La cultura è quella parola che inizia guardando l'uomo
e si completa guardando il mondo
mercoledì 24 dicembre 2008
giovedì 18 dicembre 2008
Tradizioni e risate
Ieri sera, a Persona e città, su RCS 939 , Maurizio e Paolo ci hanno immersi in un mondo surreale, antico ma non troppo, spesso al limite della irriverenza e della volgarità, senza però mai eccedere.
E' il mondo ereditato dai testi di Felice Musazzi, che rivivono con gli eredi naturali (i nuovi Legnanesi) ma anche, con grande onore e professionalità, con i nostri amici.
E' difficile stare seri con loro due, e anche fuori onda le risate sono state abbondanti.
Ma la domanda che nasce, e che ho fatto ai due amici è la seguente: non è anacronistico narrare le vicende di personaggi nati quasi sessant'anni fa ( e come nei migliori fumetti, mai invecchiati ) che vivono le loro avventure tra cortili, beghe di vicinato e avventure strampalate che li portano a confrontarsi con situazioni che noi ci troveremmo ad affrontare con ben altro spirito che quello proposto nei teatri dai "ragazzi" di questa compagnia.
E qui sta il punto, come dice Paolo: le situazioni vissute dalla Madre e dalla Figlia ( c'è un accordo con i Legnanesi originali per rispettare il "copyright" dei nomi al di fuori del palcoscenico ma, insomma, stiamo parlando della Teresa e della Mabilia ) sono specchio del nostro quotidiano, fanno parte del vissuto quotidiano di tutti noi.
La Madre assume il ruolo di grillo parlante, mentre la Figlia esplicita tutte le aspirazioni segrete che una eterna adolescente senza testa può avere.
L'altro nodo da sciogliere è la tradizione. Spesso sono critico sul mantenimento della tradizione tout court, fine a se stessa : se si perpetua qualcosa perchè si è sempre fatto così, non ha molto senso. E nemmeno credo alla tesi ( filo-leghista ) del mantenimento dell'identità padana ( ma più corretto dire insubre ). Penso invece che il valore aggiunto venga portato dal confronto e dal compenetrarsi tra le culture.
Ma un albero si sviluppa bene, lancia i suoi rami verso il cielo solo se ha radici profonde. E queste radici affondano, nel nostro territorio, nella nostra storia, in donne come la Teresa.
mercoledì 17 dicembre 2008
Consiglio per strenna
Beh, se proprio non sapete cosa regalare, c'è sempre il mio libro:
Alta Via, racconti verso l'Alto
ed. Lampi di Stampa
Lo trovate sicuramente in Libreria del Naviglio, a Cernusco s/N, su IBS , oppure chiedete al vostro libraio di fiducia di ordinarlo a Lampi di Stampain attesa che produca qualcos'altro...
martedì 16 dicembre 2008
No, Facebook no
Non cercatemi su Facebook. E nemmeno su Twitter. e non troverete le mie foto su flickr o picasa (riconosco che sono utili, ma per queste cose sono pure pigro )
Di solito diffido delle novità sbandierate, a cui pare che tutti debbano accedere. E non sono nemmeno un entusiasta delle novità tecnologiche, almeno quelle in commercio.
Sono però curioso del progresso tecnologico e scientifico. Mi piace seguire il pensiero di chi cerca di prefigurare come sarà la vita fra dieci - vent'anni, e magari ci sta lavorando sopra.
Seguo Nova del Sole24ore, sono ansioso di vedere come sarà la rivista WIRED italia, leggo una serie di blog ( alcuni di essi sono nei blogroll qui a fianco) di gente che lavora per migliorare il nostro mondo, declinando tecnologia, scienza e cultura per dare alla nostra generazione e a quelle future degli strumenti per comprendere il mondo sempre più efficaci.
Ma Facebook, no. Non ancora.
Di solito diffido delle novità sbandierate, a cui pare che tutti debbano accedere. E non sono nemmeno un entusiasta delle novità tecnologiche, almeno quelle in commercio.
Sono però curioso del progresso tecnologico e scientifico. Mi piace seguire il pensiero di chi cerca di prefigurare come sarà la vita fra dieci - vent'anni, e magari ci sta lavorando sopra.
