
Non sono particolarmente appassionato al genere fantasy: amo la letteratura fantastica in generale, ma ritengo eccessivo quel clima da D&D che spesso si ritrova nei romanzi del genere, e il ricorso a trucchi ( letterari ) che cozzano spesso con il fenomeno di sospensione dell'incredulita` ( ovvero il fatto di sospendere le proprie facolta` critiche ignorando le incongruenze secondarie per godere di un'opera di fantasia -da wikipedia ) .
Per dirla con Tolkien, chi scrive e` un subcreatore, che e` tenuto a dare coerenza alla sua creazione:"All'interno di tale mondo, cio` che egli riferisce e` vero, nel senos che concorda con le leggi che vi vigono. Di conseguenza ci si crede mentre vi si e`, per cosi` dire, dentro." (Albero e foglia, Bompiani,2002 )
Pero` so che , come altri generi, il fine ultimo del fantasy non e` solo una fuga dalla realta`. Piuttosto si guarda la realta` con occhi diversi. E` come mettere un paio di occhiali con lenti colorate.
E i colori con i quali il fantasy legge il mondo sono il verde, dell'amore e rispetto per la natura, il rosso della passione per le cose a cui si tiene ( la passione che muove il mondo), il giallo della fantasia, il bianco della pace.
Nessun commento:
Posta un commento