venerdì 27 novembre 2009

Sindaco, educazione, complessita`

Tra le domande e le considerazioni non fatte l'altra sera, nel corso della trasmissione Persona e Citta` che ha visto come protagonista il sindaco di Cernusco s/N, Eugenio Comincini, intervistato dal sottoscritto e da Andrea Frabetti, ce c'e` una in particolare che e` germogliata a lato del tema principale. La considerazione e` la seguente, proveremo qui ad illustrarla confidando poi nell'accensione di un dibattito su questo blog o in altre sedi.
Le forze politiche che guidano l'amministrazione di un comune ( ma anche di enti piu` vasti ) devono porre , nelle linee guida che sfociano poi nella stesura e realizzazione di un programma di governo anche una declinazione di quest'ultimo in senso educativo?
In altre parole, gli amministratori devono anche preoccuparsi di accrescere il senso civico e le capacita` di analisi e discernimento dei propri cittadini? E agevolare tutte quelle espressioni sociali e culturali che aiutino i cittadini a formare una propria coscienza critica, ad accrescere la cultura, personale e di comunita`, ad evolvere in senso positivo come citta`?
Io credo che la risposta non possa che essere affermativa. Credo che lo sviluppo di una comunita` civica non passi solo dall'urbanistica o dalla prontezza nell'affrontare le emergenze, ma anche nel miglioramento della condizione culturale dell' intera citta`, dal quale possono scaturire nuove idee e anche maggiore coesione sociale.
Credo in un circolo virtuoso che deve necessariamente partire da chi, per situazioni contingenti ha le capacita` e il potere di indirizzare ed avviare lo sviluppo.
E questa non e` una visione paternalistica o da "illuminato".
Proponendo un ardito parallelo con la teoria della complessita` ( come gia` altre volte, avviso agli scienziati: non pretendo di essere corretto, ma faccio uso con molta liberta` del modello mentale per giustificare il mio ragionamento ) il sistema complesso rappresentato dalla citta` esprime comportamenti emergenti in quei cittadini deputati a regolare la vita della comunita`. Da questi comportamenti emergenti, ( le iniziative politiche ) devono scaturire quelle azioni volte a garantire la sopravvivenza e lo sviluppo della comunita` stessa.
Si badi bene, come in un "vero" sistema complesso, la preoccupazione non deve essere nella gestione punto per punto delle iniziative di impronta culturale ed educativa, ma nella creazione di un ambiente favorevole ad una evoluzione positiva di tutta o gran parte della comunita`.

2 commenti:

  1. Se così non fosse allora tutti gli interventi culturali sarebbero solo ad uso dei commercianti (+ gente in giro + soldi). Inoltre anche l'urbanistica nasconde un'idea di crescita della città, per esempio a Barcellona sono 15 anni che ogni intervento su strade e piazze è pensato perchè possano essere luoghi di aggregazione e di incontro. Se l'amministratore non ha in mente l'idea di città che vuole tra 20 anni si limita solo a fare da passacarte tra i burocrati e il consiglio, cercando di fare meno errori possibili.

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  2. Condivido le vostre analisi e rilancio chiedendo quali spazi aggregativi e quali contenuti educativi abbiamo proposto in questo metà mandato?
    Pochissimi, quansi nulla.
    Abbiamo alcune occasioni, come a barcellona, per creare spazi e luoghi per trasformare la città.
    Il cerntor sporivo su tutti e poi l'area feste portata tra la linea metroolitana e il naviglio sempre in linea d'aria dov'è ora.
    Ce la faremo?

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Appunti
Commento sul mio taccuino ( cartaceo e in web) gli argomenti che di volta in volta mi sembrano più interessanti, con un obiettivo semplice: cercare di migliorare e rendere più chiara la mia visione del mondo. E se questo può aiutare anche voi, ne sono felice.