Seguo Nova del Sole24ore, sono ansioso di vedere come sarà la rivista WIRED italia, leggo una serie di blog ( alcuni di essi sono nei blogroll qui a fianco) di gente che lavora per migliorare il nostro mondo, declinando tecnologia, scienza e cultura per dare alla nostra generazione e a quelle future degli strumenti per comprendere il mondo sempre più efficaci.
Ma Facebook, no. Non ancora.
venerdì 12 dicembre 2008
Strenna di Natale a RCS 939
mercoledi 17 dicembre alle ore 19.00
a Persona e Citta`
a Persona e Citta`
su RCS 939
( in streaming www.rcs939.it )
Maurizio e Paolo
ci parleranno delle esperienze e delle attivita` del
Gruppo della Martesana 2
conduce Loris Navoni
ospiti d'onore della puntata:
Teresa e Mabilia
replica giovedi` 18 ore 6.00
Maurizio e Paolo
ci parleranno delle esperienze e delle attivita` del
Gruppo della Martesana 2
conduce Loris Navoni
ospiti d'onore della puntata:
Teresa e Mabilia
replica giovedi` 18 ore 6.00
martedì 9 dicembre 2008
Gesù è un bambino
Riporto qui un pezzo scritto tre anni fa per il giornale parrocchiale. Credo possa essere un aiuto per riscoprire un po' l'essenza del Natale. Se volete potete diffonderlo, basta che riportiate anche il nome dell'autore.
Gesù è un bambino
“Cosa stai facendo, papa`?”
“Sto accendendo una candelina per la lanterna sul balcone”
“Perche`?”
“Per fare luce. E` quasi Natale, sta per arrivare Gesù”.
Gesù luce del mondo. Venuto per illuminare le genti. Ma come lo spiego ad un bambino di nemmeno tre anni? Con i bimbi si usano ben altri simboli.
“Accendiamo la lanterna, così Babbo Natale capisce che lo stiamo aspettando.”
La pallida luce della candela scompare quasi nel profluvio di luci della via.
Vista dall'alto, la nostra città appare come una pista d'atterraggio, con gli alberi di natale elettronici come torri di controllo. Se dovessero atterrare degli extraterrestri e chiedessero perchè quei grossi piloni colorati verso il cielo, si sentirebbero rispondere: ma perchè e Natale!
Allora, i viaggiatori di altri mondi capirebbero:” Ah, sono antenne per parlare con Dio! Ma perché vi servono? Non parlate con Dio come noi, nel segreto del vostro cuore?”. E gli uomini resterebbero lì, senza parole.
“Come arriva Gesù? In macchina?”
“No, Gesù nasce, è un bambino piccolo piccolo, molto più di te.”
Piccolo, così piccolo da richiedere tutte le attenzioni, e dare in cambio solo pianti, rigurgiti e pannolini sporchi. Chi lo vuole un bambino piccolo? Bambini, cose da sopportare sino a che non sono pronti per la scuola. Che se non ti sorreggesse la speranza del futuro, getteresti la spugna al primo pianto. Chi li vuole i bambini?
E un bambino giunge nella nostra città. Nel centro della piazza , un minuscolo bambino, dagli occhi neri e la pelle ambrata, fa il girotondo dicendo a tutti “Salaam!”, ma anche Shalom, Eirene, Mir, Pace, Sid, Pokoj, Freide, Axati, Pax, ed altri mille nomi di pace che sono i nomi di Dio.
Ma nessuno lo ascolta.
Pochi si chinano accanto a lui, lo osservano, gli chiedono:”Di chi è questo bambino? Guarda, sembra egiziano. No, è marocchino. Hai bisogno di qualcosa, bimbo? Hai perso la tua mamma?” E discutono tra di loro. “Bisognerebbe chiamare i vigili. Meglio i carabinieri, magari non hanno nemmeno il permesso di soggiorno. Qualcuno telefoni all’assistente sociale. Mio cugino è nella protezione civile, forse…”. Ma nessuno chiama nessuno.
Lo riconoscerei? Penso di no.
