venerdì 25 novembre 2011

Qualcosa da dire

Quando ho iniziato l'avventura di questo blog, quasi cinque anni fa ( aprile 2007 il primo post) non sapevo bene cosa vi avrei scritto sopra.  Non sono un appassionato politico e l'analisi delle vicende istituzionali mi riesce difficile,  ne' un amante del calcio giocato ma soprattutto parlato; non ho attivita` lavorative ne' volontarie fonte di ispirazione per i miei blog ( non che non ci sia niente di interessante in quello che faccio, ma spesso non può essere di interesse comune - il dominio di interesse è piuttosto stretto ).

Del resto non volevo essere puramente autoreferenziale, scrivendo solo ed esclusivamente di me, dei miei pensieri e dei miei scazzi. Sarei apparso un po' troppo narcisista ( un po' lo si e`, ogni volta che si decide di mettere la faccia in qualche iniziativa con un minimo di pubblico) e,  alla lunga, noioso.

 Ma non ho pianificato a tavolino quale sarebbe stato il mio tratto caratterizzante, non ho pensato quali argomenti trattare, con che stile, con quanta vis polemica. No, semplicemente mi sono messo a scrivere, perche' avevo qualcosa da dire. Col tempo ho meglio delineato le caratteristiche di questo blog, che e` quella di cercare chiavi per capire quello che ci circonda, soprattutto nell'ambito della comunicazione tra le persone  (senza tralasciare altri temi a me cari, la letteratura, ad esempio).

Non so se sto riuscendo nel mio intento, ma ci provo.

L'esplosione di FB ha rivelato invece un aspetto interessante. La scarsita` di temi che la gente vuole condividere in una discussione. Se si tratta di riprendere temi proposti da altri, o meglio ancora, ripubblicare senza quasi commenti idee - soprattutto sceme - provenienti dalla Rete, concetti o memi (unità auto-propagantesi) che sostengono un pensiero debole, il piu` delle volte istintuale, qualunquista,  che solleciti la parte di noi che privilegia il massacro dei cristiani al colosseo piuttosto che la tragedia a teatro, allora tutti li` a postare.

Quando pero` e` necessario contribuire con un pensiero proprio,  sostenere una tesi che si fa propria non solo dal display del PC/iPhone/iPAD, ma nache nella vita fisica, quella di carne e sangue, allora il numero di attori si riduce ad uno sparuto gruppo, di solito quelli che gia` sono attivi anche off-line in associazioni, istituzioni, etc.

Perche` questo? Mancanza di idee? Pigrizia?

Credo un po' tutte le cose, la paura di uscire dalla tribù con idee anticonformiste, il timore di perdere il proprio ruolo all'interno del sistema tribale, la fatica di esprimere con pensieri compiuti concetti che pure potrebbero essere ben radicati nella propria esperienza. O peggio, il vuoto nella vita di espressioni sociali più estese di quelle puramente legate alla parentela. Alla morte delle relazioni  sociali nel mondo fisico, quello telematico può supplire solo in parte.
Ma se non ci sono conversazioni, che socialità si può realizzare?

5 commenti:

  1. Oggi ho sfogliato una pubblicazione di un "raggruppamento politico" di maggioranza trovata in cassetta postale. Non c'è nessuna differenza con quelle "promozionali" che pubblica l'Istituzione: quindi inutile e che non apporta niente. E' questo ciò che tu definisci <>

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  2. No Sergio, non e` proprio quello. Anche se mi aspetterei dai nostri amici uno sforzo di analisi e di prospettiva piu` consono allo spirito del gruppo, essi di cose da dire ne hanno, per fortuna.
    No, mi riferisco al vuoto siderale che si legge in certi commenti e "condividi", provenienti anche da persone verso cui ti aspetti almeno una botta di pensiero. Mi dici come ci puo` essere un legame sociale se si postano solo contributi di altri, senza nessun spirito critico e col solo scopo di condividere cazzate? ( Questo lo posso capire e accettare a livello di adolescenti, non da adulti ).

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  3. Confesso solo adesso che il mio primo commento era "capzioso" e credo che tu l'abbia comunque capito dal tenore della tua risposta, o così almeno credo. Condivido in pieno la tua preoccupazione-denuncia sulle "cazzate" anche se qualche "debolezza" ce la possiamo concedere tutti... Forse è la reiterazione sistematica della "cazzate" che da fastidio. Tornando alla mia "capziosità" non ti pare che - avendone la possibilità come quella di una pubblicazione - allinearsi, appiattirsi, copiarsi e nemmeno un minimo di differenziarsi alla base che, nota bene, è sempre stata un fiore all'occhiello, "senza nessun spirito critico" sia paragonabile al dire o "condividere cazzate"?

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  4. ciao Loris, non sapevo avessi un blog....l'ho trovato un po' per caso. Condivido in pieno questo tuo commento. E' da poco che frequendo FB ma ho proprio la stessa impressione. La mia tesi (ma frutto solo di una breve esperienza) e' che le persone preferiscono tenere per se quello che pensano veramente. ....una sorta di "perchè mi devo aprire...non sono proprio in confidenza con tutti". Trovo FB una bellissima invenzione, che consente di mantenere più facilmente i legami con le persone conosciute, a patto però che lo si utilizzi veramente per "parlare, discutere" e non solo per dirsi un semplice "ah ciao, ci sei anche tu?"
    Elena De Riva

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  5. @Elena: in realta` FB e` un posto strano. Seguendo il tuo ragionamento, la gente non dovrebbe pubblicare la sua data di nascita, con chi e` fidanzata, il suo orientamento politico/religioso ( cose che afferiscono alla sfera della privacy) per non dire di alcune foto "oscene" ( non perche` pseudoporno, ma per la qualita` pessima della foto in se`). Eppure a tutto questo ( ripeto, giustificabile se a farlo e` un adolescente) fa eco una approssimazione di giudizio, quando c'e`, o un appiattimento a guardarsi l'ombelico o a considerare Facebook come appendice di ColoradoCafe ( tanto per citare un programma mediocramente comico). Del resto, se il 71% degli italiani fatica a comprendere un testo semplice....
    @Sergio esatto... le debolezze sono concesse, ci mancherebbe altro; e` la reiterazione del reato che insasprisce la pena. Per l'altro argomento ,quello politico ( anche tu qui reiteri :-) meriterebbe una riflessione in piu`

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Appunti
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