Nelle attuali discussioni politiche, approssimandosi le elezioni amministrative e fortunatamente avendo a disposizione strumenti telematici che permettono a ciascuno di esprimere la propria opinione, vi e` la tendenza molto umana ad assolutizzare le richieste e a relativizzare le difficolta`. Cosi` succede che, per esempio, si chiede di destinare risorse per una citta` piu` bella, dimenticando che ci si deve anche adoperare per una citta` piu` giusta ( lavoro, sociale, cultura). O ancora, si addossano all’amministrazione comunale competenze e responsabilita` che sono di altri enti, semplicemente perche` esiste un interlocutore bene identificato, che secondo alcuni dovrebbe farsi carico di tutti i problemi dei cittadini, a prescindere.
Questo atteggiamento e` comprensibile e giustificabile se ad esprimerlo sono i semplici cittadini che magari digiuni di politica e di competenze amministrative, dimostrano semplicemente una esigenza secondo le modalita` e le forme a loro piu` consone. ( ci si augura sempre senza scadere nella provocazione e nell’insulto).
Quello che preoccupa di piu`, invece, e` quando si esprime cosi` chi ambisce ad assumere democraticamente un ruolo di responsabilita` nella guida della comunita`, sia essa locale che piu` estesa. Non si puo` credere che un candidato al consiglio comunale non sia al corrente delle difficolta` in cui versano i comuni oggi, o che liquidi con espressioni demagogiche operazioni di alta complessita`.
Questo e` cio`che di dimentica : che viviamo anzi siamo immersi, siamo noi stessi un sistema complesso, il cui livello di complessita` e` vertiginosamente aumentato nell’ultimo secolo. Le iniziative individuali si intersecano con quelle di tutti gli altri, facendo emergere comportamenti imprevedibili.
In questo quadro, ostinarsi su visioni parziali o approssimate dimostra in sostanza l’incapacita` di fondo di saper leggere la realta`.
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