Come gli altri, trascinato dalle incombenze di questa festa che persino Babbo Natale fatica a riconoscere come sua, dò una occhiata distratta verso il basso, giusto per non rischiare di dover donare qualche euro a chi elemosina coi bambini al fianco.
Ma mio figlio sì, lui Lo riconosce. Vede quella luce negli occhi scuri. Riconosce in quel figlio di Palestina il figlio di Dio. Mi dice: “Guarda, papà, c’è Gesù”. “No, non è Gesù, è solo un bambino.” Solo un bambino. Chi lo vuole i bambini?
Un Gesù bambino dagli occhi scuri e i vestiti laceri non esiste in nessune presepe. Si dimentica spesso, guardando le pose melense delle statuine, che la nascita di un bimbo è una gioia e un dramma, che il confine tra la vita e la morte comincia ad assottigliarsi proprio quando tutto sembra cominciare. Si dimentica che le sofferenze dell'uomo sono ferite nel cuore di Dio.
E si dimentica che spesso le sofferenze dell’uomo sono causate dall’uomo.
Per questo è venuto al mondo.
Ma manca poco a Natale, e c’è così tanto da fare, tanto da organizzare, cercare, acquistare, incontrare.
Chi lo vuole, allora, un bambino?
Loris G. Navoni
Gesù è un bambino
“Cosa stai facendo, papa`?”
“Sto accendendo una candelina per la lanterna sul balcone”
“Perche`?”
“Per fare luce. E` quasi Natale, sta per arrivare Gesù”.
Gesù luce del mondo. Venuto per illuminare le genti. Ma come lo spiego ad un bambino di nemmeno tre anni? Con i bimbi si usano ben altri simboli.
“Accendiamo la lanterna, così Babbo Natale capisce che lo stiamo aspettando.”
La pallida luce della candela scompare quasi nel profluvio di luci della via.
Vista dall'alto, la nostra città appare come una pista d'atterraggio, con gli alberi di natale elettronici come torri di controllo. Se dovessero atterrare degli extraterrestri e chiedessero perchè quei grossi piloni colorati verso il cielo, si sentirebbero rispondere: ma perchè e Natale!
Allora, i viaggiatori di altri mondi capirebbero:” Ah, sono antenne per parlare con Dio! Ma perché vi servono? Non parlate con Dio come noi, nel segreto del vostro cuore?”. E gli uomini resterebbero lì, senza parole.
“Come arriva Gesù? In macchina?”
“No, Gesù nasce, è un bambino piccolo piccolo, molto più di te.”
Piccolo, così piccolo da richiedere tutte le attenzioni, e dare in cambio solo pianti, rigurgiti e pannolini sporchi. Chi lo vuole un bambino piccolo? Bambini, cose da sopportare sino a che non sono pronti per la scuola. Che se non ti sorreggesse la speranza del futuro, getteresti la spugna al primo pianto. Chi li vuole i bambini?
E un bambino giunge nella nostra città. Nel centro della piazza , un minuscolo bambino, dagli occhi neri e la pelle ambrata, fa il girotondo dicendo a tutti “Salaam!”, ma anche Shalom, Eirene, Mir, Pace, Sid, Pokoj, Freide, Axati, Pax, ed altri mille nomi di pace che sono i nomi di Dio.
Ma nessuno lo ascolta.
Pochi si chinano accanto a lui, lo osservano, gli chiedono:”Di chi è questo bambino? Guarda, sembra egiziano. No, è marocchino. Hai bisogno di qualcosa, bimbo? Hai perso la tua mamma?” E discutono tra di loro. “Bisognerebbe chiamare i vigili. Meglio i carabinieri, magari non hanno nemmeno il permesso di soggiorno. Qualcuno telefoni all’assistente sociale. Mio cugino è nella protezione civile, forse…”. Ma nessuno chiama nessuno.
Lo riconoscerei? Penso di no.
Come gli altri, trascinato dalle incombenze di questa festa che persino Babbo Natale fatica a riconoscere come sua, dò una occhiata distratta verso il basso, giusto per non rischiare di dover donare qualche euro a chi elemosina coi bambini al fianco.
