rubrica di libri et al.
La felicità non costa nulla ( a parte il prezzo di copertina).
Un seria e motivata critica al consumismo è in atto ormai da parecchi anni.
Essendo espressione del sistema capitalistico, nato dalla traformazione della società dopo la rivoluzione industriale, questa critica ha spesso avuto connotati fortemente politici ( il comunismo e il socialismo come argine al capitalismo, o viceversa ).
In un secondo momento movimenti meno politici, ma non meno schierati, più interessati peró alla giustizia sociale, specie nelle aree di quello che allora veniva chiamato Terzo Mondo, offrono oltre alla critica una proposta di “rivoluzione dal basso” cercando con i pochi mezzi a loro disposizione di contrastare i giganti economici, favorendo uno scambio economico improntato sull’equità e sulla solidarietà.
Fin qui, oggi, le analisi del sistema capitalistico, frettolosamente liquidate come ideologiche ( ok, anch’io semplifico molto, ma è per ragioni di spazio e per arrivare al nocciolo del mio ragionamento ).
Arriva però la Rete , e con essa una serie di potenti strumenti di comunicazione: mail , forum di discussione, blog ovvero diari in linea, spesso simpaticamente inutili, ma molte volte concentratori di attenzione su temi importanti ( uno per tutti, il discusso blog di Beppe Grillo - www.beppegrillo.it ).
E la Rete porta con sé una motivata e spietata critica al sistema del consumo così come architettato dai grandi gruppi economici mondiali. E il libro “Economia della felicità. Dalla blogosfera al valore del dono e oltre”, ed.Feltrinelli, dà conto di questa nuova stagione.
Nel suo interessante volume Luca De Biase, giornalista e blogger ( http://blog.debiase.com ) , curatore dell’inserto settimanale “Nova” del Sole24Ore, parte da una considerazione che banalmente riassumerei nel motto: “i soldi non danno la felicità”.
L’errore di fondo degli economisti è quello di pensare che la gente voglia soddisfare i suoi bisogni aumentando il possesso di beni quando in realtà vuole semplicemente essere felice.
Su questo inganno si basa la spirale economica che rincorre l’accumulo indiscriminato del prodotto interno lordo, e l’intero sistema, complici anche i media, si è fino ad ora adeguato a proporre questo come modello vincente.
Ma le nuove tecnologie liberano forze in grado di opporsi: forum di discussione che smantellano prodotti falsamente pubblicizzati, blog che catalizzano l’attenzione su temi sordidamente taciuti dai media tradizionali, teorizzazione dello scambio gratuito di contenuti, ritorno alla centralità delle relazioni tra le persone, basate sui principi della gratuità e della partecipazione.
Di questo nuovo rinascimento l’autore, con questo libro e con il suo blog, si fa alfiere.
C’è di che riflettere.
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