sabato 2 agosto 2014

A proposito dei Draghi nella nostra terra

Quando si parla di draghi, il pensiero corre immediato ai lucertoloni sputafuoco della mitologia cinematografica e letteraria , dal recente nobile Smaug de Lo Hobbit, al "candido" Drako di DragonHeart, ai draghi Disney sino a DragonTrainer.
Ma in un paese di tradizione cristiana almeno due figure di drago sono ricorrenti: quello dell'Apocalisse di San Giovanni e il drago sconfitto da san Giorgio.
Le nostre chiese sono ricche di rappresentazioni di questi episodi ; anche la prepositurale di Cernusco , entrando a sinistra dell'altare ne ha una raffigurazione significativa. La bellissima basilica di San Pietro al Monte ne custodisce altresì una bellissima versione, ispirazione per uno dei racconti che preferisco tra quelli de "Alla Ricerca dei Draghi".
Apocalisse .  San Pietro al Monte - Civate

Dunque, prima ancora che il buon Tolkien "inventasse" il genere fantasy, i draghi e le creature fantastiche permeavano la cultura e la vita della gente.
Due di essi sono strettamente legati alla nostra terra lombarda.
Il primo e più famoso è il biscione dei Visconti, il simbolo di Milano e della sua operosità, essendo stato usato per identificare marche automobilistiche, imprese assicurative e di comunicazione e persino squadre di calcio.  Non è propriamente un drago in quanto non ha nè  zampe nè ali, ma la suggestione che induce, specie se osservato in rappresentazioni storiche e non in quelle edulcorate del marketing odierno, evoca tempi di paura e superstizione.

Meno noto al pubblico è il drago Tarantasio, che abitava il leggendario lago Gerundo. Era questa una zona che si estendeva intorno al bacino dell'Adda, dall'altezza di Cassano d'Adda sino quasi al punto in cui il fiume sfocia nel Po.
Drago che fu sconfitto proprio da un antenato dei Visconti, che da allora si potè fregiare del simbolo del biscione.
Ma questa è un'altra storia tutta da raccontare.

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