Ma mio figlio sì, lui Lo riconosce. Vede quella luce negli occhi scuri. Riconosce in quel figlio di Palestina il figlio di Dio. Mi dice: “Guarda, papà, c’è Gesù”. “No, non è Gesù, è solo un bambino.” Solo un bambino. Chi lo vuole i bambini?
Un Gesù bambino dagli occhi scuri e i vestiti laceri non esiste in nessune presepe. Si dimentica spesso, guardando le pose melense delle statuine, che la nascita di un bimbo è una gioia e un dramma, che il confine tra la vita e la morte comincia ad assottigliarsi proprio quando tutto sembra cominciare. Si dimentica che le sofferenze dell'uomo sono ferite nel cuore di Dio.
E si dimentica che spesso le sofferenze dell’uomo sono causate dall’uomo.
Per questo è venuto al mondo.
Ma manca poco a Natale, e c’è così tanto da fare, tanto da organizzare, cercare, acquistare, incontrare.
Chi lo vuole, allora, un bambino?
Loris G. Navoni
sabato 6 dicembre 2008
Il curioso in Libreria - dicembre 2008
(leggere, ascoltare, incontrare)
Strane “strenne”.
Devo innanzitutto avvisarvi che il tono che voglio dare a questo articolo non è certo quello pre-natalizio che ci si aspetta, con consigli di libri per bambini, con inni alla bontà e melense descrizioni degli ultimi best seller.
Dovessi usare questo spazio per fare pubblicità alla Libreria, tutto questo lo trovereste qui sotto.
Vi invito invece, semplicemente a visitare la Libreria del naviglio, in via Marcelline, di fronte alla rinnovata prepositurale , buttando l’occhio tra gli scaffali, e a lasciarvi consigliare dagli addetti, sempre disponibili, sul miglior regalo per il nipotino, il moroso, la nonna.
Qui invece lasciatemi parlare di pochi libri, quelli che solleticano la mia curiosità, e che penso possano essere di stimolo non solo alla lettura, ma anche ad una visione più critica del mondo. ( È una visione assolutamente personale, liberi di prenderla in considerazione o meno: se ne volete discutere, mi trovate sul blog ) .
Oggi analizzerò due volumi, il primo dal respiro universale, il secondo con un orizzonte più circoscritto, locale. Ma entrambi concretamente proiettati verso la ricerca di un senso alla vita.
Chi dunque ci può fare da guida nell’osservare il mondo con occhi da cristiano se non colui che ci è stato pastore per molti anni, e che ancora è voce autorevole in seno alla Chiesa?
Devo dire che nella semplicità delle sue parole, il Cardinal Carlo Maria Martini, con le sue Conversazioni Notturne a Gerusalemme, traccia una sorta di catechismo pratico, un ritratto, nato dalle sue riflessioni condivise con il co-autore dell’opera, l’austriaco Georg Sporschill anche egli gesuita come il cardinale, del proprio percorso personale, della Chiesa di oggi e del rapporto con i giovani, ispiratori dei temi trattati nel volume.
Un libro che farà anche discutere, perche` le parole di Martini non vanno sempre nella direzione della dottrina classica, ma spesso la superano, per mostrare che, al di la` delle prese di posizione e dei dogmi, la base di partenza per l’agire di un cristiano è solo l’amore.
A proposito di un uomo.
Quando ho saputo della pubblicazione del libro, ho provato sentimenti contrastanti: da un lato un senso di nostalgia, nonostante siano passati otto anni, per la scomparsa di una persona che ho sempre annoverato tra gli esempi da seguire, dall’altro un interrogativo sulla opportunità di scrivere di qualcuno che non c’è più.
Ma quando ho visto la gente che ha affollato la sala consiliare alla presentazione del libro di Ernestina Galimberti “Angelo degli altri, ritratto soggettivo di Angelo Spinelli” ogni dubbio è svanito. Perché Angelo, nella sua normalità, nel suo girare in bicicletta o in vespa, nel coltivare l’orto così come nel fermarsi a parlare con qualcuno, era una persona speciale.
Dotato di un carisma che accomuna i fratelli Spinelli, egli ha saputo catalizzare intorno a sé persone che condividono una visione, non solo politica, della società, ma soprattutto della propria città.
