Qui sotto la traccia usata per il mio intervento a "Dammi 5 minuti". Nei cinque minuti a disposizione ho potuto fare solo un rapido riassunto; il testo sottostante è un po' più ricco e fornito anche di esempi. La forma non è proprio quella ottimale, ma in fondo sono nati come appunti.
Ta-tze-bao è un
termine cinese usato per indicare i poster che si appendevano negli anni settanta nelle scuole o negli
altri ambienti dove si consumava la lotta politica tipica del post-sessantotto.
È il termine
appropriato per evocare come gli aspetti della comunicazione siano strettamente
legati alla partecipazione, alla collaborazione, e questo è lo scopo del mio
intervento.
Non avendo in tal
senso un curriculum accademico, ma per passione e per professione mi interesso
di informazione e comunicazione, ho deciso di partire dai fondamentali.
Grazie a Claude
Shannon che scrisse nel 1943 A
mathematical Theory of communication, base teorica della teoria
dell’informazione, ho imparato che lo schema classico di un sistema di
comunicazione prevede l’esistenza di una fonte di informazione che porta,
attraverso un apparato di trasmissione, un messaggio ad un ricevente.
E qui sta subito
un punto critico.
Prechè non sempre
chi lancia messaggi si preoccupa di chi li riceverà.
Per usare una
metafora telefonica un po’ desueta, non ci si preoccupa di chi sta all’altro
capo del filo.
Può essere ad
esempio che si utilizzano canali di trasmissione che non sono adeguati, come
Facebook per una popolazione poco informatizzata, o si sbaglia il target con
una campagna pubblicitaria che risponde ai gusti del committente ma sbaglia
clamorosamente il messaggio o anche linguaggi ed espressioni che non vengono
compresi.
Una verifica di
chi abbiamo dall’altra parte, e se è
effettivamente la parte interlocutoria, e se è pronta a ricevere il messaggio, è necessaria.
Nelle
telecomunicazioni e in elettronica, quando un dispositivo si connette ad una
rete o ad un sistema, ad esempio quando si inserisce una card o una chiave USB in un apparecchio mobile,
avviene quello che si chiama in gergo “handshaking”, stretta di mano, che è una
sequenza di comandi reciproci, a dire: ciao, io sono qui, sono collegato in
modo appropriato, ricevo e trasmetto con il tuo stesso codice e il mio
protocollo di comunicazione, il mio linguaggio, è compatibile con il tuo.
Avviene così
nelle pubbliche amministrazioni o nelle organizzazioni che si rivolgono al
pubblico?
Ci si preoccupa
di essere comprensibili? Si usano i canali giusti per le diverse tipologie di
persone?
Molte volte sì,
in altri casi si perde di vista il fine ultimo della comunicazione.
Un esempio è
stata la gestione della comunicazione dei lavori avvenuti tra la fine del 2014
e l’inizio del 2015 in zona via Torriani. Fatto in diverse fasi, vi fu una
comunicazione in loco ( cartelli) solo all’inizio, e i residenti si trovavano
di volta in volta delle modifiche urbanistiche quasi senza preavviso.
Certo non è stato
un modo efficace di comunicare con i cittadini.
Per di più il
linguaggio burocratico non aiuta.
Classico è il
confronto tra la notifica del divieto di fumare in Italia e nei paesi
anglosassoni. Nell’avviso italiano
leggiamo:
VIETATO
FUMARE
Legge 16 Gennaio 2003 n. 3, art. 51 “Tutela della salute dei non
fumatori”
SANZIONE AMMINISTRATIVA DA € 27,50 A € 275,00
La misura della sanzione è raddoppiata qualora la violazione sia commessa in
presenza di donna in evidente stato di gravidanza o di lattanti o bambini fino
a 12 anni
Delegato alla vigilanza sull’osservanza del divieto:
Sig.
.
Autorità cui compete accertare e contestare l’infrazione: Delegato alla
vigilanza, Polizia Amministrativa locale, Ufficiali e agenti di polizia
giudiziaria
In USA,
semplicemente:
NO SMOKING
Altro esempio:
Si comunica che sono stati
predisposit tutti gli atti procedimentali necessari all’indizione della gara a
trattativa privata per l’acquisizione di un sistema gestionale amministrativo.
VS
Desidero informarvi che sto procedento
all’acquisto di un nuovo software gestionale per l’amministrazione, mediante
una gara a trattativa privata.
( rif. Yvonne Bindi, A cosa servono le parole, VI
Summit di Architettura dell’Informazione, , slideshare.net )
Per questo e per
altri esempi risulta evidente che il linguaggio burocratico è stato inventato
per annullare l’aspetto di relazione che
è componente fondamentale della comunicazione.
(rif. Pragmatica della comunicazione umana, P.Watzlawick et al., Astrolabio, 1971)
(rif. Pragmatica della comunicazione umana, P.Watzlawick et al., Astrolabio, 1971)
Invece è proprio
questo aspetto a dover essere coltivato e reso strutturale nella comunicazione.
Solo entrando in relazione con gli utenti, cittadini o altro, che si possono
ottenere più risultati di quanti ne possa avere un atteggiamento punitivo.
Deve essere reso
strutturale, però, parte della macchina amministrativa.
La buona volontà
degli assessori e del sindaco, che tramite i social network cercano un rapporto
con i cittadini, non accorcia le
distanze strutturalmente. Ad un
eventuale cambio di assessore, o con una
prossima nuova giunta, le cose potrebbero essere diverse. Un sindaco, diciamo
più timido potrebbe vanificare il lavoro fatto da Eugenio nell’ambito dei
social media.
E’ un problema
che deve essere affrontato strutturalmente. E non basta aprire un servizio sul social
network, ad esempio si istituisce una pagina di segnalazioni all’URP via
Facebook, perché sia efficace e induca
nei cittadini il senso di appartenenza alla comunità, deve essere un canale
attivo, vivo. Ad ogni segnalazione ci deve essere almeno una mail automatica di
ricezione, a seguire una da un addetto
che commenti e rassicuri la presa in
carico della segnalazione. Altrimenti non serve ad altro che ad alimentare la
sfiducia nell’organizzazione.
Altro punto
critico è il sito istituzionale: pur completo
delle informazioni necessarie, non è architettato per essere facilmente
usabile, non invoglia la navigazione e il recupero delle informazioninecessarie
non è agevole.
Le modalità di
interfacciarsi tramite Internet presenta grandi potenzialità, che sono state
appene intaccate. Non ci si può illudere
che basti una presenza sui social per essere efficaci nella comunicazione, che
non può e non deve essere, per le istituzioni, a senso unico. È necessario un cambiamento anche
organizzativo, prevedere una infrastruttura che sostenga la comunicazione a
doppio senso, non a senso unico, e un cambio di atteggiamento di chi, questa
comunicazione deve gestirla.
Altrimenti la
pagina per la burocrazia zero, ora vuota, nel sito del Comune di Cernusco sul Naviglio continuerà ad
essere desolatamente vuota.
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