martedì 29 marzo 2011

Al tamburo tribale mancano ... gli occhi!


Ho gia` avuto occasione di ribadire, in questa sede, l'importanza in ambito locale di uno strumento come la radio ( qui e qui ). Rilevo tuttavia una difficolta`, che non e` solo la mia personale  nel trovare slot temporali da dedicare a  questa attivita` (il programma  ZTI su RCS  e` da tempo in sospeso ) - di idee da implementare ce ne sarebbero e se ne potrebbero trovare altre, quel che mi manca, oggi, e` il tempo nella fascia oraria "pregiata" della prima serata.
Dicevo, se da un lato il senso della presenza di uno strumento che aiuta a fare comunita` locale non cede di un millimetro, e basterebbe la presenza costante alle celebrazioni liturgiche e alle sedute del consiglio per dare giustificazione di un impegno comunque gravoso, dall'altro si devono fare i conti con le mutate condizioni, soprattutto in termini di scambio comunicativo.

Intervista al Sindaco a Persona e Citta`- RCS 93.9
Asincronizzazione 
C'e` una tendenza in atto ormai da parecchi anni, a partire da quando il  (video)registratore e` entrato nelle nostre case, ma che ha acquisito via via piu` piede al migliorare dell'offerta tecnologica. E` la asincronizzazione della ricezione, ovvero il fatto che per ascoltare o vedere un programma non e` necessario restare sintonizzati, ma e` sufficiente registrarlo su un supporto e quando si e` piu` comodi, godersi lo spettacolo.
Questo fatto, il poter fruire i contenuti ( mi suggerite un altro modo di esprimere questo concetto? fruire i contenuti non mi suona bene... ) , e` stato ed e`  il punto di forza della comunicazione scritta: non si deve essere presenti nello stesso momento per acquisire le informazioni, e` sufficiente afferire allo stesso mezzo, l'autore in modalita` input, il lettore in modalita` output. Questo permett ai documenti scritti di attraversare il tempo e mantenersi "freschi" anche dopo decenni o secoli.
Certo, le emozioni che si hanno alla partecipazione ad un evento in diretta ( un concerto, un teatro, uno spettacolo di cabaret)  non si provano allo stesso modo  attraverso i mezzi elettronici ( radio o TV o cinema), e comunque la maggior parte dell'offerta mediatica e` registrata rendendo vana, senza significato la necessita` di sincronizzarsi con l'orario di trasmissione dell'offerta stessa ( cosa che vale ancora per le dirette di grandi eventi, come olimpiadi e mondiali di calcio, celebrazioni mondiali storico e politiche, etc. )

Pero` sino a poco tempo fa, per radio e televisione , per la maggior parte delle persone la sola modalita` possibile era quella di sintonizzarsi all'ora giusta per poter ascoltare o vedere il programma preferito.

Poi e` arrivata l'alta tecnologia, con le offerte Pay TV ( canali che in differita trasmettono la stessa programmazione di quello principale), Pay per View ( scegli cosa guardare ), e Internet, con YouTube,  Tv in streaming, tools  come MegaVideo, o modalita` di peer-to-peer piu` o meno legali.
Anche le radio offrono la trasmissione in streaming, e i podcast dei programmi piu` importanti.

Con questo anche la radio locale, ma non solo, direi ogni organizzazione che si propone di dare informazione locale, deve confrontarsi.

 Multimedialita`
L'altra criticita` da tenere in considerazione   e` il mescolarsi dei diversi aspetti comunicativi: parola, grafica, musica, video, con lo scopo di offrire contenuti sempre piu` interessanti, sviluppano in sinergia mediatica  un prodotto che  vuole rendere piu` completa l'esperienza dell'acquisizione dei contenuti.
Per sua natura la radio e` monocanale: impegna solo l'audio e permette anche di fare altro, mentre la si ascolta, soprattutto in caso di trasmissioni non particolarmente impegnate.
Tuttavia, nella ricerca di un posto al sole, soprattutto per mezzi a diffusione locale, l'uso della multimedialita` a complemento o per promozione del mezzo audio potrebbe fare la differenza.
Il punto e` che il linguaggio radiofonico, oggi, o e` sostenuto da un poderoso impianto redazionale, in grado di offrire programmi che sollecitino l'attenzione e che , o rischia di assumere il ruolo che era qualche anno fa la filodiffusione: un tappeto sonoro a compagnia delle attivita` di (pochi) ascoltatori, senza nessuna capacita` di farsi voce della comunita` di cui e` parte.

Quali siano le soluzioni, non lo so. Forse e` possibile sperimentare forme nuove di produzione , integrare allo strumento classico le possibilita` offerte dal Web oggi ( a partire da You Tube, la maggior parte delle trasmissioni radio potrebbe essere anche registrata in video e pubblicata ), non solo in funzione di replicatore dei contenuti, ma cercando nuove strade, nuove soluzioni, magari dirompenti come lo e` stata la radio, trent'anni fa.

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