Ma dalle pagine scritte da Ernestina non traspare solo la nostalgia per un uomo che è stato punto di riferimento per una stagione della vita di Cernusco. In realtà vi leggo, soprattutto grazie anche ai contributi di altri amici che nel volume testimoniano la loro vicinanza ad Angelo, un senso di appartenenza ad una comunità, cementata da esperienze comuni e da una convergente visione dell’agire per il bene comune.
Forse, tra i momenti emozionanti narrati in quelle pagine, quello che più riassume la personalità di Angelo è dato da una brevissima frase da una delle testimonianze degli amici: “Era mio fratello.”
Strane “strenne”.
Devo innanzitutto avvisarvi che il tono che voglio dare a questo articolo non è certo quello pre-natalizio che ci si aspetta, con consigli di libri per bambini, con inni alla bontà e melense descrizioni degli ultimi best seller.
Dovessi usare questo spazio per fare pubblicità alla Libreria, tutto questo lo trovereste qui sotto.
Vi invito invece, semplicemente a visitare la Libreria del naviglio, in via Marcelline, di fronte alla rinnovata prepositurale , buttando l’occhio tra gli scaffali, e a lasciarvi consigliare dagli addetti, sempre disponibili, sul miglior regalo per il nipotino, il moroso, la nonna.
Qui invece lasciatemi parlare di pochi libri, quelli che solleticano la mia curiosità, e che penso possano essere di stimolo non solo alla lettura, ma anche ad una visione più critica del mondo. ( È una visione assolutamente personale, liberi di prenderla in considerazione o meno: se ne volete discutere, mi trovate sul blog ) .
Oggi analizzerò due volumi, il primo dal respiro universale, il secondo con un orizzonte più circoscritto, locale. Ma entrambi concretamente proiettati verso la ricerca di un senso alla vita.
Chi dunque ci può fare da guida nell’osservare il mondo con occhi da cristiano se non colui che ci è stato pastore per molti anni, e che ancora è voce autorevole in seno alla Chiesa?
Devo dire che nella semplicità delle sue parole, il Cardinal Carlo Maria Martini, con le sue Conversazioni Notturne a Gerusalemme, traccia una sorta di catechismo pratico, un ritratto, nato dalle sue riflessioni condivise con il co-autore dell’opera, l’austriaco Georg Sporschill anche egli gesuita come il cardinale, del proprio percorso personale, della Chiesa di oggi e del rapporto con i giovani, ispiratori dei temi trattati nel volume.
Un libro che farà anche discutere, perche` le parole di Martini non vanno sempre nella direzione della dottrina classica, ma spesso la superano, per mostrare che, al di la` delle prese di posizione e dei dogmi, la base di partenza per l’agire di un cristiano è solo l’amore.
A proposito di un uomo.
Quando ho saputo della pubblicazione del libro, ho provato sentimenti contrastanti: da un lato un senso di nostalgia, nonostante siano passati otto anni, per la scomparsa di una persona che ho sempre annoverato tra gli esempi da seguire, dall’altro un interrogativo sulla opportunità di scrivere di qualcuno che non c’è più.
Ma quando ho visto la gente che ha affollato la sala consiliare alla presentazione del libro di Ernestina Galimberti “Angelo degli altri, ritratto soggettivo di Angelo Spinelli” ogni dubbio è svanito. Perché Angelo, nella sua normalità, nel suo girare in bicicletta o in vespa, nel coltivare l’orto così come nel fermarsi a parlare con qualcuno, era una persona speciale.
Dotato di un carisma che accomuna i fratelli Spinelli, egli ha saputo catalizzare intorno a sé persone che condividono una visione, non solo politica, della società, ma soprattutto della propria città.
Ma dalle pagine scritte da Ernestina non traspare solo la nostalgia per un uomo che è stato punto di riferimento per una stagione della vita di Cernusco. In realtà vi leggo, soprattutto grazie anche ai contributi di altri amici che nel volume testimoniano la loro vicinanza ad Angelo, un senso di appartenenza ad una comunità, cementata da esperienze comuni e da una convergente visione dell’agire per il bene comune.
