Nonostante la sua vocazione tecnologica, l'azienda dove lavoro non e` particolarmente brillante nell'adozione del Web 2.0. Si usa intensamente Internet, e anche l'internet interna ( la Intranet ) e` corposa in termini di pagine e di contenuti, meno quando si esaminano le "conversazioni" che intercorrono tra singoli, gruppi, divisioni.
Anche nello scambio informale, la mail ha ancora parte preponderante.
Non c'e` da stupirsi quindi se anche l'uso di tool esterni ( quindi in qualche modo non controllabile dall'azienda) non sia incoraggiato, sia anzi mal tollerato. E dunque non era un problema se nel tool di elezione per i social network aziendali, la presenza dei miei colleghi, sino poco tempo fa, fosse meno che sporadica: al tempo del mio accreditamento, un paio di anni fa, ci contavamo sulle dita di una mano.
A partire da quest'estate, invece, un evento scatenante, la registrazione di alcune persone che si occupano di comunicazione - che hanno quindi informalmente avallato l'utilizzo di questo tool - ha dato il via libera ad una adesione che si sta rivelando ( quasi) esponenziale.
Mi pare quindi si possa tracciare un parallelo con un sistema complesso. Impredicibilita` ( non linearita`) dei comportamenti, autorganizzazione, eventi "catastrofico" che scatena un cambio di stato ( da 10 a 40 in due giorni, con attivazione di conversazioni ) .
Non sara` una valutazione precisa, ma mi piace pensare di assistere ( e contribuire) alla nascita di un sistema complesso.
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