venerdì 17 dicembre 2010

Meglio condividere che vietare

Claudio Gargantini sul suo blog, pubblica un articolo nel quale chiede spiegazioni riguardo alle spese fatte dal Comune di Cernusco per la installazione del presepe di p.za Gavazzi.
Non entro nel merito dei costi del presepe, immagino che gli assessori e il sindaco abbiano fatto bene i conti su dove investire e come.
Quella che mi lascia perplesso e che non mi aspettavo da Claudio  e` il seguente paragrafo:

E' corretto, ieri come oggi, segnare il territorio con simboli religiosi, che se importanti e condivisi da tanti non rappresentano il sentire di tutti, quasi che il luogo pubblico sia un continuum del sacro?
Secondo me no. 


A parte che pretendere di annullare del tutto la pubblicazione dei simboli cristiani ( la nativita` nello specifico, che guarda caso e` il motivo principe della festa ) significa non tener conto dei duemila anni di storia  che nel bene o nel male hanno avuto in Europa una  impronta culturalmente orientata al cristianesimo.  E con buona pace degli atei e degli ultralaici, e` cosa che non si puo` annullare, cancellare, obliare.


Ma poi, se l'ottica e` quella della pluralita`, anziche` vietare una presenza, io ne incoraggerei altre. A me farebbe piacere poter osservare segni e simboli ebrei, mussulmani, buddhisti, finanche neopagani, che rendono pubblica la loro fede in occasioni delle ricorrenze religiose loro proprie.

Questo si` sarebbe segno di pluralita` e di tolleranza.  Perche` in ogni caso dal sacro non si puo` prescindere, e la negazione di Dio e delle sue manifestazioni tra gli uomini, come in sostanza e` proposta dagli attivisti atei e dai fondamentalisti laici ( quelli che non vogliono sentir parlare di presepi in piazza e di benedizioni alla scuola, ma poi anch'essi approfittano delle ferie natalizie )   non puo` portare al divieto assoluto di rendere pubblico il proprio credo.  Si rischia di percorrere una china molto sdrucciolevole....

3 commenti:

  1. Il tema è affascinante e accompagna l’umanità dalla nascita del mondo ma:

    Ciò che contesto non è la valorizzazione del religioso, anzi, proprio nell’intervista a infolio di oggi dico che sarebbe stato opportuno dare un contributo alla manifestazione dei presepi a santa maria (http://www.cernuscoinfolio.net/leggiArticolo.php?id=2471&cat=3&anno=2010 ) ma contesto , che sia stata la municipalità , che per sua definizione è di tutti e non della maggior parte, a farsi promotrice di manifestazioni religiose (qual’e’ l’esposizione di un presepe) per due motivi precisi:

    1.perché non è sua competenza
    2.per rispettare il sacro che ha al suo interno le proprie dinamiche di proposizione.

    Sottolineo che un simbolo religioso “rubato” perde il suo valore.

    Per concludere

    Se il presepe in piazza fosse stato proposto dalla parrocchia o da un associazione e avesse trovato il contributo (da discutere nelle dimensioni) dell’amministrazione è ok!

    Un evento religioso proposto direttamente dall'amministrazione non è ok!

    La linea è sottile lo so.

    Io la riconosco proprio grazie alla mia esperienza cristiana.

    Un abbraccio

    Buone feste a tutti voi

    buone feste
    claudio

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  2. Pandino CR (oggi 18 dic 2010):"PRESEPI IN CASTELLO-Mostra di Natività aristiche all'interno del Castello Visconteo". E' solo un esampio fra mille. Se si confondono eventi culturali, religiosità e fede siamo oltre la frutta.

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  3. Ma queste pippe avranno mai una fine?

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Appunti
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