Non e' l'alba. Non sono cosi` mattiniero.
Di sabato, poi.
Pero` ci alziamo comunque ad un orario in cui il sole fatica a sorgere.
Cosi` sono in giro, davanti alla chiesa per la precisione, in quel momento del sabato nel quale ci si prepara per le attivita` usuali, uscire, fare la spesa, riassettare la casa.
Ma di persone in giro, poche.
Sul piazzale, Sandro.
Lo chiamo, si volta, mi vede, sorride.
Mi colpisce come sempre il timbro della sua voce e i suoi occhi che perforano i miei, quasi a cercarmi l'anima per dirmi, "sono qui".
E` a casa e gia` ha nostalgia dell'altra casa, il Brasile. Ma e` contento di rivedere i profili della Grigna e del Resegone su a Nord.
Si scambiano abbracci, due parole, ci si saluta: deve organizzare la sua permanenza, le messe, gli incontri.
Lo rivedo nei giorni seguenti, un paio di volte, in a bicicletta, io protetto dall'anonimato della scatola di latta dell'auto.
Se dovessi usare una immagine per rappresentare Cristo ai giorni nostri userei questa.
Sandro, don Sandro Spinelli, che percorre le strade del mondo in bicicletta.
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