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E` pur vero che e` normale tendenza umana cercare di trarre beneficio per se, ove possibile.
Ad esempio, potrei dire che questo blog e` un servizio, perche` tento di dare spiegazioni, mi auguro comprensibili a tutti, su alcuni accadimenti del mondo, in realta` nello scrivere soddisfo il mio ego, cosi` come la maggior parte dei blogger e dei frequentatori della rete ( si`, anche di Facebook e Twitter).
L'antidoto a questo e` una attenzione costante, una delega che non sia in bianco. Ma penso che ancora piu` importante sia l'abbandonare il senso corporativo che muove tutte le associazioni, gli enti privati, i partiti. Quel sentirsi esclusivi, soli depositari di un mandato di salvatori del mondo, innesca meccanismi di autocompiacimento, di mutua complicita` tra i membri, che scivola verso la relativizzazione delle regole delle comunita` piu` ampie a cui ci si riferisce ( siano esse civili, religiose, o di fatto ) , giustificando spiacevoli fenomeni di scavalcamento delle stesse. Non sempre si arriva a commettere illeciti perseguibili dalla giustizia, ma spesso l'etica, in questo modo, viene messa in secondo piano.
Tenere sempre presente che la comunita` di riferimento e` quella che ci permette di vivere, per estensione il mondo intero, e non il gruppetto di amici o di chi condivide un impegno, ci fa evitare errori spiacevoli e potenzialmente pericolosi, per se` e per gli altri.
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