martedì 15 settembre 2009

Un approccio diverso: il biodiesel dei missionari

Se si esamina i problema energetico non solo dal puro punto di vista del suo approvvigionamento, ma anche dall'impatto che la ricerca di energia ha sul mondo, ci si rende conto che tra le tante possibili risposte, non sono certo quelle che prevedono un accentramento della produzione di energia quelle che risolvono in modo radicale la questione.
Certo, per il sistema industriale sono necessarie grandi quantita` di energia che forse solo grossi impianti sono in grado di fornire, ma questo e` solo un aspetto della ricerca energetica.
Diverso e` l'uso umano, per il quale in teoria l'intero fabbisogno energetico potrebbe essere ricavato all'interno dei confini della propria abitazione.
Per questo mi piace sottolineare tutte le soluzioni che propongono un approccio diverso alla questione.
Per questo sottolineo l'uso della Jathropa Curcas, una pianta velenosa dalla quale si estrae un olio utilizzabile COSI` COM'E` come combustibile e con un semplice filtraggio puo` essere utilizzato come carburante su motori adattati.
Ne parla un articolo di Avvenire del 13 settembre, sottolineando che l'uso di tale pianta si sta diffondendo anche tra le comunita` missionarie, per rendere autosufficienti villaggi e comunita`.
E` anche una risposta efficace (l'India l'ha inclusa nel piano per l'indipendenza energetica entro il 2012 ) alle obiezioni di chi considera il biodiesel un rimedio peggiore del male.

2 commenti:

Appunti
Commento sul mio taccuino ( cartaceo e in web) gli argomenti che di volta in volta mi sembrano più interessanti, con un obiettivo semplice: cercare di migliorare e rendere più chiara la mia visione del mondo. E se questo può aiutare anche voi, ne sono felice.