Prendo in prestito, parafrasandolo, il titolo di quel libro di Jonathan Safran Foer ("Ogni cosa è illuminata") che giace ancora sul mio comodino, surclassato da altri che mi hanno con più forza attirato.
A prescindere dalla mia scaletta di lettura, anche questo libro affronta il tema delle relazioni. Il protagonista, "l'eroe", cerca in Ukraina le radici della propria famiglia, e così facendo condivide la sua esperienza di ricerca con rocamboleschi personaggi che dovrebbero fargli da guida. Un intreccio di relazioni del passato che suscitano il mettersi in gioco di oggi , e le relazioni che ne derivano.
( Digressione: anche in "Cloud Atlas, Atlante delle Nuvole, di David Mitchell per certi versi, si tratta il tema citato dal titolo di questo post )
In effetti trovo il tema della relazione in ogni documento in cui mi imbatto. Di Rovelli e della descrizione della realtà fisica dello spazio-tempo come conseguenza di quanti di energia che sono in relazione tra loro ho già parlato qui.
Ma anche l'ultimo libro letto, La saggezza degli alberi, di Peter Wohlleben, contiene una importante rivelazione per chi come me, pur amandoli e in grado di riconoscerne qualche specie, è sostanzialmente analfabeta in fatto di biologie e etologia degli alberi.
Essi comunicano con un linguaggio articolato e complesso, fatto di molecole odorose come reazione ad aggressioni, che vengono avvertite dai cospecifici sottovento, radici intrecciate che scambiano sostanze. cambiamenti nella chioma in risposta a eventi atmosferici. Di queste informazioni traggono vantaggio non solo i cospecifici, ma anche altre essenze vegetali e molti degli organismi animali che vivono , letteralmente , all'ombra degli alberi. Pure gli uomini, quelli esperti, che conoscono il linguaggio degli alberi, traggono informazioni utili, ad esempio alla manutenzione del bosco.
L'informazione si trasmette da una specie all'altra e ogni essere deve mettere in relazione quell'informazione con le sue necessità e con la conoscenza pregressa.
La conoscenza stessa è relazione. Ogni elemento informativo viene messo in relazione con gli altri affinchè si possano sviluppare considerazioni di buon senso, osservazioni della realtà o leggi fisiche.
Le idee stesse nascono dalle interazioni. Non sono pensieri della nostra mente che indipendentemente da tutto o a fronte di profonde riflessioni, si manifestano improvvisamente facendoci esclamare "Eureka!" come il buon Archimede.
Come afferma Steven Johnson nel suo Dove nascono le grandi idee, "la fortuna arride alla mente interconnessa".
Nella storia dell'umanità le grandi scoperte e invenzioni sono frutto di un laborioso rimescolamento di conoscenze, di collaborazione tra individui, enti, organizzazioni, a volte voluta, più spesso inconsapevole. di scambi di informazioni.
Nella sua esposizione, l'autore esamina l'evoluzione delle idee vincenti in base ad alcuni concetti, tra cui:
- l'adiacente possibile, ovvero i limiti di ogni processo evolutivo, per cui non puoi passare direttamente da un organismo unicellulare ad un elefante, così come non puoi inventare la ruota e il giorno dopo essere in grado di progettare una Ferrari. In questa ottica un pensiero nuovo poggia su basi consolidate, raramente può fare "salti";
- la rete liquida, un ambiente in cui siano possibili molte interazioni favorisce la nascita di idee, come il brodo primordiale ha favorito la nascita degli aminoacidi della vita;
- exattazione, una caratteristica nata per un determinato scopo viene utilizzata per un'altra funzionalità ( le penne, nate nei rettili per mantenere il calore corporeo, diventano strumenti per il volo, il torchio usato per la spremitura dell'uva diventa strumento indispensabile per la stampa);
Computer e rete, inoltre, (essi stessi frutto di grandi idee nate da interazioni di menti, concetti, situazioni, oggetti) hanno in questi tempi recenti dato la possibilità di moltiplicare la capacità umana di ideare nuovi scenari, immaginare nuove invenzioni, fare nuove scoperte. A patto di tenere la mente bene aperta.
Tenendo conto di tutto questo, aumentare la consapevolezza che ogni cosa è collegata, che il pensiero si poggia sulle "spalle dei giganti" di ieri, ma anche sugli uomini di oggi amplia e migliora la considerazione che si ha del mondo.
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