Nella narrazione, anche quella fantastica, non può prescindere dalla realtà. L'autore, mediante il processo narrativo, la sequenza di eventi, deve sempre proporre un elemento di verità. Può essere un fatto, storico o contemporaneo, un concetto, scientifico o sociologico, anche un'emozione, purchè vera.
Ci può essere una missione, nel lavoro del narratore, che lo porta a promuovere attraverso il racconto, una idea, una notizia che non ha ottenuto il giusto risalto, o che semplicemente egli pensa debba essere diffusa.
Ma può anche essere che chi narra non abbia proprio in mente niente, che non voglia "lanciare un messaggio" ma semplicemente raccontare una storia che gli è cara, o che nonostante tutto ha superato tutte le barriere mentali e fisiche e si è depositata sulla pagina bianca di un libro o di un tablet.
Dunque?
Se il narratore è bravo, sarà in grado di trascinare i lettori nella sua scoperta della storia, offrendo i sentimenti che tale storia suscita.
E i sentimenti, le emozioni che si provano nella lettura, sono sempre veri, anche nelle storie più improbabili.
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