giovedì 21 aprile 2011

Un'immagine vale piu` di mille parole? ... non e` detto.

La scrittura viene riconosciuta universalmente come il piu` efficace metodo di trasmissione del pensiero. Duratura, non volatile come il parlato, permette di reiterare l'acquisizione delle parole tutte le volte che sia necessario, non lascia spazio ad ambiguita` (a meno che non lo sia intrisecamente nel pensiero che esprime ) nell'interpretazione dovute a mimica facciale o altri atteggiamenti del corpo.
Tuttavia questa viene accreditata come civilta` dell'immagine.
L' immagine statica della fotografia prima e dinamica del cinematografo e della TV poi, hanno caratterizzato il secolo scorso, e questa prima parte dell'attuale viene densamente popolata da clip, filmati, frammenti mobili veicolati da differenti piattaforme sempre piu` pervasive.
E` indubbio che l'impatto emotivo di una immagine sia piu` immediato rispetto alla descrizione della stessa mediante la scrittura: una scena di dolore, un'impresa, un'azione rende meglio nella sua drammaticita` cristallizata in un attimo o nei pochi frames dello svolgimento. Per descriverla compiutamente sarebbero necessari parecchi paragrafi, con un effetto diluente sull'emozione percepita.
Eppure  un'immagine, anche se fortemente esplicativa, non dice tutto, quantomeno sul piano razionale.
Alta Via, racconti verso l'Alto
Prendiamo questa immagine, ad esempio. Certamente e` molto suggestiva,  e sono stato molto fortunato a cogliere la fuga di monti e la persona in primo piano. Pero` non riuscireste a rispondere a queste domande:
1) Dove siamo
2) Chi e` la persona sul sentiero
3) in che anno e che stagione
4) per che motivo quella persona e chi fa la foto si trova li`
5) per cosa e` stata usata  quell'immagine ( questa e` facile, basta leggere la didascalia)
....
Perche` a queste domande si trovi una risposta e` necessario che vi racconti  una parte della mia storia, e per farlo dovrei o parlare con voi o, chiaramente, scrivere ( in parte l'ho fatto, lo trovate in Alta Via )
Anche per le immagini in movimento  vige la stessa regola;  prendete per esempio ( non ho scelta ... :-) la trilogia del Signore degli Anelli: piu` di nove ore di film pur nella loro bellezza  non riescono a  rendere giustizia alle circa milletrecento pagine del libro, dovendo omettere interi capitoli ( l'incontro con Tom Bombadil e` l'omissione piu` importante ) e modificando alcuni aspetti per far rientrare il  racconto nei canoni cinematografici.
Casa di Tom Bombadil, by Alan Lee: potete arguire quello che sta succedendo, e ricavarne una impressione di tranquillita` e di pace, ma non saprete mai, da questa immagine, che gli Hobbit sono stati salvati dal Vecchio Salice o che il nome della sposa di Tom e` Baccadoro.
Solo la lettura del libro riesce a restituire il vero spirito che ha animato l'autore nel realizzare un'opera cosi` complessa.


Prendiamo, per finire un altro esempio, in tema con la settimana Santa:
Cristo Morto di A.Mantegna

 E` un dipinto che indubbiamente suscita una forte emozione, grazie anche alla sua efficace scelta prospettica. Un sito generalista come Wikipedia impiega piu` di mille parole per descriverlo solo parzialmente. Credo che un critico d'arte sia in grado di scriverci un libro
Il punto e` che l'immagine e` olistica, la scrittura analitica. L'immagine in movimento, poi, richiede una scansione in tempo reale e continua tanto quanto la durata dell'evento registrato, la parola scritta non ha alcuna necessita` di una sincronizzazione temporale.
La quantita` di informazione che una immagine e` in grado di fornire e` immensa, ma e` solo con la parola  che si e` in grado di elaborarla.


( Dio disse:"Luce!" , Genesi 1,3 )

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