giovedì 2 luglio 2009

Un processo creativo



( creatività e complessità a confronto )


Secondo Jeff Hawkins, nel suo On Intelligence, la creativita` e` un processo continuo, che si esplica semplicemente facendo predizioni per analogie trovate tra il problema oggetto di studio e la memoria invariante dell’individuo ( pag. 183 e seguenti della edizione Owl books, H.Holt & C. ). In ogni momento mettiamo in atto la creatività, per prendere decisioni solo in apparenza banali. Il processo creativo viene pero` riconosciuto tale quando investe alti livelli di astrazione e propone analogie e predizioni inusuali, difficili da realizzare. Questo è possibile a patto di una profonda conoscenza dei concetti correlati al fenomeno o problema oggetto di studio.
Qui sta una delle chiavi del processo creativo.
La conoscenza del contesto, la capacita` di “pescare” dal proprio “database” le relazioni e i collegamenti giusti, sono propedeutici alla comparsa della intuizione e allo scoccare della scintilla creativa.
Durante la lettura di quelle pagine, una immagine parallela ha cominciato a formarsi nella mia mente. Per meglio comprendere il processo creativo, ho chiesto “aiuto” al sito Nuovo e utile, teorie e pratiche della creatività ( http://www.nuovoeutile.it/ ) dove ho trovato che secondo molti studiosi, l’atto creativo si suddivide in alcune fasi (secondo alcuni studiosi quattro o cinque, secondo altri sette ), tra le quali troviamo:
- preparazione: è l’acquisizione della conoscenza, l’entrare nel problema con tutte le competenze pregresse e con l’apertura mentale opportuna, è lo studio;
- incubazione: è la fase di rielaborazione delle informazioni, difficilmente controllabile dalla parte cosciente. In questa fase puo` apparire anche cio` che viene chiamato intimation, la sensazione di essere sulla buona strada;
- illuminazione: il momento dell’ “Eureka!” archimedico, la folgorazione divina in the Blues Brothers ( ma più spesso tanto casino rimane confinato nella mente dello scopritore );
- verifica: è il processo di rendere comprensibile e fruibile la propria intuizione agli altri, oltre che irrobustirla rispetto alle critiche, fornendone basi formali e prove concrete.
Rimando al sito qui sopra per una trattazione più esauriente del tema. Nel frattempo la MIA intuizione prende forma: c’è una relazione tra le fasi del processo creativo e la teoria della complessita`.
Ma un pensiero così ardito necessita di conferme e di una base teorica su cui basarsi, che naturalmente mi manca, data la mia squisita ignoranza su questi come su tutti gli altri campi della conoscenza.
Ricorro allora ad Alberto Gandolfi, nei capitoli di Formicai, Imperi ,Cervelli, ( ed. Bollati Boringhieri) dove descrive la dinamica dei sistemi complessi. Allora qui vi leggo che un sistema puo` passare da uno stato stabile ad un altro di più alto (spesso ma non sempre) livello di complessita` attraverso un processo di perdita dell’omeostasi per evoluzione interna o per grandi fluttuazioni di fattori esterni che influenzano il sistema, generando la catastrofe, ovvero il momento in cui il sistema cambia di stato.
Ma questo non è la descrizione dell’illuminazione creativa, il momento in cui appare nella mente la soluzione cercata? E i risultati che si ottengono non sono forse un livello più alto di complessita` che il “sistema umanita`” riesce a raggiungere.
Siccome pero` sono tutt’altro che esperto, lascio che a raccogliere questo sasso gettato nello stagno siano altri più competenti di me, in grado di confutare questa mia debole tesi con argomenti robusti,
Nel mio piccolo, mi piace pensare che anche questo scritto sia , autoreferenziandosi, frutto di un processo creativo.

Nessun commento:

Posta un commento

Appunti
Commento sul mio taccuino ( cartaceo e in web) gli argomenti che di volta in volta mi sembrano più interessanti, con un obiettivo semplice: cercare di migliorare e rendere più chiara la mia visione del mondo. E se questo può aiutare anche voi, ne sono felice.