, il modello che descrive il comportamento di un utente medio è proprio un attrattore strano.
Una apparente dinamica caotica ( quindi, dal punto di vista utente, sostanzialmente libera) rivela invece, nello spazio degli stati, una sostanziale adesione ai modelli di marketing e dei mezzi di confusione di massa.
Bene fanno Luca De Biase e Luca Chittaro a mettere in guardia sull’information overload e tutto quanto ne consegue.
Ma chi li legge, di solito, già è fuori dal campo di attrazione.
E gli altri?
P.S. mi perdoneranno i puristi per l'uso disinvolto che faccio di concetti scientifici e del mescolamento con dinamiche sociali . E' un punto di vista assolutamente personale e privo di qualsiasi fondamento scientifico. Però è utile per rendere meglio l'idea
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