Forse, tra i momenti emozionanti narrati in quelle pagine, quello che più riassume la personalità di Angelo è dato da una brevissima frase da una delle testimonianze degli amici: “Era mio fratello.”
giovedì 4 dicembre 2008
Mi sembra veramente stupido
Nell'editoriale di martedì 2 dicembre del Corriere della Sera dal titolo evocativo "L'ambientalismo della speranza" , Alberto Ronchey elencava le iniziative che nel mondo si attuano per agevolare la produzione di energie alternative. La Spagna, la Germania, il Vaticano, gli USA, in diversa misura e nonostante la crisi investono nella ricerca sulle fonti alternative e sulle installazioni di impianti sopratutto fotovoltaici, sia diffusi che centralizzati.
Il giorno dopo il nostro Governo annuncia un taglio agli incentivi del 55 % sulle ristrutturazioni immobiliari finalizzate al risparmio energetico.
( per non parlare degli scarsissimi finanziamenti alla ricerca in questo senso, ma in questo caso la responsabilità non va solo a questo, di governo )
Mi pare che prevalga, ahime vizio italiano, una visione con un orizzonte economico ristretto, molto miope. Mi aggancio anch'io alla catena dei Blog per protestare contro questo provvedimento ( alla catena appartengono già ilKuda, Vivere Cernusco, Jacopo Fo, Informazione senza limiti, Sharondreams, Osservatori sul Razzismo in Italia, Blog del Giorno. )
Il giorno dopo il nostro Governo annuncia un taglio agli incentivi del 55 % sulle ristrutturazioni immobiliari finalizzate al risparmio energetico.
( per non parlare degli scarsissimi finanziamenti alla ricerca in questo senso, ma in questo caso la responsabilità non va solo a questo, di governo )
Mi pare che prevalga, ahime vizio italiano, una visione con un orizzonte economico ristretto, molto miope. Mi aggancio anch'io alla catena dei Blog per protestare contro questo provvedimento ( alla catena appartengono già ilKuda, Vivere Cernusco, Jacopo Fo, Informazione senza limiti, Sharondreams, Osservatori sul Razzismo in Italia, Blog del Giorno. )
Fiducia ai giovani
Hanno meno della metà dei miei anni, Matteo Fabrizio e Ivo, i ragazzi che ieri sera hanno partecipato alla puntata di Persona e Città, spiegando la loro esperienza in oratorio.
Senza pretesa di santificare il luogo e le persone che vi si impegnano, dalle loro parole ricevo la conferma che esso è davvero una ottima opportunità per crescere, come ce ne sono poche nella comunità cittadina ( CAG, SCOUT, qualche società sportiva -ma con i grossi limiti che l'agonismo e la proposta settoriale comportano - e poco altro ).
Ed è vero anche che se si è esigenti, si chiede una assunzione di responsabilità commisurata alla loro età e esperienza, i ragazzi e i giovani possono davvero dare molto. Spesso molto più degli adulti.
Senza pretesa di santificare il luogo e le persone che vi si impegnano, dalle loro parole ricevo la conferma che esso è davvero una ottima opportunità per crescere, come ce ne sono poche nella comunità cittadina ( CAG, SCOUT, qualche società sportiva -ma con i grossi limiti che l'agonismo e la proposta settoriale comportano - e poco altro ).
Ed è vero anche che se si è esigenti, si chiede una assunzione di responsabilità commisurata alla loro età e esperienza, i ragazzi e i giovani possono davvero dare molto. Spesso molto più degli adulti.
Iscriviti a:
Post (Atom)
Appunti
Commento sul mio taccuino ( cartaceo e in web) gli argomenti che di volta in volta mi sembrano più interessanti, con un obiettivo semplice: cercare di migliorare e rendere più chiara la mia visione del mondo. E se questo può aiutare anche voi, ne sono felice.
Commento sul mio taccuino ( cartaceo e in web) gli argomenti che di volta in volta mi sembrano più interessanti, con un obiettivo semplice: cercare di migliorare e rendere più chiara la mia visione del mondo. E se questo può aiutare anche voi, ne sono felice.