Bianco, nero, emozioni |
“Gli uomini non usano l’arte per avere informazioni, ma per provare emozioni.
“L’informazione che manca, in un opera d’arte, è quella che lascia spazio all’immaginazione. E immaginare è qualcosa che l’uomo ama fare.
Prendi una storia, per esempio. Può essere narrata sia in un libro che al cinema. Nel film dovrai rendere veritiero tutto ciò che è visibile. Dovrai vestire gli attori con i costumi adeguati all’epoca o al luogo della narrazione. Se ambientato nel medioevo, non potrai vestire con i vestiti odierni, e ogni oggetto dovrà essere ricreato come se fosse autenticamente medioevale, dalle sedie alle stoviglie alle armi e le architetture. Più vorrai essere credibile più dovrai prestare attenzione ai dettagli.
Nel libro tutto questo non è necessario Pochi cenni bastano a far entrare il lettore in un mondo che, per quanto esotico sia, diventerà subito familiare. Non ci sarà bisogno di descrivere tutto, perché sarà la fantasia del lettore a immaginare il resto.”
“Ma perché?”
“Perché l’uomo prova piacere nell’immaginare, nell’inventare, nel riempire i vuoti che incontra in un’opera con delle fantasie sue. In questo modo si appropria un po’ di quell’opera.”
“Non capisco.”
“Si capisce dopo aver provato. Le parole non sono sufficienti.”
Il mondo in un libro (in una biblioteca, in effetti) |
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